Nel corso della notte, in provincia di Varese, presso una nota discoteca cittadina di Germignaga, sette ragazzi, tra i quali Marco Coppola, Presidente provinciale di Arcigay Verbania e componente della Segreteria nazionale dell’associazione sono stati vittima di una gravissima aggressione omofoba da parte della security del locale.
I ragazzi stavano solo ballando su un cubo tra di loro quando, “identificati” come omosessuali, sono stati costretti a scendere, insultati, brutalmente pestati e infine allontanati dal locale.
Su richiesta dei ragazzi sono intervenuti i carabinieri e al pronto soccorso dell’ospedale locale sono state prestate loro cure immediate e prodotti i relativi referti.
“Questo episodio “, dichiara Paolo Patanè Presidente nazionale di Arcigay , “segna davvero un limite insopportabile. E’ tragicamente simbolico che uno dei massimi dirigenti nazionali di Arcigay sia stato vittima di questa spregevole aggressione omofoba. A Marco Coppola e agli altri ragazzi la mia solidarietà, carica di rabbia per la brutalità ingiustificabile e l’odio subito, e per una battaglia che si infrange sempre su un muro di scandaloso silenzio ideologico”.
“Dov’è la coscienza della politica in questo Paese? Dov’è il legislatore?”, continua Patanè che chiede l’immediato intervento delle Istituzioni locali e nazionali e delle Associazioni di categoria nei confronti di quel locale: “lanciamo una denuncia durissima nei confronti di un clima complessivo inasprito dalla crisi economica e sociale e che esige risposte definitive a livello normativo”.
“L’onorevole Paola Concia, immediatamente allertata, rivolgerà, su nostra richiesta, un’interrogazione parlamentare ai Ministri competenti e ci apprestiamo a denunciare quanto accaduto all’UNAR (Ufficio nazionale antidiscriminazioni) e all’Oscad (Osservatorio contro le discriminazioni delle Forze dell’ordine). Nessuna libertà è autentica per le persone gay, lesbiche e transessuali, se dobbiamo vivere con la paura di mostrarci com’è diritto di tutti. E’ necessaria una buona legge contro l’omofobia subito: nessuno ci può chiedere di attendere ancora!”, conclude il leader di Arcigay.