Bologna, 7 marzo 2014 – “Un atto sorprendente, di una gravità inaudita. Una strumentalizzazione a fini elettorali argomentata con superficialità e disprezzo”. Flavio Romani, presidente di Arcigay, si scaglia contro il presidente uscente della Provincia di Cremona, Massimiliano Salini, che assieme alla sua Giunta ha disposto l’uscita dell’ente dalla Rete Re.A.Dy contro le discriminazioni per identità di genere e orientamento sessuale. “A fine corsa – attacca Romani – Salini e i suoi assessori scelgono questo modo squallido per presentare il proprio bilancio a somma zero in tema di lotta alle discriminazioni. E infatti Salini, nelle sue dichiarazioni, si mostra addirittura sollevato perché la rete (cioè, a Cremona, la Provincia) non ha “svolto una particolare attività nel nostro territorio”. Insomma, ha fatto solo la sentinella per cinque anni il presidente Salini, fermo e in piedi, e continuerà a farlo domenica in piazza, partecipando alla manifestazione delle Sentinelle integraliste, la lobby radicale della religione cattolica, l’equivalente di quei movimenti fanatici che in tutto il mondo spingono i Paesi verso leggi liberticide, campagne persecutorie e vere e proprie guerre civili. Salini d’altronde ha bisogno di scendere in piazza per costruire il consenso per le prossime europee verso le quali pare essere proiettato, lui che dai tempi dello staff di Formigoni, passando per municipalizzate e enti inutili, non ha mai smesso l’abitudine allo stipendio pubblico. Oggi però Salini tocca il fondo e sceglie, per soddisfare il suo carrierismo, di distruggere uno strumento importante per la cresciuta di un territorio. Un atto selvaggio di propaganda bieca, il biglietto da visita deplorevole di chi non ha di meglio da mostrare”.