OMOFOBIA, RECUDESCENZE IN CECENIA E IN ALGERIA. ARCIGAY: “GOVERNO ITALIANO E EUROPARLAMENTO ROMPANO IL SILENZIO”
Bologna, 14 febbraio 2019 – “Le gravi notizie di violenze omotransfobiche che in queste settimane ci giungono dalla Cecenia e dall’Algeria non possono passare sotto silenzio nel nostro Paese e ancora di più nelle sedi dell’Unione europea”: così Gabriele Piazzoni, segretario generale Arcigay. Che prosegue: “Nei giorni scorsi uno studente di 21 anni è stato sgozzato nel suo appartamento ad Algeri e il suo sangue è stato utilizzato per marchiare con la scritta gay le pareti di quella stanza. Pochi giorni prima, il primo ministro algerino Ouyahia aveva rilasciato un’intervista nella quale respingeva categoricamente i tentativi di modificare la legge di quel Paese, che attualmente considera l’omosessualità un reato. Analogamente, negli ultimi giorni ha ripreso forza la violenta ondata di repressione ai danni delle persone lgbti in Cecenia: stando alle cronache, dall’inizio dell’anno oltre 40 persone sono state arrestate e torturate in quel Paese perché ritenute omosessuali. Su queste vicende non è possibile restare indifferenti – protesta Piazzoni -, anzi sono quantomeno doverose una presa di parola ufficiale e azioni diplomatiche per contrastare questi fenomeni. Ad oggi solo gli attivisti delle reti internazionali sono mobilitati, in totale solitudine. La politica resta silente e questo è inaccettabile”, conclude.