OMOLESBOBITRANSFOBIA, L’ALLARME DI ARCIGAY: “NEGLI ULTIMI 12 MESI ABBIAMO ASSISTITO A UNA FEROCIA SENZA PRECEDENTI. MAI CONTATI TANTI MORTI IN ITALIA”
Adescaggi, accoltellamenti, stupri, omicidi: nel report di Arcigay, tratto dall’osservatorio dei mass media, il ritratto di un Paese violento e carico d’odio.
Bologna, 17 maggio 2023 – “Negli ultimi dodici mesi la stampa italiana ci ha consegnato un numero altissimo di vicende di odio omolesbotitransfobico, che ci lascia sconcertati”: lo dichiara Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay. Che prosegue: “il primo pensiero, in questo 17 maggio, va alle vittime, alle persone che non ci sono più, a partire da Cloe e Claudia, entrambe persone trans* che si sono tolte la vita perché esasperate dalle vessazioni. Il pensiero va alle persone, spesso giovanissime, costrette a scappare, a lasciare la propria abitazione, per i genitori violenti o i vicini aguzzini.
Alle persone ferite, umiliate, stuprate. E a tutte le storie invisibili che questo report non è riuscito ad intercettare. Ma subito dopo, il secondo pensiero lo rivolgiamo alla politica: negli Stati Uniti, l’assassinio di Matthew Sheppard, un giovane omosessuale brutalizzato nel 1998 da un branco, ridotto in fin di vita, morto dopo un’agonia terribile, indignò a tal punto l’opinione pubblica da avviare un processo che portò, prima con il presidente Clinton e poi più compiutamente con il presidente Obama, all’approvazione di una legge contro i crimini d’odio di origine omotransfobica. Ai politici italiani chiediamo oggi di prendersi una responsabilità: questa ferocia non può e non deve lasciarci indifferenti”.
Il report: Premessa metodologica.
Nel censire i crimini di matrice omolesbobitransfobica raccontati dai cronisti negli ultimi 12 mesi abbiamo scelto di usare parametri stringenti: innanzitutto abbiamo deciso di escludere tutto il dibattito sulla trascrizione dei figli e delle figlie omogenitoriali. Dal nostro punto di vista è senza dubbio un dibattito iniettato d’odio, ma renderne conto in questo contesto avrebbe reso meno nitida la fotografia delle violenze e della ferocia che le persone lgbtqi+ subiscono. Nelle quasi 200 vicende intercettate abbiamo inoltre sfoltito le ridondanze, cioè quei fatti che si ripetono identici in numerose città perché determinati metodicamente da organizzazioni anti – lgbtqi+. Quelle vicende sono state riassunte in eventi unici, falsando probabilmente il reale impatto che hanno avuto nelle comunità locali. Ma anche in questo caso abbiamo deciso di ridurre al minimo elementi che avrebbero distratto dalla grave fotografia che la cronaca nera ci consegna. L’applicazione di questo metodo fa sì che la lista conti 133 storie d’odio. Un numero per nulla fedele alla realtà, che sappiamo essere ben più grave, filtrata da under reporting strutturale in questo fenomeno. Tuttavia, quest’anno in particolare, vogliamo consegnare all’opinione pubblica non un rapporto quantitativo, cioè un numero, bensì un resoconto qualitativo, cioè 133 storie da leggere. Perché quelle 133 storie descrivono tutte assieme l’aria irrespirabile di questo Paese, la paura in cui molte persone lgbtqi+ vivono immerse.
I morti: 3 suicidi e 3 omicidi negli ultimi dodici mesi
Una delle vicende che ha colpito di più l’opinione pubblica è il suicidio di Cloe, insegnante trans che nel giugno 2022 si è data fuoco nel camper in cui viveva, esasperata dall’odio e dalle vessazioni. A ottobre, la stessa tragedia si è ripetuta con Chiara, una ragazza trans di appena 19 anni. Sempre nel 2022 un’altra ragazza trans di 27 anni di è tolta la vita dopo aver subito uno stupro dopo aver accettato un passaggio verso casa, A giugno 2022 la stampa ha riportato un omicidio in Sicilia, quello di Massimo, adescato per un rapporto sessuale e poi ucciso barbaramente. Vicenda analoga a quella in cui ha perso la vita, nel marzo 2023 a Modena, Alessandro. Ad agosto 2022 a Desio un cadavere senza nome trovato semisepolto in un luogo di cruising per omosessuali.
La scuola sotto attacco
Ricorrenti sono i crimini d’odio intercettati delle scuole: manifesti, scritte, ma anche pestaggi e minacce di morte. Gli adulti sembrano girarsi dall’altra parte, o addirittura infieriscono: è il caso ad esempio del professore che nel novembre scorso al liceo Cavour di Roma respinse urlando il tema di una studentessa trans*, respingendo l’identità di genere con cui si rappresentava, acclarata perfino nel registro di classe.
L’adescaggio attraverso dating app o nei luoghi del cruising
Sono numerose le vicende in cui i balordi cercano le persone omosessuali nei loro spazi, i luoghi di cruising o le dating app, per incontrarle, pestarle, ricattarle, stuprarle, perfino ucciderle. In uno dei casi segnalati, avvenuto a Roma, le forze dell’ordine sono riuscite ad individuare il branco di violenti e ad attribuire loro ben 11 aggressioni certe.
Gli aguzzini in famiglia
Una delle violenze più sconcertanti è quella agita dai genitori: “Sei tutta sbagliata”, “Fai cose da maschio” (e poi lo obbliga a baciare una ragazza). Nel report troviamo anche la storia di un padre condannato per i pestaggi al figlio gay 15 enne e un altro padre che accoltella gravemente la figlia lesbica e la sua fidanzata con l’auspicio che muoiano insieme.
Il lavoro
Tornano con prepotenza i licenziamenti delle persone gay, lesbiche e trans*: Perfino nei luoghi di lavoro pubblici la discriminazione è un metodo ricorrente.
Le persone lgtqi+ espulse dallo spazio pubblico
Separati, insultati, presi a bottigliate. Spesso all’uscita dei locali gay, o soltanto perché indossano accessori o abiti particolari. Il bacio o l’effusione tra persone dello stesso sesso ancora generano reazioni ostili che negli ultimi dodici mesi raggiungono picchi di violenza altissimi.
Il contesto internazionale
La situazione italiana trova una sinistra consonanza in alcuni racconti che ci giungono da oltrecoinfine: le zone lgbi free di Polonia e Ungheria, i mondiali di calcio in salsa omofoba in Qatar, le sparatorie degli estremisti nei locali gay, la persecuzione e l’assassinio degli attivisti nei Paesi in cui sono in atto vere e proprie persecuzione delle persone lgbtqi+.
In allegato il report e l'immagine della campagna Arcigay per il 17 maggio