Rapporto Consiglio d’Europa, Arcigay a Mattarella: “Non ci stupiamo. Denunciamo da sempre la violenza di Stato”

  
RAPPORTO CONSIGLIO D'EUROPA, ARCIGAY A MATTARELLA: “NON CI STUPIAMO. DENUNCIAMO DA SEMPRE LA VIOLENZA DI STATO”
Bologna, 23 ottobre 2024 – “Spiace per il Capo dello Stato, il Presidente Mattarella, che con incomprensibile stupore ha reagito ai rilievi mossi dalla Commissione contro il razzismo e l'intolleranza istituita dal Consiglio d'Europa. Noi invece quei fatti li abbiamo sempre denunciati, oggi perciò non ci stupiamo”: così Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay. “Nel concreto dello stupore del Presidente, ricordiamo il pestaggio lo scorso anno di una persone transessuale a Milano, da parte degli agenti della polizia locale, tanto per citare il caso più clamoroso, che ha occupato per giorni le cronache e che traccia i contorni di una vera e propria violenza di Stato. Non solo: il Consiglio d'Europa, nel rapporto della Commissione, dice molte altre cose importanti: ad esempio, raccomanda che tutti i programmi scolastici obbligatori a tutti i livelli di istruzione includano le questioni relative all'uguaglianza LGBTI. Che è esattamente il contrario di quanto sostiene la risoluzione Sasso, approvata dalla Commissione Cultura del Parlamento. E ancora: in tema di identità di genere, il rapporto raccomanda  di garantire che il processo di riconoscimento giuridico del genere sia rapido, trasparente e accessibile e che non sia subordinato a requisiti scorretti, come procedure mediche e/o diagnosi di salute mentale. Anche in questo caso è evidente che l'Italia va in direzione opposta. Vogliamo stupirci se l'Europa ci bacchetta e ci richiama al pieno riconoscimento dei diritti umani e civili? No, noi non ci stupiamo, anzi ci arrabbiamo davanti allo stupore, perché tradisce la voglia di nascondere montagne di politica tossica sotto il tappeto. E invece no, di queste deriva tutta italiana dobbiamo continuare a parlare, anche per valorizzare il lavoro di chi opera nelle istituzioni e nelle forze dell'ordine  con correttezza e lealtà, e si trova a dover condividere oggi la stigmatizzazione delle istituzioni europee.”, conclude Piazzoni.


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