22 dicembre 2018 – “Il 4 maggio 2016 il 244° Consiglio Nazionale del Comitato Olimpico Nazionale Italiano ha modificato lo statuto inserendo fra i propri impegni la lotta contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale nello sport. Ma trascorsi più di due anni nessuna delle federazioni sportive aderenti al Coni ha recepito nel proprio statuto quella norma”: lo denuncia Gabriele Piazzoni, segretario generale Arcigay, che ieri ha inviato una lettera alle federazioni per sollecitare quell’adeguamento. “Nella nostra società in mutamento – ha scritto Piazzoni – lo sport è un terreno decisivo dove costruire inclusione e rispetto verso ogni forma di differenza, dando pieno risalto a quei valori positivi che devono essere patrimonio di ogni atleta, migliorando la qualità della vita delle persone e costruendo un mondo più giusto.”. “Negli anni – commenta ancora il segretario generale – tanti e tante atlete si sono spesi personalmente per affermare il loro impegno nel contrasto di tutte le discriminazioni, comprese quelle per orientamento sessuale, aderendo a campagne e facendosi portavoce di messaggi importanti. Proprio in questi giorni i giocatori delle Zebre Rugby, squadra che esprime circa la metà dei giocatori della nazionale, assieme a quelli di Libera Rugby, hanno diffuso un calendario 2019, dal titolo Rainbow365, realizzato grazie al sostegno di Althea, che in maniera chiara prende una posizione sul tema e tenta di assolvere a una funzione formativa che è propria di tutti gli sport. Tuttavia le federazioni non hanno proceduto a formalizzare questo impegno tra i valori esplicitati nei propri statuti, come se il tema del contrasto alle discriminazioni, a tutte le discriminazioni, non dovesse essere al centro dei valori e dell’etica di chi pratica sport”. “Per questo – scrive Piazzoni nella missiva – in occasione dell’approssimarsi del nuovo anno, siamo a chiedere” alle federazioni “di fare in modo che il 2019 sia l’anno in cui i principi enunciati nello statuto del Coni vengano finalmente recepiti pienamente negli statuti” affinché “il 2019 sia veramente un buon anno, un anno in cui tutti gli atleti, a prescindere dal proprio orientamento sessuale o identità di genere, possano dire con forza che quel campo da gioco, quello spogliatoio, quella squadra è pienamente e veramente casa loro.”, conclude.
Qui la lettera inviata alle federazioni.