Bologna, 29 ottobre 2014 – “È allarmante l’abuso che il Ministro Alfano in primis e il prefetto di Udine in seconda istanza fanno dei propri ruoli istituzionali, al fine di portare avanti una battaglia ideologica lontana anni luce dal paese reale”: Flavio Romani, presidente di Arcigay, interviene in merito alla notizia del Commissario Prefettizio inviato nel Comune di Udine per annullare la trascrizione del matrimonio di una coppia di donne. “Proprio mentre un’ampia maggioranza parlamentare si va costruendo a sostegno della legge sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso – prosegue Romani – un’ostinata e sparuta minoranza, rappresentata dal ministro Alfano e dal suo partito in agonia, si dimostra pronta a tutto pur di ostacolare il riscatto di un’Italia fanalino di coda in Europa in tema di diritti. Le coppie di gay e lesbiche che in queste settimane stanno ottenendo la trascrizione dei propri matrimoni contratti all’estero – dice Romani – faticosamente guadagnano un briciolo di riconoscimento dopo anni di totale marginalizzazione. Questo piccolo ma importante traguardo deve essere l’apripista per un riconoscimento pieno, non può rivelarsi l’ennesimo fuoco fatuo condannato a spegnersi per colpa della grave latitanza della politica. Non indietreggeremo di un passo – annuncia Romani – continueremo a pretendere ciò che ci è dovuto e che molti italiani e molte italiane hanno già ottenuto varcando i confini e raggiungendo Paesi più civili del nostro. Chi oggi predica la modernizzazione con i gettoni e gli IPhone – conclude il numero uno di arcigay – si assuma la responsabilità del proprio ruolo e intervenga a interrompere questo teatrino umiliante. Perché il futuro passa necessariamente da qui, cioè dall’atto di civiltà dei tanti sindaci d’Italia che, come il sindaco Honsell a Udine, hanno mandato un messaggio forte al governo, al quale ora è necessario corrispondere velocemente”.