La Rete Donne Transfemminista è uno spazio aperto e plurale di confronto e di elaborazione politica, condivisione e socializzazione, di cui fanno parte le attiviste lesbiche, bisessuali, trans*, asessuali, eterosessuali, queer, intersex, no-binary e non-conforming di Arcigay.
La Rete Donne Transfemminista promuove la visibilità e l’autodeterminazione delle donne LBTQIA+, la loro presa di parola individuale e collettiva attraverso pratiche di esistenza e r-esistenza quotidiana e la costruzione di relazioni politiche significative tra le donne per le donne in costante comunicazione con tutte le altre soggettività.
E’ portatrice di uno sguardo femminista/transfemminista che mette in discussione la cultura dominante cis-etero-patriarcale, maschilista/machista, l’etero-normatività e il binarismo di genere, adottando una prospettiva trans-genere che riconosce, include e agisce tutte le soggettività/identità.
Fa della lotta al patriarcato, al sessismo, alla misoginia e all’omo-bi-lesbo-transnegatività, il suo centro di gravità permanente e utilizza uno sguardo e una prospettiva intersezionale, a partire dal riconoscimento della dimensione multipla della discriminazione.
Rigetta tutte le forme in cui si manifesta e si perpetua il fascismo.
Combatte il razzismo, l’abilismo, l’ageismo e il classismo, tenendo saldamente insieme la battaglia per il riconoscimento e la tutela dei diritti civili e la lotta per il riconoscimento e la tutela dei diritti sociali.
E’ uno spazio sicuro dove si realizza l’inclusione, si pratica l’accoglienza e l’ascolto reciproco. E’ un punto di riferimento ed una casa comune, un luogo di scambio e contaminazione dove le relazioni politiche affondano le proprie radici nella pratica della sorellanza che passa dalla cura reciproca, attraverso la condivisione di vissuti ed esperienze politiche.
E’ un luogo di formazione ed auto-formazione che promuove la collettivizzazione/socializzazione dei saperi e con questo obiettivo, costruisce percorsi di empowerment, organizza incontri di informazione/divulgazione su temi specifici, quali la salute sessuale e riproduttiva delle donne cis e trans*, l’educazione al consenso, il diritto alla contraccezione e all’interruzione volontaria di gravidanza, la violenza di genere sulle donne LBTQIA+ e con disabilità.
È un laboratorio di innovazione sociale che vuole creare una forza audace, visibile e unita per sostenere l’uguaglianza formale e sostanziale, con la consapevolezza che le battaglie e la promozione per la piena autodeterminazione devono avere uno sguardo attento e solidale anche alle lotte internazionali
E’ una comunità nazionale che nasce dal basso, in quanto è espressione dei Comitati territoriali di Arcigay con cui ha un legame forte e un dialogo costante, attraverso la realizzazione di progetti, incontri di rete ed eventi.
La Rete Donne Transfemminista sostiene l’attivismo delle donne, attraverso il recupero della memoria storica dei movimenti delle donne. Intende rafforzare il senso di orgoglio e di appartenenza alla comunità, creando occasioni di approfondimento della storia dei femminismi e del movimento lesbico, a partire dalla riscoperta delle storie di attiviste lesbiche, trans*, bisessuali, spesso taciute o considerate “minori”. Si fa portatrice di un femminismo “orizzontale” che nel comprendere l’orizzonte della parità di genere e delle pari opportunità lo travalica, per andare verso la
creazione e la ri-significazione di nuovi spazi di partecipazione e di rappresentanza che non si limitano all’adesione al principio, ma agiscono una trasformazione della realtà, mettendo definitivamente in discussione i rapporti di potere e subalternità.
La Rete Donne Transfemminista si impegna nella costruzione costante e quotidiana di narrazioni alternative alle narrazioni tossiche, stereotipate e stigmatizzanti le donne LBTQIA+, migranti e con disabilità, che ce le restituiscono o come responsabili della violenza che subiscono o come vittime, soggetti deboli su cui agire dispositivi di controllo. Parla di liberazione e riappropriazione dei corpi ed è impegnata in un costante lavoro di sensibilizzazione sull’uso del linguaggio di genere ed inclusivo. Un linguaggio che rappresenta tutte le soggettività/identità, non le cancella né le invisibilizza. Infine, investe nella rete, promuovendo momenti e spazi di confronto con le altre associazioni del movimento LGBTQIA+*, i movimenti delle donne, i collettivi femministi e transfemministi, per la costruzione di un orizzonte politico condiviso e di azioni unitarie.
APPUNTAMENTI TRANSFEMMINISTI
Arcigay Rete Donne Transfemminista organizza gli appuntamenti transfemministi: laboratori di confronto ed elaborazione politica e presentazioni di libri che durante il lockdown sono serviti ad attraversare insieme la quarantena, sentirci più vicine e prendere parola, confrontarci e crescere insieme. Trovi il calendario degli appuntamenti transfemministi qui: Per rivedere i laboratori puoi iscriverti al canale YouTube di Arcigay e selezionare la playlist della Rete Donne Transfemminista.
25 NOVEMBRE 2022
I diritti non si attaccano, si difendono
Il 25 novembre ricorre la giornata internazionale contro la violenza di genere. Esistono molti modi di agire violenza e discriminazioni, come per esempio negare i diritti o peggio il voler attaccare le poche leggi che tutelano le donne.
Giù le mani dai nostri corpi!
Nel 1978 l’aborto in Italia diventa un diritto, ma oggi, dopo 41 anni dal referendum abrogativo che ha visto migliaia di persone scendere in strada per difenderlo, possiamo ancora dire che in Italia è garantita la possibilità di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza?
La presenza di percentuali sempre più alte di medici obiettori negli ospedali pubblici, la mancanza di consultori laici e pubblici che forniscano informazioni corrette sono ostacoli all’autodeterminazione delle persone. In tanti Paesi del mondo l’aborto è ancora illegale e le donne si trovano a dover abortire all’estero o, peggio ancora, a dover ricorrere ad aborti clandestini rischiando la vita.
VOGLIAMO UNA RIFORMA STRUTTURALE E FINANZIARIA DEI CONSULTORI, PER RENDERLI DAVVERO ACCESSIBILI, LAICI E CON UNA PRESENZA NON SOLO NEI CENTRI URBANI MA SOPRATTUTTO NELLE PERIFERIE.
NO è NO
L’Italia è uno degli otto Paesi dell’Unione Europea a non prevedere un programma di educazione sessuale nelle scuole di alcun grado. La scuola è uno dei primi luoghi in cui l’espressione della propria personalità si confronta con i modelli prevalenti nella società e la sessualità e l’affettività sono parte integrante dell’essere umano e della sua identità.
Vogliamo nella scuola di ogni ordine e grado un’educazione all’affettività, alla relazione e ad una sessualità che metta al centro il rispetto di se stesse e le altre persone. Un’educazione sessuale positiva e consapevole può aiutare le giovani nella prevenzione delle IST/HIV e nell’accesso alla contraccezione e supportarle nel riconoscimento e contrasto alla violenza di genere, al bullismo, al cyberbullismo e al revenge porn.
L’educazione al consenso è fondamentale per sradicare gli stereotipi di genere e una cultura patriarcale e per favorire il consenso all’interno delle relazioni intime.
NO vuole dire NO, dovrebbe essere chiaro e invece, non lo è affatto. Ecco il perché dell’importanza del definire il concetto di “consenso sessuale”: è necessario rendere il limite ancora più chiaro, già a partire dalla scuola. Tutto quello che non è un SÌ netto, è violenza. Per questo è fondamentale far entrare questo tema nel dibattito pubblico e insegnarlo partendo proprio dalle scuole
Attaccare i diritti è violenza
Vulvodinia, neuropatia del pudendo, fibromalgia ed endometriosi e dolore pelvico cronico sono malattie socialmente invisibili, ma non per chi vive quotidianamente. E non sono riconosciute dal Sistema Sanitario Nazionale (solo l’endometriosi lo è parzialmente).
L’assenza di riconoscimento da parte del SSN, il ritardo diagnostico e la mancanza di personale sanitario qualificato sono la prova di un sistema sanitario negligente nei confronti del corpo delle donne e delle persone AFAB (Assigned Female At Birth, femmina assegnata alla nascita), incapace di fornire assistenza e tutela alle persone che soffrono di queste patologie.
Vogliamo prevenzione, diagnosi precoce e miglioramento della qualità delle cure. Vogliamo essere credute e supportate dal personale sanitario.
Vogliamo il riconoscimento come patologia invalidante e il sostegno economico alle persone che ne sono affette.
_ Rete Donne Transfemminista, Arcigay e Team Healthy Peers
FERMA LA VIOLENZA. USA LE PAROLE GIUSTE
(Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne).
Da gennaio a novembre i femminicidi in Italia sono stati 91. Ogni volta che una donna viene uccisa in quanto donna, assistiamo a una serie di narrazioni tossiche riportate dalla stampa. Per tale ragione quest’anno, in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, abbiamo voluto raccogliere alcuni titoli realmente apparsi sulle testate nazionali e li abbiano riscritti. Le parole possono uccidere due volte e se vogliamo fermare la violenza, è necessario imparare a raccontarla con parole diverse.
GIORNATA DELLA VISIBILITÀ LESBICA 26 aprile 2020
Arcigay Rete Donne Transfemminista e Arcigay Rete Trans Nazionale hanno realizzato la campagna “Visibilità è…”.in cui sono le donne lesbiche e le donne trans lesbiche a dare voce a quello che per loro è un atto politico necessario. Visibilità per tutte loro vuol dire riscatto dal ricatto ma anche amore per sé stesse, qualcosa che libera dallo sguardo altrui. Un modo per urlare al mondo che “lesbica” è una parola di cui essere orgogliose, da pronunciare ad alta voce.
“La visibilità è lo strumento di una rivoluzione che ri-significa e socializza la soggettività lesbica, trasformando le donne lesbiche in esistenze r-esistenti, in grado di creare nuovi immaginari e nuove narrazioni che parlano di libertà e liberazione. Per questo e per tanto altro ancora, esistono giornate come questa che ci auguro di vivere sempre con orgoglio. Buon 26 aprile a tutte noi.” Natascia Maesi, responsabile politiche di genere nella Segreteria nazionale di Arcigay.
Campagna TDoV 2020
FEMMINILI PLURALI IRREGOLARI
Femminili Plurali Irregolari è il progetto promosso da Arcigay, La Cicloide e Artsmedia e finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento delle Pari Opportunità ai sensi dell’Avviso per il finanziamento di progetti volti alla prevenzione e contrasto alla violenza alle donne anche in attuazione della Convezione di Istanbul G.U. N. 171 del 24/7/2017 – Lettera F. E’ nato con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della violenza subita dalle donne lesbiche, bisex, con disabilità e sulle persone trans. Il progetto si è articolato in più fasi, attraverso un percorso durato sei mesi, finalizzato a favorire processi di empowerment individuale e di comunità, che ha visto il coinvolgimento diretto di donne lesbiche, bisex, con disabilità e persone trans che hanno partecipato attivamente alla co-costruzione della campagna, attraverso discussioni on line e focus group.
Output del progetto è stato questo video realizzato in occasione della GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE (25 novembre 2019)
FPI – LABORATORI IN PRESENZA: LATINA E MANTOVA
FPI – EVENTO CONCLUSIVO