La proposta di legge sulle famiglie, oggi in discussione e in via di approvazione presso il Consiglio della Regione Lazio, è un provvedimento dal sapore medievale e antilibertario, perché contrario alla libertà di accedere ad un diritto basilare come quello della casa per le coppie omosessuali e per quelle di tanti giovani che non hanno ancora deciso di sposarsi pur desiderando convivere insieme e fare un investimento sul proprio futuro di famiglia. Anacronistico se pensiamo che la più recente e vasta indagine condotta sulla realtà omosessuale in Italia, da un sociologo del’Università di Bologna del calibro di Marzio Barbagli (uno dei maggiori studiosi italiani della famiglia) insieme ad Asher Colombo, del’Università di Bologna, ha dimostrato – sorpresa delle sorprese – che gli omosessuali, da giovani, tendono a formare convivenze more uxorio più dei loro coetanei eterosessuali.
‘indagine – la più vasta e completa mai condotta in Italia e pubblicata recentemente, col titolo "Omosessuali moderni", dal’editore "Il Mulino" – dimostra infatti che nelle fascia ‘età tra i 25 e i 29 anni, i giovani omosessuali che scelgono la convivenza di fatto sono ‘8% tra i maschi e il 17% tra le femmine, contro rispettivamente il 2 e il 3% della popolazione generale. Questo dato sottolinea la completa inattualità della proposta di legge che la maggioranza conservatrice della Regione Lazio si appresta a votare, nonché il suo valore chiaramente discriminatorio e razzista verso chi, come gli omosessuali, in Italia, a differenza che in quella che ormai è la maggioranza dei paesi europei, non può sposarsi né regolarizzare in altro modo la propria relazione affettiva.
La discriminazione più grave tocca però i bambini, i disabili e gli anziani assistiti da famiglie omosessuali o semplicemente non sposate, che non potranno godere dei benefici e dei servizi previsti dalla legge per i figli e le persone che ricevano cura e assistenza dalle "più degne" famiglie sposate. ‘uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge può attendere.
Sergio Lo Giudice
Presidente nazionale Arcigay
La proposta di legge sulle famiglie, oggi in discussione e in via di approvazione presso il Consiglio della Regione Lazio, è un provvedimento dal sapore medievale e antilibertario, perché contrario alla libertà di accedere ad un diritto basilare come quello della casa per le coppie omosessuali e per quelle di tanti giovani che non hanno ancora deciso di sposarsi pur desiderando convivere insieme e fare un investimento sul proprio futuro di famiglia. Anacronistico se pensiamo che la più recente e vasta indagine condotta sulla realtà omosessuale in Italia, da un sociologo del’Università di Bologna del calibro di Marzio Barbagli (uno dei maggiori studiosi italiani della famiglia) insieme ad Asher Colombo, del’Università di Bologna, ha dimostrato – sorpresa delle sorprese – che gli omosessuali, da giovani, tendono a formare convivenze more uxorio più dei loro coetanei eterosessuali.
‘indagine – la più vasta e completa mai condotta in Italia e pubblicata recentemente, col titolo "Omosessuali moderni", dal’editore "Il Mulino" – dimostra infatti che nelle fascia ‘età tra i 25 e i 29 anni, i giovani omosessuali che scelgono la convivenza di fatto sono ‘8% tra i maschi e il 17% tra le femmine, contro rispettivamente il 2 e il 3% della popolazione generale. Questo dato sottolinea la completa inattualità della proposta di legge che la maggioranza conservatrice della Regione Lazio si appresta a votare, nonché il suo valore chiaramente discriminatorio e razzista verso chi, come gli omosessuali, in Italia, a differenza che in quella che ormai è la maggioranza dei paesi europei, non può sposarsi né regolarizzare in altro modo la propria relazione affettiva.
La discriminazione più grave tocca però i bambini, i disabili e gli anziani assistiti da famiglie omosessuali o semplicemente non sposate, che non potranno godere dei benefici e dei servizi previsti dalla legge per i figli e le persone che ricevano cura e assistenza dalle "più degne" famiglie sposate. ‘uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge può attendere.
Sergio Lo Giudice
Presidente nazionale Arcigay
