Grazia Francescato aveva pronunciato parole chiare, nel febbraio scorso, incontrando una delegazione del'Arcigay composta dal presidente Sergio Lo Giudice e dal segretario nazionale Davide Barba: "Il Girasole si impegnerà a fondo sui temi relativi alla questione omosessuale, facendo propria la piattaforma programmatica del'Arcigay e favorendo 'elezione di parlamentari sensibili alla questione dei diritti di gay e lesbiche".
Oggi arriva la conferma della buona notizia che fra i candidati che il Girasole conta di mandare a Montecitorio 'è il nome di uno storico esponente delle battaglie gay nel nostro paese, quello di Gianpaolo Silvestri.
Silvestri è stato fra i fondatori del'Arcigay, del cui Consiglio nazionale ha fatto parte fino ad un paio di anni fa, prima di dedicarsi a tempo pieno al suo incarico di responsabile nazionale diritti civili dei Verdi. Anche in questa veste, 'altra parte, è stato in prima fila nella lotta per la promozione dei diritti di gay e lesbiche: basti pensare alle iniziative nazionali organizzate dai Verdi sul tema delle coppie di fatto o alle campagne sulle Unioni Civili.
Silvestri sarà candidato nelle liste del Girasole per il proporzionale, come capolista in Lombardia 2 (comprensivo di Bergamo e Brescia) e terzo (primo dei Verdi) in Lombardia 1 (che comprende Milano): una collocazione che gli dà ottime possibilità di elezioni, se il Girasole raggiungerà la soglia del 4% cento.
Questa candidatura, che Arcigay sosterrà con impegno, si affianca a quelle già confermate di Franco Grillini in Emilia Romagna (con i DS) e di Titti De Simone (PRC) in Toscana, Campania ed Emilia. A queste vanno aggiunte le candidature di collegio di Ezio Menzione (a Pisa) e di Roberto Aere (a Verona) con Rifondazione.
Si chiude così una prima fase, quella della definizione delle candidature, su cui 'Arcigay può rivendicare un primo risultato positivo: in questa campagna elettorale non saranno solo gli omofobi Bossi, Casini e compari a parlare di omosessualità. La presenza di candidati e candidate rappresentativi del movimento gay e lesbico pone con forza il tema della parità di diritti delle persone omosessuali transessuali, tema con cui tutte le forze in campo dovranno confrontarsi apertamente.
Ci dispiace che nel centrodestra non sia maturata neanche una candidatura visibilmente gay. Questo, insieme al silenzio nei programmi, conferma che il carattere omofobo e razzista di alcune componenti della cosiddetta Casa delle Libertà può esprimersi nella complicità del'intera coalizione. In queste condizioni, ci auguriamo che non un voto gay vada ad ingrassare la rappresentanza parlamentare dei Bossi, dei Fini, dei Buttiglione che si confermano i peggiori avversari di una politica di libertà e di progresso civile del Paese.
Sergio Lo Giudice
Presidente nazionale Arcigay