A chi deve rivolgersi un diciassettenne che si scopre gay in Italia? Quale supporto psicologico può ricevere per non sentirsi isolato e oggetto costante di giudizio e pregiudizio? Che supporto riceve dalla scuola e dalla società? In che contesto di coetanei sé costretto a vivere? Il pestaggio del diciassettenne aggredito a Orbassano è la più drammatica testimonianza dei ritardi della scuola italiana.
Il giovane torinese, gay coraggiosamente dichiarato, si è trovato sballottato fra l'incomprensione della scuola e la violenza dei suoi coetanei. Nel deserto di iniziative pubbliche mirate a ridurre il suo disagio e a fornirgli modelli positivi di riferimento che supportassero la sua autostima prima che la sua incolumità fisica.
Arcigay ha considerato centrale in questi anni l'intervento sulle scuole, fornendo un'azione di supplenza necessaria ma inadeguata a coprire il massiccio intervento di cui ci sarebbe bisogno.
Da due anni sono attivi i corsi di formazione per insegnanti, autorizzati dal ministero della Pubblica Istruzione ma poi, nei fatti, autogestiti dall'associazione.
In tante scuole i nostri volontari vanno a parlare di omosessualità per creare un ambiente meno sfavorevole alla serena crescita ai gay e alle lesbiche che siedono sui banchi di scuola: ma ancora puo' accadere, com'e' accaduto oggi, che il preside di un liceo (il liceo Fanti di Carpi) impedisca un dibattito su questi temi.
La scuola italiana ha grosse responsabilità in un disagio di cui i fatti di Orbassano sono solo la punta dell'iceberg. La scuola si svegli se tiene ai suoi ragazzi.
Sergio Lo Giudice
Presidente nazionale Arcigay