GERUSALEMME – Mentre nei territori continuano le incursioni del’esercito di Sharon e gli israeliani vivono quotidianamente con la paura di un attacco kamikaze, la comunità gay scende per le strade di Gerusalemme per il gay pride, manifestazioni senza precedenti nel suo genere nella città. La polizia si è mobilitata mentre centinaidi gay e lesbiche sfilavano sotto lo slogan "Amore senza confini" che hanno anche pensato di lanciare in aria palloncini neri in ricordo degli israeliani e dei palestinesi uccisi in 20 mesi di intifada.
La sfilata ha destato fortissima ostilità negli ambienti ebraici ortodossi della città. Secondo la lista cittadina di Shas, quella odierna "’ in realtà una sfilata della vergogna, condotta da gente malata e disgustosa". Rabbini ultraortodossi, pur deprecando la iniziativa, hanno fatto appello ai loro fedeli di non avvicinarsi affatto alla manifestazione, anche per non esporre i timorati alla vista di "persone degne di essere condannate".
Daltronde la Torah è categorica sulla promiscuità sessulae e la taccia come’Toev’, abominio: è una pratica "odiata da Dio", che va punita con la morte.
Tuttavia, in Israele non mancano gli omosessuali ortodossi: lo hanno confermato oggi a Gerusalemme gli organizzatori della Gay Parade
secondo cui fra i loro membri attivi ve ne sono svariate decine che abitano nel rione religioso di Mea Shearim. Molti altri – suppongono – vivono in totale clandestinità.
Al di là di queste polemiche, la polizia di Gerusalemme teme che la presenza di una folla di persone – gli organizzatori prevedono ‘arrivo di alcune migliaia di persone – possa indurre militanti palestinesi a compiere nuovi attentati.