Da "Il Mattino"
PADOVA. Tremila in una piazza delle Erbe gremita (nella foto): un’inaugurazione nel segno della festa ma anche della polemica. Dal palco il portavoce Alessandro Zan accusa il Comune: «La scelta di negare alle nostre conferenze una sala municipale, adducendo pretesti grotteschi, rivela una concezione proprietaria delle istituzioni». Al suo fianco, l’attrice Luciana Littizzetto annuisce. Dalla folla si leva una bordata di fischi, destinatario Palazzo Moroni. Intanto, la Questura organizza il servizio d’ordine per evitare scontri. Il questore Poli assicura che il controcorteo di Forza Nuova e il Gay Pride sfileranno su percorsi separati.
PADOVA. Tremila nell’afa, una piazza delle Erbe gremita: se l’amministrazione comunale sbatte la porta in faccia al Pride, la prima risposta della città all’evento autorizza all’ottimismo i fan dell’orgoglio gay. Un’inaugurazione nel segno della festa – tra bandiere, musica e spettacolo – ma anche della polemica: «Credevamo che Giustina Destro fosse il sindaco di tutti i padovani, ci siamo sbagliati» accusa dal palco Alessandro Zan, portavoce della manifestazione «la scelta di negare alle nostre conferenze una sala municipale, adducendo pretesti grotteschi, rivela una concezione discriminatoria delle istituzioni. Peccato». Al suo fianco, Luciana Littizzetto annuisce. Dalla folla una bordata di fischi, destinatario Palazzo Moroni.
Giovani e giovanissimi, studenti e molte donne. Sotto il palco, una ragazza con le treccine rosse sta allattando. Nel mare di teste spunta un cartello giallo: «Noi atei non mandiamo la gente all’inferno». «Che festa sia» grida Miss Pomponia, improbabile madrina. E chiosa: «Alla facciaccia di chi ce vvole male». Precedute dal jingle di Guerre Stellari, arrivano le Arci’s Angels, tre drag queen, scafandri bianchi e parrucche colorate. Cantano, ballano e poi si spogliano: sotto i caffettani neri, protesi carnevalesche, tacchi a spillo e pistole ad acqua. Non proprio uno show indimenticabile, ma l’applauso è generoso. Così come per il transex che imita Patty Pravo con qualche scivolone pecoreccio («Quanta gente, tutti ricchioni?») e introduce la vera stella. Luciana Litizzetto, sì, in jeans, maglietta nera e cappello western in tinta: procede a balzi, come un canguro, e incassa un’ovazione.
«Sono Palomo Pesci, nato finocchio e rimasto così» esordisce «vi invito a vedere la mia collezione di profilattici: ne ho di bellissimi, quello a uncinetto, quello in vetro di Murano… ». Poi snocciola i soprannomi degli amici: Minimarket («Ha sempre la bottega aperta»), Smarties («Te ne fa vedere di tutti i colori»), Ovetto kinder («Guarda che sorpresa ho per te»). Risatine di simpatia, che diventano scroscianti un minuto dopo: «La Pivetti dice che ci dobbiamo curare. Leiiii». Frecciata alla sinistra («A parole ci sostengono, dietro le spalle ci chiamano froci») che la platea gradisce, poi l’inno semiserio agli etero: «Voglio sposarmi, voglio le doglie a costo di ingoiare una moka».
Trasgressiva Luciana, sì, ma fino a un certo punto. Legare il proprio target agli omosessuali stride con le regole televisive e può costare qualche contratto. Così, in chiusura, la nostra si affretta a precisare: «Io non sono gay, sono fidanzata, però credo nella tolleranza. E poi nessuno sceglie di esserlo, chi vorrebbe stare così male?». «Veramente io sto benissimo» è la replica raggelata di Zan.
Tant’è: taglio del nastro, «In bocca al lupo», e fuga a razzo, con due gorilla che la caricano in auto sollevandola, letteralmente, da terra.
E buonanotte ai suonatori, non fosse per una lettera aperta al sindaco Destro firmata da sei parlamentari – Franco Grillini e Piero Ruzzante, Franca Bimbi e Andrea Colasio, Titti De Simone e Nichi Vendola – e destinata a riaccendere gli animi. Toni durissimi, culminanti in un appello: «Poiché anche per i cuori più duri arriva sempre il momento dell’illuminazione, ci auguriamo e Le auguriamo, per il bene della città e per i diritti e le libertà che la Sua maggioranza non ha mai rappresentato, che possa cambiare il Suo atteggiamento negativo partecipando a una manifestazione che rimarrà nella storia positiva di Padova».