Da "Il Foglio" del 13.02.04 di Daniele Scalise
Kiss2PACS, un San Valentino a piazza Farnese per il diritto al legittimo bacio d’amore
Baciamoci!
Baciami, stupido. Scambiamoci liquidi e sentimenti. Soffiamoci l’un l’altro un po’ di vita. Assaggiamoci, mangiamoci. Se possibile, consumiamoci. Ma sopratutto smettiamola di parlare e dunque, via, baciamoci!
Domani, in piazza Farnese a Roma, migliaia di uomini e di donne baceranno migliaia di altri uomini e di altre donne dando vita a quella che è stata intitolata la Kiss2Pacs, il più grande kiss-in mai realizzato sulla terra. E per di più gay. Roba da mobilitare quei severi signori del Guinness dei primati che saranno lì a misurare quanti baci verranno scambiati sotto il cielo di Roma. Lo scandalo degli scandali, in una società in cui — grazie al cielo — ci si scandalizza di quasi niente, è davvero l’amore?
Due maschietti se si inchiappettano in qualche sauna, o due femminucce che pomiciano negli angoli bui di un club privé sono cose che ormai il nostro mondo ha bello che digerito. Persino le pubblicità spudorate che esibiscono frotte di sfilanti finocchietti elegantissimi, lesbicone tirate come delle virago mentre sorseggiano lussuriosi aperitivi, bisessuali stilisticamente ambigui che salgono e scendono da scaloni rinascimentali, trans che alludono desideri non più nascosti: tutto va bene, tutto fa brodo.
Ma l’amore no, non è sopportabile. Come non lo è il bacio che (lo insegnano i saggi cioccolatini) ne è la sigla indecente. No, il bacio tra due uomini o due donne cade sotto un cupo divieto. Cattivo gusto, commentano gli esteti perbenisti. Gesto inutile, affermano i pragmatici marpioni. Oscenità peccaminosa, bollano i baciapile.
E’ triste, signori, ma ci tocca andare in piazza e baciarci. Ci tocca partecipare a questa carnevalata per dire (anche per dirci) che il nostro sentire è legittimo. Che non possiamo soffocare nelle saune o dietro i cespugli o dentro i privé o i servizi pubblicitari. Che non possiamo fare gli educati, i perbene, i discreti.
Provate voi, signori e signore eterosessuali, a immaginare di vivere almeno per dieci minuti della vostra vita in un mondo in cui vi sia vietato di amare chi amate ricordandovi che i divieti non devono essere necessariamente legiferati, che ve ne sono molti legati al pulviscolo che respiriamo, agli sguardi che incrociamo, ai sospiri che si levano dalle poltrone dei treni.
Immaginate che poeticamente vi si proibisca un approccio o una dimostrazione di sentimento e di senso. Che vi si ridicolizzi appena prendete per mano la persona amata o desiderata. Provate. E ditemi come ci si sente.
Per questo domani, davanti a un palazzo che porta le tracce di quel frocione di Michelangelo, siamo obbligati a questo imbarazzante e squisito show-off per dire al mondo intero e interno che anche noi abbiamo diritto a essere straordinariamente felici. E anche terribilmente infelici.
Da "Il Manifesto" del 13.02.04 di Gianni Rossi Barilli
Per le coppie di fatto baci alla francese
Domani a Roma, davanti al’ambasciata di Francia, un kiss-in di massa. ‘iniziativa è stata indetta da Arcigay per il lancio della campagna a favore del Pacs, il Patto civile di solidarietà che tutela i diritti delle coppie non sposate. Etero e non
Ditelo con un bacio. ‘ questo ‘invito che Arcigay nazionale (con il sostegno di partiti, sigle sindacali, associazioni e nomi noti della cultura e dello spettacolo) rivolge per San Valentino a tutti gli italiani stanchi della cappa di politicismo baciapile che grava sul nostro paese. ‘appuntamento è per domani pomeriggio a Roma in piazza Farnese, dove ci sarà un kiss-in di massa (ovvero un bacio collettivo in piazza) a favore della proposta di legge istitutiva del Patto civile di solidarietà (Pacs), che riconosce giuridicamente i diritti delle coppie di fatto etero e omosessuali. Il luogo del’incontro non è puramente casuale perché proprio in piazza Farnese ha sede ‘ambasciata di Francia, paese in cui il Pacs è nato nel 1999 consentendo fino a oggi a oltre centomila persone di convolare a giuste «non nozze».
‘ una legge nella sostanza ipermoderata, che non intacca il copyright eterosessuale sul marchio «matrimonio» ma al tempo stesso ammette formalmente ‘esistenza di legami di coppia diversi dal matrimonio che vanno tutelati. Non sarà ‘Olanda, dove il matrimonio civile è consentito anche a gay e lesbiche in nome della par condicio tra orientamenti sessuali (peraltro sancita in termini generali dalla carta dei diritti Ue), ma certo non è neppure ‘Italia di Berlusconi con la sua retorica sulla sacralità del vincolo coniugale destinato a dare più figli alla patria.
Di proposito, chi spinge per la legalizzazione delle coppie di fatto anche da noi ha scelto il Pacs francese come modello, depennando così dalla piattaforma rivendicativa sia la richiesta del matrimonio tout court che quella della possibilità di adottare bambini per le coppie dello stesso sesso. La strategia scelta, in una certa misura, ha già dato qualche frutto, visto che la proposta di legge è stata sottoscritta da 160 parlamentari e che una petizione popolare in appoggio ha raccolto in pochi mesi molte decine di migliaia di firme. Il problema è che una maggioranza trasversale cementata dai veti della chiesa cattolica verso le unioni «irregolari» non vuole sentire ragioni e sta facendo di tutto per impedire che il tema sia affrontato in parlamento. I Ds hanno chiesto che la discussione sul Pacs venga messa al’ordine del giorno, ma il deputato della Quercia Franco Grillini (primo firmatario della proposta di legge) osserva che «non sarà facile, dal momento che ‘attività legislativa ordinaria è bloccata dagli innumerevoli provvedimenti ‘urgenza che servono di continuo alla maggioranza di governo».
E allora, ditelo con un bacio. Coppie etero e omosessuali sono in partenza verso Roma da tutta Italia per fare in modo che questo tenero gesto politico si senta forte e chiaro nei palazzi che contano. «La manifestazione – spiega il coordinatore della campagna `un Pacs avant’ Alessandro Zan – è un momento molto importante della nostra battaglia civile. Serve soprattutto a rendere visibili le coppie che chiedono il riconoscimento di un loro diritto fondamentale, garantito dalla costituzione. ‘ necessario uscire dal semplice confronto sui principi e mostrare che ci sono molte persone disposte a darsi da fare per non essere più considerate cittadini e cittadine di serie B».
In piazza ci saranno due coppie italo-francesi (una gay e una etero) che hanno sottoscritto proprio a Roma, nei locali del’ambasciata di Francia, il loro Patto civile di solidarietà e chiedono che anche ‘Italia ne riconosca a tutti gli effetti la validità giuridica. Saranno ‘esempio per tutte le altre (si prevede alcune migliaia) che non hanno avuto la stessa possibilità per ragioni di passaporto. In ballo ‘è anche ‘obiettivo ludico di battere il record di bacio collettivo al’aperto, stabilito qualche anno anno fa in Canada e corretto due mesi fa in Cile da 4.500 coppie. La sfida di domani sarà in contemporanea tra Roma e Manila.
Per stimolare la partecipazione dei romani, ‘iniziativa promette momenti di spettacolo e musica tutta da ballare prima di procedere, intorno alle 18,30, alle effusioni in senso stretto. Per i più seri e motivati, comunque, ‘è un appuntamento anche oggi (dalle 16,30) a palazzo San Macuto (sala del refettorio) per un convegno su Pacs e dintorni al quale partecipano giuristi e rappresentanti politici.
‘Italia agli antipodi del’Europa
Prendendo sul serio la nostra costituzione, che garantisce ‘uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, si potrebbe facilmente concludere che non esista nessun argomento sensato per opporsi al riconoscimento legale delle cosiddette coppie di fatto. In compenso di insensati ne esistono parecchi, ed è curioso che siano proprio questi a tenere banco in Italia quelle rare volte che si arriva a lambire la questione sul piano politico. Per esempio: come si può sostenere in buona fede che due persone adulte, scegliendo liberamente di vivere insieme, minano alla radice il concetto di famiglia solo perché chiedono allo stato di riconoscere il loro diritto di assistere il proprio compagno o compagna in ospedale, o di andarlo a trovare nel caso malaugurato che finisca in carcere, o di lasciargli in eredità i propri beni senza pagare uno sproposito in tasse di successione?
O anche: come si può seriamente dire che la tutela della famiglia come «società naturale» fondata sul matrimonio escluda altre forme di tutela destinate a cittadini e cittadine che non vogliono sposarsi o addirittura non possono farlo (vedi gay e lesbiche) perché la legge glielo vieta?
Eppure si tratta, alle nostre latitudini, degli argomenti cardine della discussione politica (quando ‘è), scrupolosamente ricalcati sui deliri repressivi del cardinale Ratzinger. E il peggio è che a usarli senza risparmio non è solo la destra più incarognita, rinchiusa nel suo fortino di fobie apocalittiche. Tut’altro. Tra i più ferventi sostenitori di queste e simili sgradevoli assurdità ci sono in blocco i cattolici del centrosinistra e perfino dei laici contagiati dal morbo della sudditanza al Vaticano per interposta Margherita. Su qualunque tema intorno al quale la morale cattolica pretenda di dettare legge (in senso letterale) ‘è subito, a livello parlamentare, una folta maggioranza bipartisan pronta a ratificare. ‘ accaduto recentissimamente sulla procreazione assistita e qualche mese fa perfino su un innocuo provvedimento che tendeva a ridurre i tempi delle procedure per il divorzio. Nel caso si arrivasse in questa legislatura a discutere formalmente del progetto di legge sul Patto civile di solidarietà (Pacs), che legalizzerebbe le famose coppie di fatto, accadrebbe la stessa cosa.
Sembra di guardare una fotografia del’Europa a rovescio: mentre nel resto del continente sono sempre più numerose le forze politiche di destra che abbandonano lo scomodo terreno di lotta contro i diritti individuali, inchinandosi a elementari principi liberali (ultimi in ordine di tempo i conservatori inglesi), in Italia si ingrossano le fila degli ex progressisti fulminati sulla via di piazza San Pietro e dei suoi serbatoi elettorali. ‘ facile prevedere un peggioramento della situazione sotto le ruote del triciclo di Rutelli, Fassino e Boselli, visto che tutto quanto riguarda la libertà delle persone non è mai questione politica ma sempre «caso di coscienza» che ciascun politico risolve a modo suo.
La manifestazione di domani a Roma a favore del Pacs chiede ‘approvazione di una legge presentata dai Ds e sostenuta da tutti i partiti della sinistra più i radicali. Ma al triciclo, nel caso specifico, manca almeno una ruota. Non resta che una tenue speranza in Prodi, che è andato a studiare a Bruxelles ed è presidente di quella Commissione europea che appoggia la manifestazione romana sul Pacs in nome della lotta alle discriminazioni. Chissà che un buon cattolico come lui non riesca a produrre qualche miracolo politico che salvi ‘Italia almeno dal ridicolo.