I giudici inglesi: i figli crescono bene nelle coppie gay

  

LONDRA – Alla fine, i giudici del Regno Unito si sono dovuti arrendere al politically correct. E da adesso in poi dovranno abituarsi ad evitare di usare parole come immigrato, asiatico, uomo e donna, di colore… Tutti termini che possono discriminare, che possono implicare una valutazione di tipo razziale, ai quali pero’ e’ difficile rinunciare nella vita di tutti i giorni.

In un opuscolo di oltre 300 pagine, ai magistrati viene in particolare raccomandato di non offendere le donne. In quest’ottica ‘postman’ (postino), ‘businessman’ (uomo d’affari) o ‘fireman’ (vigile del fuoco), vengono assolutamente vietati, come tutti i termini che contengono la parola ‘man’, uomo in inglese. Al bando anche l’espressione per indicare coppie sposate come ‘man’ and ‘wife’, che deve essere invece sostituita dalla parola ‘husband’ (marito).

Le direttive sono contenute in una versione aggiornata di ‘Equal Treatment Bench Book’, pubblicato dal Judicial Studies Board, l’autorevole organismo che si occupa della categoria, e che dispensa consigli e linee guida da seguire durante la carriera. La purga del linguaggio dei giudici e’ stata appoggiata anche da Lord Woolf, il numero due della gerarchia giudiziaria del Regno Unito.
Niente ‘asylum seeker’ (richiedente asilo), secondo le linee guida a cui dovranno attenersi i giudici, perche’ ha una connotazione peggiorativa. Per lo stesso motivo e’ vietato usare il termine ‘asiatico’ (considerato una parola di convenienza) e ‘di colore’ (bollato come offensivo).

Il libro dedica un ampio capitolo all’omosessualita’. E’ importante, sottolinea, non rivelare se un testimone e’ omosessuale. ”Si possono distruggere famiglie, provocare licenziamenti, devastare relazioni rivelando dettagli non necessari”, dice. ”I tribunali e le corti devono essere consapevoli che questi fattori possono costituire ulteriori pressioni su testimoni o vittime gay o lesbiche, e dovrebbero cercare di trovare il modo di impedire che questo accada”, prosegue.

Per i giudici che si occupano di adozioni, il manuale ricorda che ci sono ”obiettive ricerche” secondo le quali i bambini affidati agli omosessuali crescono bene come quelli allevati da coppie eterosessuali. Tanto piu’ – sottolinea – che una persona su dieci e’ omosessuale e che la scoperta del proprio orientamento sessuale di solito avviene entro i 16 anni.

I gay e le lesbiche promiscui, invece, non dovrebbero essere presi in considerazione come genitori, anche se il testo sottolinea che il discorso della fedelta’ degli omosessuali e’ diverso da quello delle coppie etero. Un comportamento fedele puo’ essere maggiormente concentrato su un comportamento onesto da un punto di vista emotivo piuttosto che da quello sessuale.


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