Come vive un gay a Belluno? Male, molto male

  

«Come vive un gay a Belluno? Male, molto male. Il sondaggio di Goletta Gay non è sbagliato, come dice il nostro caro Mister X. Anzi, è giustissimo». Antonello Manieri ha 30 anni e vive a Pieve di Cadore da quattro, dove gestisce un bar a Tai e un disco bar, il Baja del Lago, a Sottocastello.«Io, – chiarisce subito – sono gay dichiarato e vivo con il mio compagno. Ma sono stato anche a Roma per dieci anni e devo dire che la differenza fra la grande città e la provincia è grandissima».

Quando hai scoperto di essere gay?

Pieve di Cadore (BL)

Pieve di Cadore (BL)

«In pratica l’ho sempre saputo. Mi sono sempre sentito diverso dagli altri. A quattordici anni c’è stata l’accettazione della mia sessualità, con le prime esperienze. Non è stato subito chiarissimo, ho provato anche a stare con le donne. Poi però non ho più avuto dubbi. L’ho detto a mia madre, e sono andato via di casa, a Roma. Un po’ per vivere la mia vita, un po’ per non mettere lei in difficoltà. Sai, vivevamo in un paesino della Calabria, per lei poteva essere difficile».

Poi come è andata?

«Poi, pian piano mi ha accettato. E adesso abbiamo un rapporto bellissimo. Mio padre invece non l’ha mai saputo, perché è morto che ero giovanissimo».

E a Roma che cosa hai fatto?

«Ho lavorato, per un’agenzia di moda e spettacolo e per una catena di supermarket, ho studiato e convissuto per cinque anni con un ragazzo. Poi, a 26 anni, mi sono trasferito a Belluno per amore. Con quel ragazzo non ha funzionato, ma sono rimasto qui lo stesso. E adesso vivo con il mio attuale ragazzo, un ballerino brasiliano che insegna danza moderna e latino americano».

A Pieve hai aperto due locali. Il fatto di essere gay dichiarato disturba la tua attività pubblica?

«No, al contrario. Credo che la mia vita omosessuale mi abbia agevolato nei vari lavori che ho fatto. Io mi sento fortunato».

Perché allora dici che a Belluno si vive male da gay?

«In effetti non parlo per me. Io ho moltissimi amici, forse più etero che gay, e moltissime sono amiche di sesso femminile, con le quali ho rapporti bellissimi. Parlo per i ragazzi omosessuali di queste zone che vivono nascosti, nell’ombra. Anzi, qui sono gli stessi gay ad evitarsi per il timore che frequentandosi, venga alla luce la loro omosessualità. I gay bellunesi non ti salutano nemmeno se li incontri nei locali di Padova o Venezia, tanta è la loro paura di essere scoperti. E poi in generale vivere a Belluno per un gay non è facile: troppe volte ti senti alle spalle le risatine della gente o commenti non appropriati. Lo stesso Mister X, se vivesse bene la sua omosessualità, non avrebbe avuto bisogno di nascondersi dietro l’anonimato».

E nella grande città?

«Di sicuro è più facile vivere per un gay. Lì a nessuno importa chi sei o che cosa fai. E poi non è vero che i locali sono ghettizzanti. Sono frequentati da omosessuali così come da tanti altri tipi di persone. Invece qui a Belluno credo che un locale gay non potrà mai funzionare. La gente avrebbe paura».

«Manca un’associazione per aiutare chi ha bisogno»

«Sono tanti i gay bellunesi che se ne vanno in altre province perché qui non vivono bene». Lo dice Antonello, e lo conferma lo stesso Mister X, di cui ieri abbiamo riportato l’esperienza personale, dal momento che si è trasferito per gli studi a Bologna.
«Qui – continua Antonello Manieri – servirebbe proprio una associazione mirata. Sono troppi i ragazzi che vivono male la propria condizione, che cercando di rimanere nascosti ad ogni costo, per paura del giudizio degli altri, della famiglia, degli amici. Un’associazione come Arcigay, oltre ad essere un punto di riferimento per persone che vivono la stessa condizione, può offrire la consulenza di psicologi, persone esperte in questo genere di problematiche, e comunque dare una mano. Spesso le persone arrivano a tenersi dentro i loro problemi per dieci o perfino venti anni. Mentre a volte basterebbe anche solo un numero di telefono, con una persona comprensiva e disponibile ad ascoltarti all’altro capo del filo, per sciogliere tante paure».

Infatti anche nel Bellunese fino a quindici fa, per due anni, c’è stato uno sportello gay presso il locale circolo Arci. Salvo poi chiudere al momento che le persone che lo avevano istituito hanno scelto a loro volta di trasferirsi altrove.

«Con gli amici non è sempre possibile parlare, confidarsi – continua Antonello – Mister X è stato fortunato. Dice che i suoi amici, pur dichiarandosi omofobi, quando hanno appreso la sua condizione non ci hanno trovato niente di strano e lo hanno accettato. Ma non è sempre così. In realtà le persone spesso cambiano quando vengono a sapere una cosa del genere».

Per conoscersi la chat o il sex shop

Per conoscersi i gay, a Belluno così come accade un po’ dappertutto, ora hanno un grande alleato: Internet.
Molte sono le chat in cui è possibile scambiare quattro chiacchiere, conoscersi, scambiarsi le rispettive foto e, eventualmente, decidere di incontrarsi. «Ma a Belluno so per certo – è ancora Antonello Manieri a parlare – che, al momento che due persone scoprono di essere di questa provincia preferiscono non incontrarsi, e andare al di fuori, a Treviso, Padova, Vicenza, anziché rischiare di essere riconosciuti qua».

Oltre alle chat e alle rubriche di annunci sulle riviste specializzate, c’è anche la possibilità di mettere i propri annunci nelle bacheche dei sex shop. In provincia sono due. Questo metodo è utilizzato molto spesso, per lo più da chi cerca esperienze con l’altro sesso. Gli annunci gay costituiscono più o meno una fetta del trenta per cento.


Ecco i 3 Circoli Arcigay del Veneto

Circolo Arcigay Bassano del Grappa
Largo Parolini 39 – 36061 Bassano del Grappa (VI)
Tel. 338.7784510
[email protected]

Circolo Arcigay Tralaltro
Via S. Sofia 5 – 35121 Padova
Tel. 049.8762458
Infoline 340.1734953
Telefono Amico Lun 21 — 23.30 Mer 18 — 20 Tel. 049.8762458
www.tralaltro.it
[email protected]

Circolo Arcigay Pianeta Urano
Via Nazario Sauro 2 – 37129 Verona
Tel. 340.5902328
[email protected]


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