Impazza il Mardi Gras!

  

Il programma del gran finale del Mardi Gras 2004

Venerdì 30 luglio

Ore 21.30
Dibattito
PRIDE: PIU’ CHE ORGOGLIO
Modera: Vladimir Luxuria
Partecipano:
Federico Assenza, organizzatore del Gay Village di Roma
Aurelio Mancuso, segretario nazionale Arcigay
Giovanni Dall’Orto, direttore del mensile PRIDE
Paolo Ferigo, presidente Arcigay CIG Milano
Domenico Moretto, membro del direttivo del Circolo Mario Mieli di Roma

Concerto di GLORIA GAYNOR

Gloria Gaynor. Un nome conosciuto in tutto il mondo. Una voce portentosa. Una canzone indissolubilmente legata al suo nome, "I Will Survive", vincitrice di un Grammy Award e capace di ispirare ed emozionare ascoltatori in ogni angolo del mondo. "I Will Survive" risulta ancora oggi una delle canzoni predilette dall’industria cinematografica, come dimostra la sua inclusione nelle colonne sonore di oltre una mezza dozzina di importanti film nel solo 2000. A coronare questo successo, nel 2002 Gloria Gaynor conquista il primo posto della Top 100 delle canzoni dance di tutti i tempi stilata da VH-1, con "I Will Survive".

Gloria Gaynor

Gloria Gaynor

E’ dal 1973 che Gloria Gaynor fa epoca, da quando piazzò al numero uno della neonata classifica Disco Action Charts di Billboard il suo "Never Can Say Good-Bye", la prima canzone a ottenere lo status ufficiale di numero uno nel mondo della musica dance. Nel marzo del 2001 il suo singolo "Just Keep Thinkin’ About You" scala fino in vetta la classifica Dance/Club di Billboard, mentre la sua hit internazionale "Last Night", con Giorgio Moroder, entra direttamente al numero 1 delle classifiche di tutta Europa.
La popolarità di Gloria Gaynor continua a crescere anche nel nuovo millennio. Nel marzo del 2002, in occasione dei World Music Awards a Monte Carlo, riceve il prestigioso LEGEND Award, consegnatole dal Principe Alberto, suo fan di vecchia data. Gloria Gaynor lascia il segno anche a Broadway, con la rivista musicale "Smokey Joe’s Café" che stabilisce un record per il numero di repliche andate in scena. È poi ospite di serie televisive della FOX di grande successo, quali "That ’70’s Show" e "Ally McBeal", grazie alle quali si fa conoscere e apprezzare da un’intera nuova generazione di telespettatori.
Nel settembre del 2002 pubblica un album intitolato "I Wish You Love": è il primo lavoro di Gloria Gaynor distribuito internazionalmente da 15 anni. Comprende 15 singoli, tra cui la power ballad "I Never Knew" (uscita nel luglio 2002), con remix dance curate da Hex Hector, già vincitore di numerosi Grammy.
I concerti dal vivo sono una parte integrante dell’attività di Gloria Gaynor, che nel corso della sua carriera ha emozionato le platee di oltre 80 paesi con performance elettrizzanti. Gloria ha anche trovato il tempo di scrivere un’autobiografia dal titolo "I Will Survive" (St. Martin’s Press), mettendo a nudo molti aspetti dell’avventura della sua vita. Numerosi sono poi i suoi impegni nella sfera della beneficenza, che la vedono partecipe di importanti iniziative quali il Rita Hayworth Gala for Alzheimer e la Revlon Annual Walk for Life.

Sabato 31 luglio

Ore 21.30
Dibattito
SIAMO TUTTI SIEROPOSITIVI
Moderano: Fabio Canino e Franco Grillini
Partecipano:
Enrico Rossi, assessore al diritto alla salute della Regione Toscana
Giuseppe Ippolito, membro della Commissione AIDS del Ministero della Salute
Susanna Barsotti, presidente della LILA Livorno
Simone Marcotullio, membro di Nadir Onlus

Concerto di BILLY MOORE, SESTRE e JIMMY SOMMERVILLE

Jimmy Sommerville

Jimmy Sommerville

Il ragazzo di Glasgow, Jimmy Somerville, ebbe il suo primo successo nel 1984, con la band dei Bronski Beat. "Smalltown boy" il singolo con cui debuttarono, arrivò in cima alle classifiche di tutta Europa, facendo conoscere ovunque l’inusuale falsetto di Somerville ma anche portando al centro della pop music le tematiche legate al disagio di essere gay in una città di provincia. Anche se non era la prima volta che una canzone trattava questi temi, "Smalltown boy" divenne, grazie al sound orecchiabile e all’atteggiamento aperto e antidivistico dei tre performer, il più grande successo gay della storia della musica. A cui ne seguirono tanti, come la cover del brano di Donna Summer "I feel love" registrato insieme con Marc Almond.
Affaticato dai mille impegni che il successo imponeva, Jimmy lasciò i Bronski Beat nel 1986, per formare poco dopo i Communards, con il vecchio amico e tastierista Richard Coles. Il nuovo gruppo si caratterizzò per un mix di buona disco "gay" d’annata e di canzoni più vicine al blues, più acustiche e con temi più sociali e politici. Cosa che nell’Inghilterra della Thatcher fece un’impressione molto forte. Dei singoli, "Don’t leave me this way" restò al primo posto in classifica per settimane, così come il commovente lamento silenzioso per la perdita di un amico ucciso dall’AIDS in "For a friend".
Alla fine del 1988, Richard si separò per iniziare una carriera come commentatore religioso, e Jimmy iniziò la carriera solista, con la produzione di due album di successo: "Read my lips" (1989) e "The singles collection" (1990) che includevano una cover del brano di Sylvester Sylvester’s "You make me feel (mighty real)", e una di "Comment te dire adieu" di Francoise Hardy. Inoltre partecipò all’album che faceva parte del progetto di informazione sull’AIDS "Red hot and blue", registrando una cover del brano di Cole Porter "From this moment on".
La visibilità con cui Jimmy Somerville ha sempre affrontato la propria omosessualità non gli ha mai impedito di vendere dischi. Anzi, la sua onestà come artista gay gli ha quasi certamente spianato il terreno. Da quando nel 1991 ha lasciato le classifiche, Jimmy ha deliberatamente scelto di dedicare parte della sua esistenza a – come dice lui stesso – vivere la sua vita di uomo gay degli anni ’90. Mentre la sua voce si prendeva una lunga vacanza, si è buttato anche nel lavoro cinematografico, partecipando a "Orlando" di Sally Potter e creando una casa di produzione di film gay, la "Normal Films", insieme con Isaac Julien e altri, per produrre "Postcards from America" che è stato presentato nel 1994 al New York Film festival.
"Negli ultimi anni – dice Jimmy – ho davvero vissuto la vita e ho scoperto me stesso. Ho scoperto anche che cosa vuol dire far parte di una comunità colpita dal dolore e dalla rabbia per l’AIDS, che si è portato via un sacco di amici. Le nuova canzoni che ho scritto trattano queste personalissime esperienze di vita, d’amore, di sesso e di morte".
L’album "Dare to love" esce nel giugno ’95, con il suo carico di canzoni ispirate alla pop dance e altre più serie dedicate alle tematiche gay, e il primo singolo "Heartbeat" va subito al primo posto della classifiche dance in America. A questo seguono successi come la cover di "Hurts so good" di Susan Cadogan, e "By your side", uscito nell’ottobre ’95 e seguito da un tour nel Regno Unito.
Nel 1997 Jimmy cambia casa discografica, e si esibisce all’Europride di Parigi e al St. Christopher Street Day Parade di Colonia. Nell’autunno di esibisce per il decimo anniversario del giornale gay "The Pink Paper" insieme con The Human League, Kylie Minogue, My Life Story, Heaven 17 e altri.
Nel 1998, dopo un trionfale tour in Australia, si dedica alla scrittura del nuovo album, "Manage the damage"; a maggio ’99 esce il primo singolo "Something to live for" e a giugno iene pubblicato l’album, "una selezione eclettica di canzoni che intepreto per me stesso", dice Jimmy.
Gli anni successivi hanno visto Jimmy impegnato in lunghi tour in tutto il mondo: Germania, Italia, America, Australia… Fino al 2003, dedicato, oltre che ad altri progetti musicali e alla partecipazione a iniziative benefiche, a lavorare sul nuovo album, ormai in procinto di essere pubblicato…


Da Gay.it del 29.07.04 di Roberto Taddeucci
È PARTITO IL MARDÌ GRAS
Ha preso il via l’edizione 2004 della kermesse torrelaghese. Ieri sul palco, con Fabio Canino, l’estro di Moira Orfei ed il talento di Ennio Marchetto. Stasera Mr Friendly e The Choice.

TORRE DEL LAGO – Il rito si rinnova. Ancora una volta le calde notti estive di quel tratto di costa tirrenica a sud di Viareggio tornano ad animarsi di eventi, sia culturali che spettacolari, all’insegna dell’arcobaleno gay. La Friendly Versilia ha aperto anche quest’anno le porte al Mardì Gras, anticipato stavolta alla fine di luglio. Un cambio di date, come si sa, avvenuto non senza qualche polemica e che probabilmente comporterà un certo scotto da pagare in termini di presenze. Ma è presto per fare bilanci, la serata inaugurale col compito di rompere il ghiaccio appena archiviata.

Intorno alle 22, presso l’area dibattiti del ristorante Snàporaz, si è svolto il primo di una serie di incontri nei quali si potrà discutere di argomenti di interesse comune. Il moderatore Vladimir Luxuria ha abbandonato le notti capitoline ed è approdato a questo suo nuovo incarico armato di buoni intenti ed esibendo uno spettacolare cespuglio capelluto nero corvino, da far invidia agli african-american di colore della prima metà degli anni ’70. L’argomento in discussione riguardava le "gaye vacanze", ovvero quell’interessante fenomeno che è già ampiamente consolidato in ambito internazionale e che vede tante località turistiche prestare una particolare attenzione ad una fetta specifica del mercato vacanziero. Christian Vanuxem, rappresentante del consorzio che organizza Friendly Versilia, ha ricordato quanto l’integrazione tra turismo di vari generi si sia già verificata con ottimi risultati in molte località estere. L’assessore al turismo della Regione Toscana Susanna Cenni ha detto di poter considerare questa esperienza come un episodio pilota. Col declino oramai consolidato del turismo familiar-generalista, l’apertura e la valorizzazione delle nicchie di mercato può rappresentare una ragguardevole controtendenza dal punto di vista economico e al tempo stesso avere anche una funzione sociale. Franco Pulzone, assessore al turismo del Comune di Viareggio, in riferimento al cambio di date ritiene che l’evento possa beneficiare dal fatto di svolgersi in un posto bellissimo dal punto di vista naturalistico in un periodo meno sovraffollato rispetto alla metà d’agosto, mentre Maria Assunta Casaroli, funzionario della locale APT, ha ricordato che la Versilia per prima ha avuto il coraggio di aprire a questo particolare tipo di turismo di livello medio-alto e certamente da valorizzare. In chiusura Alessandro Cerrai, segretario della Confesercenti di zona, ha ringraziato gli organizzatori rendendo loro merito per l’indotto che l’evento provoca.

Non a fare il turista ma a lavorare è arrivato in zona anche Fabio Canino, non solo direttore artistico del Mardì Gras ma anche effervescente presentatore dei vari spettacoli che di sera in sera verranno proposti. Lo si è visto arrivare sul palco vestito in jeans e maglietta rossa, sembrava un tecnico della compagnia del gas: un tocco anticonvenzionale per una manifestazione che ha nella sua simpatica originalità il proprio punto di forza. O forse, come ha detto lui con tono scherzoso, si è veramente dimenticato il vestito elegante in albergo!

Comunque sia, anche se avesse indossato il miglior completo delle grandi occasioni non avrebbe mai potuto competere con l’abbigliamento di colei che di li a poco è arrivata sul palco, la vera regina della serata, l’intramontabile Moira Orfei, venuta a ritirare il premio come personaggio gay friendly dell’anno. Vestita e truccata come al solito senza badare a spese e affiancata pure da un paio di sosia-fans, la simpaticissima Moira, seduta su un vero e proprio trono, ha scherzato con il presentatore, interagito col pubblico, raccontato aneddoti e infine accettato targhe, premi, sculture in vetro di Murano, mazzi di fiori e applausi ribadendo dal palco quello che già aveva affermato nella nostra recente intervista: "Amo i miei amici gay!". Il pubblico ha contraccambiato l’affetto, salutandola con calore.

La serata si è conclusa come meglio non avrebbe potuto: lo spettacolo "Carta Diva" del formidabile Ennio Marchetto ha conquistato davvero tutti, con una esibizione che ha dimostrato ancora una volta (se mai ce ne fosse bisogno) che stiamo parlando di un Artista con la maiuscola. Tra teatro, mimo, musical e spettacolo in drag Marchetto ha costruito uno show a prova di proiettile, semplice nel concetto ma difficilissimo da far volare così alto. Sul palco solo lui, di volta in volta proponendosi al pubblico con un costume di carta dal quale escono sempre sorprese e meraviglie, con un ritmo e dei tempi incessanti.

La grandissima abilità di questo artista, e del suo collaboratore dietro le quinte Sosthen Hennekam, sta nel saper catturare l’essenza caricaturale dei personaggi che propone, facendone una rappresentazione che è sempre anche un omaggio. Ecco allora che sul palco si susseguono miti dello spettacolo internazionale: da Marilyn a Barbra, da Cher a Madonna, da Mina a Doris Day, sino alle Supremes (tutte e tre!). Da segnalare anche un’apparizione di Gloria Gaynor, attesa in carne ed ossa venerdì sera sullo stesso palco. Un angolo del costume di carta che si apre e si dispiega ed ecco che Biancaneve si tramuta come per incanto in Renato Zero, da una Whitney Houston con problemi di playback sboccia una grintosa Tina Turner, mentre sotto il compunto atteggiamento della Regina Elisabetta d’Inghilterra batte l’oltraggioso cuore rock della vera regina dei Queen, l’indimenticabile Freddie Mercury. Si chiude con Liza Minnelli in un uragano di applausi meritatissimo e che Marchetto è abituato da tempo a ricevere dal pubblico di tutto il mondo. Vorremmo poterlo vedere più spesso nel nostro paese, dove è certamente meno affermato di quanto meriterebbe. Benissimo ha fatto Fabio Canino a volerlo nel cast degli ospiti del Mardì Gras, il cui spettacolo continua nelle prossime serate.


  •