Colin Farrell, intreccio di dolore e passioni bisex

  

VENEZIA – «I due ragazzi protagonisti del mio film sono uniti da una amicizia che li segnerà per sempre. Da adulti incontreranno una donna e il loro triangolo amoroso, non sessuale, poi sarà segnato dal dolore, dai cambiamenti della vita», dice Michael Mayer, il regista di Una casa alla fine del mondo , accolto nella sezione Mezzanotte da lunghissimi applausi.

Colin Farrell

Colin Farrell

«Non è una storia gay, o perlomeno non soltanto», aggiunge l’autore. Il film (che narra la vicenda di due adolescenti di Cleveland che condividono sesso e spinelli; tanti anni dopo si ritrovano a New York, uniti dall’amore per una donna), è tratto da un libro del Premio Pulitzer Michael Cunningham.

Ha ottenuto un corale successo di critica in America. Una fetta di platea di diverse generazioni lo ha sostenuto al box office e in dibattiti che si sono trasformati in confronti e scontri sociali, di costume, culturali, chiamando in causa tutto il movimento gay. Questo pubblico lo ha difeso dagli attacchi dei puritani.

«A spingere il pedale dello scandalo è stata un’America sempre più confusa, rigida per difesa e paura. Il libro di Cunningham è talmente profondo nel disegno dei due uomini e della donna, del mondo, delle famiglie intorno a loro. Ritornano con il nostro film quei difficili, coraggiosi, nuovi anni ’80 in cui molte speranze e battaglie non erano state messe alla sbarra da questa nuova ondata puritana che, pilotata da Bush e paradossalmente spalleggiata anche da Kerry, solo perché vuole vincere le elezioni e non si espone in modo preciso sui gay, oggi sta facendo regredire l’intera vita e cultura americana».

Uno dei due principali interpreti è Colin Farrell, nel ruolo di un bisex. Una sequenza di nudo integrale dell’attore è stata «censurata» dallo stesso regista. Il divo sta girando in Virginia il nuovo film di Terrence Malick e solo per questo motivo non è venuto a Venezia. Ha sostenuto il film, in ogni modo. «Dite pure che sono diventato gay, purché andiate a vedere il nostro lavoro e cerchiate di capire tante cose che ci circondano, ieri come oggi», ha dichiarato persino in tv.

Nella pellicola c’è una scena molto scabrosa, di cui sono protagonisti i due adolescenti. «Per queste immagini – spiega il regista – Neil Young ha rifiutato di darci una sua canzone mentre brani di Bob Dylan, Robbie Robertson e Steve Reich sottolineano l’ambientazione negli anni ’80».


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