PESARO – L’Arcigay di Pesaro cerca una sede per la propria associazione. I consiglieri provinciali dei Ds Simone Mattioli e Antonella Amaranti, Claudio Mari dei Verdi, Paolo Binotti e Orlando Lustrissimini del Prc hanno presentato al presidente della Provincia Palmiro Ucchielli una richiesta affinché “come è stato fatto per tante altre associazioni – dicono – anche ‘Arcigay, che raccoglie gli associati di tutta la provincia, possa avere una collocazione nella città”.
Pesaro
Nata nel 1998 ‘associazione conta al momento più di 80 associati ed è presente attivamente nella vita politica, con importanti battaglie che hanno per oggetto la lotta contro le discriminazioni, la prevenzione nelle malattie sessuali e altre importanti tematiche. «Nel’ultima riunione itinerante – spiega il presidente uscente Duccio Paci – è stato eletto il nuovo direttivo e tra poco tempo avremo il nome del nuovo presidente. Ma quello della sede – aggiunge – è un problema che cerchiamo di risolvere da quando abbiamo costituito ‘associazione e già allora, nel’98, richiedemmo al Comune di Pesaro una sede, che ci era stata promessa ma poi non ci venne assegnata.
Nel 2003 la richiesta è stata inoltrata al’allora assessore ai servizi sociali Marco Savelli, che trovò un sito ideale per noi». Si tratta del’ex deposito degli scuolabus in via del’Acquedotto nei pressi del’Aspes. «Andammo anche a visitarlo insieme al’assessore – spiega Paci – ma poi non fu possibile assegnarlo, sembra, per un veto della Margherita e del vicesindaco di quella giunta. Ma nessuno ci disse più nulla anche se inoltrammo u’altra richiesta al Comune nel 2004».
Sia pure senza una sede, ‘attività del’Arcigay della provincia di Pesaro e Urbino continua incessante con importanti iniziative tese a modificare anche attraverso le istituzioni il pregiudizio ancora esistente nei confronti degli omosessuali e sulle coppie dello stesso sesso: «Siamo presenti in consiglio comunale – sottolinea Paci – e abbiamo suscitato diversi spunti, non ultimo il dibattito sulla modifica dello statuto della Regione Marche con precise norme antidiscriminatorie, così come sono concepite nella costituzione del’Unione Europea e come sono state inserite nello statuto della Regione Toscana, ma i nostri politici hanno fatto finta di niente. La nostra presenza è stata costante anche con proposte per la formazione delle linee programmatiche della giunta dell’attuale sindaco Luca Ceriscioli, ma sono rimaste inascoltate».