In attesa di u’auspicabile legge dello Stato, e per sollecitarla dal basso, già alcune decine di Comuni italiani hanno istituito un Registro delle Unioni Civili: Firenze, Gubbio, Bolzano, Bari, Bologna e Ferrara, per citarne solo alcuni.
Due che si amano, la vignetta di Staino sull’home page di Arcigay Turing
In Europa sono invece diverse le nazioni che hanno regolamentato le unioni omosessuali, Olanda e Belgio, Spagna, Danimarca, Finlandia, Germania, Islanda, Norvegia, Svezia e Svizzera. Il Consiglio europeo ha raccomandato gli Stati membri del’Unione di considerare ‘orientamento sessuale al pari dei motivi di discriminazione punibile dalla Convenzione europea dei diritti del’uomo (raccomandazione n.1474 del 2000).
Approvare il registro delle unioni civili a Riccione sarà un primo passo per accogliere con pieni diritti e doveri le persone omosessuali al’interno della società. ‘Arcigay Alan Mathison Turing di Riccione sta lavorando a questo, insieme alle autorità civili del Comune, anche attraverso il lavoro e la visibilità dei propri soci. Non si attacca la famiglia tradizionale perchè nulla toglie alle coppie eterosessuali di sposarsi regolarmente, ma si aggiunge una possibilità per tutti di regolarizzare la propria unione. Come si può accusare gli omosessuali di voler distruggere la famiglia se proprio questi, con enorme sforzo, vogliono vedere riconosciuta la propria unione?Siamo a favore delle politiche di sostegno della famiglia.
‘ importante che la famiglia tradizionale sia stabile e pronta ad accogliere ed aiutare a crescere anche il proprio figlio gay. ‘ ora di finirla con le discriminazioni, siamo persone umane come tutti, con lo stesso bisogno di amare ed essere amati. Siamo gli unici che ci occupiamo di questi problemi, abbiamo bisogno di una mano da parte di tutti.Il fatto che due persone dello stesso sesso vogliano condividere un percorso di vita insieme, fa si che ci sia un percorso di solidarietà e mutuo aiuto, valori che non si discostano da quelli cristiani.
Siamo sempre aperti al confronto e al dialogo; invitiamo tutti a partecipare al’Assemblea pubblica di Arcigay Riccione il 13 Febbraio al Palazzo del Turismo. Ringraziamo per questo il sindaco Daniele Imola e chi appoggia la proposta di istituzione del registro; ricordiamo che questo strumento non sarà solo a disposizione delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto di quelle che, pur non volendosi sposare, vogliono comunque regolarizzare la loro unione.
Il presidente Arcigay – Riccione
Davide Piccioni
La rassegna stampa dal "Corriere di Romagna
29 gennaio 2005
I gay spalancano le porte ai politici
Riccione – Politici, commercianti, albergatori e bagnini: tutti invitati dai gay al palazzo del Turismo di Riccione per rilanciare la vacanza "omo", quella che andava tanto di moda negli Anni Ottanta e che ora invece sembra finita nel dimenticatoio.
Non è la prima volta che ‘Arcigay scende in campo per il rilancio del turismo omosessuale. Spesso in passato ‘onorevole Franco Grillini e altri esponenti del movimento hanno tentato di flirtare con una Riviera che in passato li ha resi celebri e tuttora ospita una delle più note discoteche di settore. Il risultato sono state solo chiacchiere, non altro, ma questa volta i gay hanno deciso di fare sul serio e in occasione del congresso comunale del’associazione hanno scelto di spalancare le porte a tutti i politici e gli imprenditori della città per compiere davvero dei passi avanti. "Il terreno è di nuovo fertile per ridare slancio a una realtà gay che finora è stata accantonata – scrivono i responsabili della sezione locale del’Arcigay -: nuove realtà ricreative, la costante richiesta di turismo gay come è stato negli anni’80 e le condizioni politico-amministrative locali particolarmente favorevoli, rendono possibile e necessaria ‘apertura di un dialogo tra tutte le forze in gioco".
Per questa ragione nei giorni scorsi sono stati spediti gli inviti a partecipare al congresso (che si terrà al palazzo del turismo domenica 13 febbraio alle 15) a tutti i consiglieri comunali (destra o sinistra non importa)e a tutte le associazioni di categoria della città. In passato la presidente di Confcommercio Lucia Baleani e lo stesso sindaco Daniele Imola si erano detti pronti a spalancare le porte della città al turismo omosessuale.
Ora ‘Arcigay si aspetta che siano molti di più e che soprattutto si passi dalle parole ai fatti.Intanto è’ un fatto che la sede che il sindaco Daniele Imola aveva promesso al’Arcigay nel 2001 (in occasione del X congresso nazione che si è tenuto a Riccione) è stata sì assegnata al’associazione poco prima delle elezioni, ma – come riferiscono i responsabili locali – ancora non è agibile. Sono passati quattro anni.
Enea Abati
3o gennaio 2005
Unioni civili, Imola ha detto sì
L’hotel Savioli durante l’ultimo Congresso nazionale Arcigay
Riccione – Il sindaco di Riccione Daniele Imola ha detto sì alle unioni civili. Lo ha fatto ieri mattina quando ha ricevuto il responsabile riccionese del’Arcigay Davide Piccioni e lo ha ripetuto più tardi ai cronisti. "Sono favorevole al riconoscimento delle unioni civili – ha detto il sindaco – e mi attiverò al più presto per istituire nel nostro comune un apposito registro per consentire a tutte le coppie, non solo quelle eterosessuali, di vedere riconosciuti i propri diritti".Daniele Imola ha poi spiegato che nei prossimi giorni analizzerà la delibera adottata recentemente dal Comune di Piombino (municipio toscano che ha riconosciuto le unioni civili lo scorso 15 dicembre) e successivamente valuterà la compatibilità di questo documento con lo statuto regionale del’ Emilia-Romagna. "Se non ci saranno problemi – ha poi aggiunto -, e mi auguro che non ce ne siano, istituiremo il registro anche a Riccione.
Mi piacerebbe poter dare ‘annuncio ufficiale già al congresso del’Arcigay che si terrà domenica 13 febbraio al palazzo del Turismo". Congresso durante il quale si discuterà anche di turismo omosessuale e che vedrà la partecipazione di numerosi esponenti politici e rappresentanti delle associazioni di categoria, tutti invitati a partecipare dal’Arcigay.Un impegno, quello che si è preso il sindaco Imola, che certo non mancherà di far discutere, ma che intanto è già stato salutato in maniera estremamente positiva da tutto ‘ Arcigay, ‘associazione che da decenni si batte per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali."Si tratta di un grande passo in avanti da parte del sindaco di Riccione che non può trovare che il nostro plauso – ha commentato ieri il presidente onorario del’Arcigay nonché deputato della Quercia Franco Grillini -. Sono tanti i diritti che in questo momento gli omosessuali si vedono negare: ‘istituzione del registro delle unioni civili non li garantisce tutti, ma certo migliora un p’ le cose perché una volta avvenuta ‘iscrizione la coppia viene accertata come tale".Grillini spiega che non si tratta di un atto meramente formale: "Produce effetti pratici immediati perchè una volta che una coppia si è iscritta nel registro può accedere, ad esempio, ai bandi per ‘assegnazione delle case popolari. Non solo, se uno dei due partner viene arrestato ‘altro lo può andare a trovare in carcere. Stessa cosa in ospedale, il convivente riconosciuto dal registro de’essere trattato dal personale medico come un parente".La delibera approvata dal Comune di Piombino è molto chiara e garantisce, come si legge nel testo approvato dal Consiglio comunale, "uguale godimento e fruizione di quei servizi, azioni e diritti di competenza del Comune, finora riservati alla famiglia legalmente riconosciuta". Va sottolineato che, pur dopo un dibattito acceso, è stata approvata al’unanimità, dunque anche da parte dei consiglieri comunali di Alleanza nazionale, Forza Italia e Udc.
Enea Abati
31 gennaio 2005
"Unioni gay? Non è il caso"
RICCIONE – Le unioni civili per i gay? No grazie. I parroci di Riccione respingono al mittente ‘idea del sindaco Daniele Imola. Lo fanno senza mai alzare i toni della polemica, in modo pacato ma fermo.Don Giorgio Del’ Ospedale parroco degli Angeli Custodi e noto per non essere esattamente un estimatore del primo cittadino, ieri mattina, se lo è "trovato" alla messa. In prima fila per ascoltare il Coro Città di Riccione che festeggiava il suo compleanno. Ma dal pulpito non sono partite parole di fuoco.Don Giorgio, magari ci aveva anche pensato a redarguire Imola "nella mia parrocchia non viene mai – confessa -, ma non ho detto nulla per evitare le polemiche e… i giornali. Solo un piccolo accenno indiretto: beati i cristiani che difendono la vita della famiglia come Dio ‘ha voluta"."Del resto – aggiunge don Giorgio – la posizione della Chiesa è chiara: la famiglia è come Dio ‘ ha voluta e disposta sin dal’inizio. Tutto il resto non è che ci entusiasmi tanto".
Don Maurizio Fabbri, parroco di San Martino,spiega: "La posizione dei vescovi è molto netta in merito; mentre ‘idea del sindaco è sicuramente diversa rispetto al’antropologia della famiglia composta di un uomo e di una donna. Capisco una legge per evitare discriminazioni, ma il problema è non fare troppa confusione. E la Chiesa italiana e spagnola si sono già espressamente chiaramente"."Regolamentare la possibilità di convivenza è un conto – aggiunge don Maurizio -, ma di qui a considerare le unioni gay come una famiglia vera e propria il passo è notevole".
Poche battute, ma nette quelle di don Romano Nicolini della Mater Admirabilis: "Per ovvi motivi non sono favorevole. Non si vuole castigare nessuno, ma in questo senso la Chiesa parla chiaro".Più possibilista don Piergiorgio Terenzi, parroco a Montefiore, che rimarca come il problema sia innanzitutto politico e di metodo, prima che morale. "Occorre una serietà legale prima che morale – afferma don Piergiorgio -. Mi chiedo se sia corretto che u’iniziativa del genere parta in modo indiscriminato dalla base, cioè da qualche Comune sparso qua e là (Piombino ha riconosciuto ufficialmente le unioni civili il 15 dicembre scorso, ndr). Se il problema ‘è, vale la pena affrontarlo a livello nazionale"."’ importante – conclude don Piergiorgio – che Imola verifichi prima se esiste la possibilità concreta che quanto intende attuare sia efficace, e una volta appurato ciò ragionare sulla condivisione. Un registro delle unioni gay lo può tenere chiunque, non solo il Comune; poi bisogna capire quanto vale. Credo che ‘idea non sia semplice da mettere in pratica, altrimenti Riccione non sarebbe uno dei pochi comuni in Italia a rivendicare questa possibilità".
Luca Cassiani
1 febbraio 2005
“Sui gay non vogliamo litigare”
Riccione
Riccione – Dopo aver incassato il “no” dei parroci di Riccione sull’istituzione del Registro per le unioni civili, il sindaco Daniele Imola trova un’apertura da parte delle forze politiche di opposizione forse inattesa.
In maggioranza a tentennare sembra essere soltanto la Margherita, ma la posizione ufficiale verrà assunta soltanto dopo un confronto interno al partito. Sui banchi della minoranza invece il dibattito sembra molto aperto e probabilmente i partiti in maggioranza decideranno di lasciare libertà di coscienza ai propri consiglieri.Intanto il sindaco Daniele Imola, piuttosto criticato dai sacerdoti riccionesi, precisa: “Non ho mai parlato di matrimoni gay o famiglie omosessuali. Ho detto che credo che sia giusto riconoscere ai gay i propri diritti e per questo mi sono impegnato a istituire il registro per le unioni civili. Mi sono già attivato per analizzare tutta la documentazione necessaria e credo che per il 13 febbraio, giorno del congresso dei gay al palazzo del turismo, potrò annunciare di avere ottenuto il sostegno della giunta e successivamente, salvo sorprese, ci sarà l’approvazione della delibera in Consiglio comunale”.
Stelio Bossoli, presidente del Consiglio comunale e rappresentante dello Sdi, ha sostenuto: “Ancora non c’è stato un confronto all’interno del partito, a titolo personale posso dire di essere liberale e di non avere nulla contro il riconoscimento dei diritti dei gay. Qualche dubbio posso dire di nutrirlo sull’assegnazione delle case popolari perchè credo che vada data priorità alla famiglia tradizionale. Per il resto non ho nulla in contrario”.Franca Mulazzani, coordinatrice di Forza Italia, dice il “partito lascerà libertà di coscienza ai propri consiglieri perché quello delle unioni civili è un tema che non può essere imposto. Personalmente sono contro tutte le discriminazioni. Non vorrei però che il sindaco strumentalizzasse a faini politici anche la causa dei gay. O che loro stessi, continuando a sostenere la causa del turismo omosessuale, finissero per autoghettizzarsi. Riccione dev’essere aperta a tutti e basta”.Filippo Airaudo, capogruppo di An, ribadisce che certamente anche all’interno degli stessi schieramenti politici emergeranno posizioni variegate. E aggiunge: “Aspettiamo di vedere la delibera. Da parte nostra non c’è una pregiudiziale favorevole o contraria. I distinguo andranno fatti nel merito della delibera che dovremo votare perché non è uguale parlare di assegnazione delle case popolari o di possibilità di visita in carcere per il convivente o ancora di diritto di successione. Al sindaco diciamo che non vogliamo lo scontro anche su questo, ma un confronto. Non ci faccia trovare la pappa fatta come al solito”.