Lettera aperta a Mauro Mazza, direttore del Tg2 Rai
Gentile direttore,
Mauro Mazza
il Tg2 delle 13 di oggi ha descritto come “deviato” il medico del carcere di San Vittore, Dario Foà, direttore del Servizio area penale carceri del’Asl di Milano, selvaggiamente ucciso nei giorni scorsi.
La parole usate nel servizio giornalistico sul tragico omicidio, ci hanno sorpreso e amareggiato. “Di devianze non solo si occupava per lavoro … ne era anche attratto, al punto da non ritenere pericoloso appartarsi con un uomo che neppure conosceva in una stradina di campagna alle porte di Milano” quanto detto in riferimento a Dario Foà.
Dove starebbe, caro direttore, la “devianza”? Nell’essere disponibili a rapporti sessuali con una persona appena incontrata? Nel farlo in macchina? Nell’essere omosessuali?
Ci faccia capire, in modo che i tanti italiani che sono omosessuali, o ai quali per qualsiasi ragione sia capitato di farlo in macchina, o di essere stati disponibili ad un rapporto sessuale con una persona conosciuta da poco, magari la sera stessa, sappiano se sono considerati “deviati” o “attratti dalla devianza” da parte del Tg2.
Dai professionisti dell’informazione ci attendiamo che, di fronte ad un assassinio, siano in primo luogo guidati dal rispetto delle vittime, dei loro familiari e, perché no, dal rispetto e dall’interesse del pubblico.
Delitti come quello che ha colpito Dario Foà, traggono spesso origine dal senso di colpa, dall’ignoranza, dal pregiudizio radicato nella cultura d’origine degli assassini. Fattori che rischiano di essere alimentati anche da servizi giornalistici come quello trasmesso dal Tg2 di oggi.
Cordialmente,
Sergio Lo Giudice
Presidente nazionale Arcigay