Udine
Le discriminazioni non sono finite. Permangono ancora pregiudizi e difficoltà ‘accettazione nel mondo familiare, in quello lavorativo e nei contesti sociali. Gli omosessuali friulani sono sì riconosciuti come parte integrante della realtà udinese, ma rimangono ancora, sotto certi punti di vista, ghettizzati. Hanno i loro luoghi, i loro bar di riferimento, ma non sono ancora del tutto amalgamati. Gli ostacoli sono quelli di sempre. Ma certe derisioni nei confronti dei diversi incominciano a manifestarsi sempre più spesso sui banchi di scuola. È il cosiddetto fenomeno del bullismo che prende di mira i ragazzini il cui atteggiamento o tono di voce può far ipotizzare una possibile maturazione verso ‘orientamento omosessuale.
«Ci preoccupa molto questo atteggiamento che si presenta con una certa frequenza negli istituti di Udine», ha affermato, durante ‘assemblea annuale che lo ha riconfermato presidente del’Arcigay, Pietro Pisano. Grazie alle pressioni del consigliere comunale Enrico Pizza proprio sul fronte del bullismo declinato contro i potenziali omosessuali, molto presto partirà nella nostra città il primo corso di formazione per insegnanti, affinché siano in grado di identificare i’bull’, segnalarli, e soccorrere chi è oggetto della violenza psicologica. «Sappiamo ad esempio – ha raccontato il presidente dalla sede del’Arcigay in via Pradamano – che molti docenti o non si accorgono dei’cas’ nelle loro classi, oppure, più frequentemente, sono impotenti e non fanno nulla, creando così nelle vittime un senso maggiore di frustrazione».
È ora che la classe docente si accorga del’allarme e non stia più rinchiusa nel silenzio, secondo quanto ribadito dal circolo. Priorità del nuovo direttivo, fresco di nomina, è riprendere e rilanciare la questione dei Pacs, patto civile di solidarietà, su cui ‘indefesso Pizza ha presentato gli ordini del giorno in consiglio comunale. Non si tratterebbe di una vittoria giuridica, dal momento che, co’è noto, i Pacs non possiedono alcun valore legale, ma sarebbe «un forte segnale di riscossa sociale, con un valore più simbolico che istituzionale», ha precisato Pisano. «Faremo pressione sul Comune perché dia corso al patto civile di solidarietà», promettono i vertici del’Arcigay che ques’anno si trasformerà in Comitato territoriale competente sia per la provincia di Udine, sia per quella di Pordenone (finora priva di un circolo di riferimento). Al pressing per la creazione del registro friulano delle unioni di fatto si aggiunge ‘organizzazione di un incontro ad hoc a metà aprile, occasione in cui Udine potrebbe assistere a un meeting pubblico-politico in concomitanza con la festa per la liberazione. Intanto, il disagio della diversità non accettata trova conforto contattando Linea Amica che, non a caso, ha subito u’impennata delle telefonate pari al 40 per cento (0432.523838, ogni mercoledì, 20.30-22.30), oppure al’interno del gruppo di genitori alla prese con la scoperta di figli diversi (per informazioni, chiamare il 347.7462696, il venerdì, ore 20.30-22.30). Nel calendario, infine, oltre alle celebrazioni per il trentennale della morte di Pasolini e per i quindici anni del circolo, si registra anche la partecipazione a un progetto del’Istituto superiore di sanità sul’Aids.