La gerarchia cattolica è una internazionale contro i diritti di libertà

  
Un'immagine del Pride di San Paolo

Un’immagine del Pride di San Paolo

E’ davvero sconsolante leggere le ripetute dichiarazioni di alti prelati della chiesa cattolica, che non perdono occasione per definire gli omosessuali immorali, rei di voler distruggere la famiglia e i sacri valori espressi dalla verità cristiana. Mentre Ruini e Ratzinger invitano ad astenersi sui referendum sulla fecondazione assistita, spingendo la chiesa italiana a comportarsi come un partito, il cardinal Cipriani attacca le libertà individuali, perché conscio del fatto che milioni di cittadini latinoamericani sono stanchi di una chiesa che ha emarginato il dissenso, distrutto la Teologia della Liberazione. A dimostrazione di ciò proprio in Brasile ieri sono sfilati almeno due milioni di cittadini gay, lesbiche e trans che chiedono, come i loro fratelli e sorelle di tutto il mondo, giustizia, libertà e dignità sociale.

La gerarchia cattolica, invece di ascoltare le inquietudini del mondo, sprofonda in un atteggiamento sempre più oscurantista e reazionario. Il pessimismo storico della chiesa nei confronti della libera sessualità, e dell’auto determinazione delle persone, si deve confrontare con un vasto movimento internazionale di liberazione, che chiede solamente rispetto e diritto di cittadinanza.

‘organizzazione internazionale dei celibi più potenti al mondo, si lancia in una campagna mondiale a difesa della famiglia, di cui non vuole vedere l’evoluzione, le difficoltà, il bisogno di esser concretamente aiutata, e non evocata come arma contro altre formazioni sociali.

La gerarchia cattolica, che fa della sua castità un vanto e uno status di primato rispetto alle altre chiese cristiane, interviene con virulenza sui temi della sessualità senza poterne comprendere i doni di felicità e serenità. Di tutto ciò milioni di cattolici nel mondo, pur ridotti al silenzio, si rendono benissimo conto e, nella concretezza della loro vita quotidiana non si curano dei continui anatemi dei gerontocrati vaticani.

Le associazioni gay, lesbiche, trans alla violenza verbale d’uomini, che dovrebbero predicare l’amore universale, rispondono con durezza e serenità: le lancette della storia non si fermeranno davanti ad un portone, nemmeno davanti a quello di San Pietro.

Aurelio Mancuso
Segretario nazionale Arcigay


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