Io sono Carmine Urciuoli e mi occupo per la nostra Associazione del Coordinamento dei circoli Arcigay del Mezzogiorno, dei cinque circoli Arcigay che lavorano al Sud per la comunità glbt. Seguo la scia degli argomenti già toccati negli interventi precedenti. Ho trovato molto interessanti le cose dette, contro Ruini e sulla laicità dello Stato, perché noi al Sud viviamo situazioni in questo senso molto particolari e sentiamo molto iniziative di questo tipo. Lo dimostra come azioni che a Napoli abbiamo intrapreso nell’ultimo anno nei confronti del Sindaco di Napoli o verso componenti della Regione Campania non hanno avuto alcun seguito: nessuno ha risposto alle lettere aperte, ai nostri inviti. Le richieste della comunità gay sono state del tutto ignorate ed i giornali non pubblicano nemmeno le lettere di chiarimento e risposta ad articoli omofobi pubblicati. Il sindaco della terza metropoli d’Italia, interrogato sulle questioni gay ci fa sempre sapere che ha altre priorità. Da un lato sarebbe interessante capire quali sono queste priorità se la città è, comunque, allo sbando, dall’altro è inammissibile che il sindaco non dia risposte, né sul registro delle Unioni Civili né in caso accada una violenza contro una coppia gay come avvenne esattamente un anno fa in una piazza del centro storico.
Noi al Sud sperimentiamo atteggiamenti politici che realizzano di fatto, a livello locale, microregimi integralisti. Ce ne siamo accorti con l’ultimo pride a Salerno, e Pasquale Quaranta che è presente qui può darvene testimonianza, quando i politici e i diversi membri della società civile si richiamavano solo e direttamente alla curia per questioni di carattere non religioso, senza prendere minimamente in considerazione il consiglio comunale e il dibattito che vi si stava svolgendo. Si agisce nel dispetto dei luoghi della democrazia, ingessati in un sistema partitocratico che non stimola né la partecipazione né l’iniziativa. Per questo motivo, con una metafora pure severa è possibile assimilare la Campania e le altre regioni del Sud a dei piccoli Iran.
Senza dimenticare che lo stato di cose che si è creato a causa delle tensioni con la gerarchia cattolica danneggia prima di tutto i gay credenti dei quali al sud siamo partecipi del forte il disagio.
Tutto questo pone alcuni problemi nel definire le nostre politiche.
Ci occuperemo, come è giusto che sia, di soggetti migranti e processi di globalizzazione ma dobbiamo sentire con la stessa priorità alcune urgenze nelle regioni italiane in cui si vive oggi maggiore disagio. Disagio ad esempio che scaturisce non (solo) dall’avere discriminazioni sul lavoro ma dal vivere in totale precarietà: dal non avercelo proprio il lavoro. Disagio che ha come conseguenza spesso la contrapposizione radicale delle entità di base nel nostro movimento e una endemica incapacità di aggregazione.
Per questo territorio in verità non è emerso ancora un modello politico valido e non abbiamo studi sociologici approfonditi su cui basare le nostre opinioni e le nostre azioni. Gli studi che sono invece disponibili, per fare un esempio, per la popolazione glbt che vive nelle aree rurali e non metropolitane degli USA.
Parliamo di quasi la metà del territorio italiano, più di 20 milioni di persone, che rappresentiamo a livello istituzionale ma in cui non esistiamo come associazione.
Intanto la Campania oltre alle 3 associazioni arcigay già presenti brulica di iniziative di base, ci sono gruppi, per ora informali, che sorgono per lavorare per i diritti delle persone omosessuali e transessuali. Il mio auspicio è che attraverso il coordinamento si arrivi a costruire un comitato arcigay in ogni provincia delle regioni del Sud. Le iniziative intraprese dall’Arcigay EOS di Cosenza sono in questo molto significative, rappresentano uno sparo nel buio su un territorio, la Calabria, ostile per antonomasia.
Ed in Sicilia grazie all’apporto prezioso dell’Arcigay Pegaso è da oggi possibile pensare ad un progetto che realizzi un futuro migliore per i cittadini omosessuali e transessuali che vivono nell’isola. E sono felice di aver trovato familiarità di pensiero e comunanza di intenti con Paolo Patanè, delegato per il Pegaso di Catania che è qui con noi per la prima volta.
Carmine Urciuoli
Volevo dirvi, e questo lo dico al posto di Veniero Fusco, presidente del Coming Out di Caserta, che non è potuto venire, che l’ingresso del circolo Coming Out di Caserta ci porterà a sentire con maggiore forza le richieste che vengono dalla popolazione transessuale. Il circolo di Caserta porterà nella nostra associazione nazionale il Coordinamento trans della Campania, presidio importante per la popolazione transessuale e transgender al Centro e al Sud ed immenso patrimonio di umanità. Gli amici del coordinamento ad un prossimo CN potranno parlarvi delle problematiche che affrontano le persone transessuali al Sud ma già vi dico che è necessario tenere in agenda oltre i Pacs e le iniziative che noi gay e lesbiche, anche la “piccola soluzione” e tutto ciò che possa migliorare le condizioni di vita delle persone transessuali. La contiguità con il movimento transessuale è legittimata anche dalla necessità di proporre un modello di sessualità che sia più ampio di quello, dicotomico e coercitivo, che è solitamente definito “mediterraneo”.
Infine poiché noi ci incontreremo tra molti mesi è importante che io anticipi che presto formalizzeremo una proposta per una iniziativa a carattere nazionale da svolgersi al Sud. E’ importante lavorare sulla visibilità ed è importante che la nostra associazione preveda un impegno serio per il Sud di questo tipo. Ora non siamo in grado di fare una proposta di questo tipo poiché stiamo riorganizzando e rafforzando le nostre associazioni, ci sono i congressi provinciali e tante altre cose che impegnano le nostre energie, e sono convinto che un pride può dirsi riuscito se è sostenibile dall’associazione.
Dopo i congressi ci incontreremo per una riunione di coordinamento ed inizieremo un percorso comune. Auspico che il coordinamento dei circoli Arcigay del Mezzogiorno possa candidare tra un paio di consigli nazionali una città del Sud per un gay pride o un’altra iniziativa a carattere nazionale ad esempio in Sicilia, in Calabria o in Campania.
Questo avrebbe ricadute positive su tutta la comunità nazionale. Il Sud è la caldera dei cattolici integralisti che impediscono la realizzazione dei nostri diritti e con essi l’evoluzione dell’intero Paese. Grazie.
E’ aperta la Mailing List del Coordinamento Arcigay per il Mezzogiorno.
Si trova al link http://it.groups.yahoo.com/group/arcigaysud
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