PACS italiano a Parigi

  

Ciao, mi chiamo Alessandro ho 32 anni, sono italiano e volevo fare una testimonianza della mia bellissima esperienza di PACS.

Alessandro e Aurelièn

Mi sono "pacsato" col mio ragazzo il mese di giugno scorso al comune di Parigi dopo varie peripezie riscontrate al consolato ‘italia a Parigi. In Francia, per potersi unire col PACS, è necessario fornire un certo numero di documenti, tra i quali un "certificat de cotume" (certificato di costume), al fine di certificare la maggiore età, di essere una persona capace di intendere e di volere secondo la propria volontà e di non essere sotto tutela.

Tale certificato é rilasciato dal proprio comune di residenza, e visto che sono residente a Parigi da ormai 6 anni, mi sono recato al consolato italiano per ottenere tale certificato che viene rilasciato a tutte le persone che desiderano sposarsi al’estero con una persona di nazionalità, in questo caso specifico, francese.

Ebbene, il consolato ‘italia a Parigi mi ha rifiutato tale certificato in quanto il PACS non esiste in Italia… anche se la persona addetta al rilascio ti tale certificato, che aveva u’area da cattolica incallita, faceva trasparire un certo disprezzo per la mia persona in quanto omosessuale che voleva unirsi con u’altra persona del mio stesso sesso!

Ovviamente, ho fatto un p’ uno scandalo a tal punto che mi son quasi fatto gettare fuori dal consolato a calci nel sedere, ma perlomeno con la soddisfazione di aver detto quello che pensavo a qualla povera, stupida e piccola persona.

Per fortuna che i francesi sono un popolo con un cuore grande, e nonostane non avessi tale certificato mi hanno permesso di pacsarmi col mio ragazzo fornendo u’attestazione sul’onore ove dichiaravo aver raggiunto la maggiore età, di essere una persona capace di intendere e di volere secondo la mia propria volontà e di non essere sotto tutela, che sostituiva il "certificat de cotume".

A ques’oggi sono felicemente pacsato col mio partner con cui sto insieme da due anni, e siamo molto contenti della nostra unione. Tra ‘altro abbiamo celebrato la nostra unione, non soltanto al tribunale (conditio sine qua non) ma anche al comune, con una cerimonia uguale a quella di un qualsiasi altro matrimonio. Abbiamo invitato amici e parenti, la sala dei matrimoni era zeppa di persone, oltre 200 invitati, il rappresentante del sindaco che ci ha uniti ha fatto un bellissimo discorso che ha fatto venir le lacrime a tutti gli invitati (noi compresi). ‘é stato poi un rinfresco per gli invitati, sguito da un ristorante e da una serata dansante.

Da allora sto seguendo le vicissitudini del PACS in Italia, e spero che presto anche i miei amici in italia che sono in coppia ormai da anni, e a tutte le coppie di persone che si amino che stanno insieme e che desiderano unirsi, possano un giorno vivere questa bellissima esperienza!!!

Un saluto a tutti voi, Alessandro


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