I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere
premesso che
secondo dati diffusi dal’Istituto superiore di Sanità ‘AIDS nel mondo ha colpito oltre 40 milioni di persone, che 5 milioni di uomini donne e bambini sono stati contagiati nel 2005 di cui 3,2 milioni nel’Africa subsahariana, che nel 2005 sono morte per ‘Aids e malattie correlate 3,1 milioni di persone, che da quando è stato identificato il virus del’Aids sono morte 25 milioni di persone
considerato che
secondo dati diffusi dal CoA, Centro operativo aids, dell’Istituto Superiore di Sanità, relativi all’epidemiologia della malattia nel 2004 hanno evidenziato nel primo semestre 2004 sono stati diagnosticati 848 nuovi casi, mentre i decessi sono stati 321. Anche i dati relativi alla diffusione del’aids in Italia nel primo semestre 2005 rimangono allarmanti. Si stima che nel nostro Paese i sieropositivi siano 110-130 mila tanto che, secondo una agenzia di Adnkronos del 21 ottobre 2005, nel primo semestre del 2005 "sono stati notificati al Centro operativo Aids (Coa) del’Istituto superiore di sanità 789 nuovi casi di Aids. . Di questi, 443 sono stati diagnosticati nel’ultimo semestre, gli altri si riferiscono a diagnosi effettuate nei semestri precedenti. In particolare, dei 443 casi diagnosticati in Italia dal primo gennaio al 30 giugno 2005, ben 171 sono stati registrati in Lombardia; 11 nel Lazio; 47 in Emilia Romagna; 22 in Piemonte; 34 in Toscana; 24 in Veneto; 7 in Liguria; 19 in Sicilia; 21 in Puglia; 5 in Campania; 10 in Sardegna; 13 nelle Marche; 4 in Calabria; 10 in Abruzzo; 11 in Umbria; 7 in Friuli Venezia Giulia; 2 nella Provincia Autonoma di Trento; 3 nella Provincia Autonoma di Bolzano e 2 in Basilicata".
aggiunto che
non è in corso in Italia alcuna campagna di prevenzione e lotta al’aids tanto che il sito del Ministero della Sanità riporta come prima notizia di attualità la presentazione, di più di un anno fa, del 14 ottobre 2004, del Ministero della sanità di una “Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione delle strategie attivate per fronteggiare l’infezione da HIV nell’anno 2003” (!) e che in tutti i paesi europei le campagne di lotta al’aids sono costanti, tut’ora in corso e non hanno mai subito interruzioni.
tenuto conto che
non sono state intraprese, nel corso di questa legislatura, le campagne informative e di prevenzione mirate a terget specifici escludendo le associazioni (Lila, Arcigay, ecc.) dalle campagne informative
dato che
si è giunti al’assurdo che ad un omosessuale è stata vietata la donazione di sangue presso il Policlinico di Milano perché stando alle parole del dottor Maurizio Marconi, del centro trasfusionale del Policlinico di Milano, “È scientificamente documentato”, “che il rischio di trasmettere delle infezioni virali è maggiore nell’omosessuale che ha un rapporto con un uomo piuttosto che nell’eterosessuale che ha un rapporto con una donna. Poi è ovvio, per dire, che se la donna è una prostituta il rischio è altrettanto elevato”
si chiede al Signor Ministro
– perché, a fronte di dati allarmanti, non esiste oggi traccia di una campagna di sensibilizzazione alla lotta al’AIDS.
– perché i cittadini omosessuali sono stati esclusi tra i target della passata campagna di prevenzione al’aids del Ministero della Salute.
– Se non ritenga che la situazione in Italia sia preoccupante e non richieda un maggior impegno del Governo sia in termini di iniziative di informazione e prevenzione, che non censurino il profilattico quale unico supporto di prevenzione, che di sovvenzioni alle associazioni di lotta al’aids e alle associazioni omosessuali impegnate dal’inizio della pandemia.
– quale è il contributo italiano per la lotta al’aids nel mondo.
– A che punto è la ricerca sulla malattia nel nostro Paese.