Il “nuovo” belvedere della Costa dei Barbari

  

Trieste, 5 luglio 2006

Egregio Signor Sindaco,
dato che lei, seppur tra le righe, chiama in causa gli utenti della Costa dei Barbari, ed in particolare, pur senza osare nominarle, le tante persone lesbiche e gay che da decenni frequentano quel tratto di costa, mi sento titolato ad intervenire come Presidente di Arcigay Trieste contro queste purtroppo consuete discriminazioni che toccano con frequenza gli omosessuali, sia donne che uomini.

Che quell’area di pseudo parcheggio sia degradata da tempo è cosa nota; uno degli ultimi atti (escludendo quello comunale oggetto del contendere) è stata la creazione di una nutrita colonia di felini che ha sostituito una parte del verde, che tra l’altro già lo scorso anno qualche “ignoto” ha provveduto a “ridimensionare” radicalmente, favorendo in tal modo la vista mare della villette retrostanti.

Altra cosa è la strategia comunale per migliorare la zona.

Infatti, dalle righe che leggo su Il Piccolo, sembra che il sindaco attribuisca il degrado del belvedere alle persone omosessuali che “infestano” la zona. Quasi che “l’eliminazione” dei gay, soggetti per loro natura indecorosi, sia la conditio sine qua non del recupero turistico del belvedere.

Gay e lesbiche privilegiano da tempo, a Trieste, durante l’estate, la Costa dei barbari, e ben prima dell’esistenza della nuova strategia turistica del Comune di Duino Aurisina. Non a caso i volontari di questa Associazione, qualche anno fa, avevano provveduto alla pulizia di tutto il tratto di costa da quintali di rifiuti alla quale il Comune contribuì erogando “gratuitamente” una ventina di sacchi neri per la spazzatura.

Inoltre, mi sembra opportuno informarla che come esiste un turismo della terza età, o un turismo congressuale esiste, da tempo, anche un turismo gay per il quale sempre più operatori turistici propongono i loro servizi. Non a caso, la nostra associazione continua a ricevere un’infinità di proposte di viaggio, alloggio o quant’altro da strutture italiane ed estere e non per forza gestite da omosessuali, ma che individuano nelle persone lesbiche e gay un interessante mercato. Non a caso in altre realtà la presenza di un turismo di questo tipo viene incentivata (a Nizza, ad esempio, diversi stabilimenti balneari espongono la bandiera arcobaleno ma ancor più ben organizzata è l’offerta turistica della Versilia).

Sono convinto che se, dopo una giornata di sole e dopo la salita del sentiero che collega la spiaggia alla strada, gli utenti, tutti, gay e non, trovassero un belvedere degno di questo nome, con un chiosco in grado di offrire un gelato, una bibita fresca o ancor più una fetta d’anguria non potrebbero che esser contenti. Se l’attuale giunta comunale non è in grado di reperire i finanziamenti per migliorare la zona, ben poco potranno contribuire le entrate del parcheggio, che, visto il suo utilizzo in questi giorni, difficilmente riuscirà a coprire il solo costo del custode.

Marco Reglia
(Presidente di Arcigay Trieste)


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