Dopo oltre una settimana di proteste degli ultraortodossi, la comunità omosessuale israeliana ha annullato il World Gay Pride previsto per il 10 novembre 2006 a Gerusalemme. Secondo quanto riporta la radio israeliana, gli organizzatori terranno in alternativa una manifestazione al chiuso, uno stadio o un campus universitario.
La motivazione ufficiale per la cancellazione del'evento è la "situazione di sicurezza" in Israele. La polizia aveva avvisato gli organizzatori del fatto che non avrebbero potuto garantire una protezione adeguata alla parade perchè la maggior parte degli agenti sono stati mobilitati nelle misure straordinarie di sicurezza scattate nel timore di rappresaglie dopo il raid israeliano a Gaza del'8 novembre, in cui sono stati uccisi 18 civili.
Da "repubblica.it" del 9 ottobre 2006
GERUSALEMME, VATICANO CONTRO IL GAY PRIDE
"Grave affronto per milioni di ebrei". 'Arcigay: "Scandalose pressioni da Roma"
CITT' DEL VATICANO – Il Vaticano chiede a Israele di cancellare la sfilata dei gay prevista a Gerusalemme per dopodomani. In attesa che la Corte Suprema si pronunci sui ricorsi del'ultimo minuto presentati da più parti, la Santa Sede, attraverso il nunzio in Israele, e con una nota ufficiale, ha fatto domanda al ministro degli Esteri, Tsipi Livni, di adoperarsi affinché venga impedita la manifestazione nella Città santa per ebrei, cristiani e musulmani.
Se non annullato, 'evento sarà probabilmente rinviato a venerdì prossimo. La sorveglianza di una manifestazione così folta in un contesto ad alto allarme terroristico richiede la presenza di migliaia di agenti. "Abbiamo fatto presente che sarà necessario rinviarlo", ha detto il capo della polizia di Gerusalemme, Ilan Franco. "Possiamo aspettare un settimana se oggi la situazione della sicurezza non lo permette", ha spiegato Noa Satat, leader della comunità omosessuale di Gerusalemme.
Nella nota inviata dal Vaticano viene ribadita la posizione della Chiesa sulle persone omosessuali, espressa nel Catechismo della chiesa cattolica. "La Santa Sede esprime la sua viva disapprovazione per tale iniziativa perché essa costituisce un grave affronto ai sentimenti di milioni di credenti ebrei, musulmani e cristiani, i quali riconoscono il particolare carattere sacro della città e chiedono che la loro convinzione sia rispettata".
Nei giorni scorsi 'annunciato evento aveva causato una sorta di "intifada" tra gli ebrei ultra-ortodossi decisi a non far passare 'affronto. In serata la sala stampa ha diffuso il testo della nota della nunziatura in cui esprime il "dispiacere" per la notizia della convocazione del Gay Pride auspicando che il governo "voglia esercitare la sua influenza perché sia riconsiderata la decisione di autorizzare".
E ancora: "Alla luce di tali elementi e considerando che in precedenti occasioni sono stati sistematicamente offesi i valori religiosi – si legge nella nota – la Santa Sede nutre la speranza che la questione possa venire sottoposta a doverosa riconsiderazione".
Da una settimana ormai, tutte le notti, il celebre quartiere degli zeloti a Mea Sharim, nel cuore di Gerusalemme, vive ore di rivolta. Centinaia di ultra-ortodossi, nelle tradizionali redingote nere, barba e cappello, si scontrano con la polizia, lanciano pietre, danno fuoco ai cassonetti del'immondizia per protestare contro una manifestazione che vedono come blasfema.
I rabbini di Edah Haredit, una corte rabbinica ultra-ortodossa, potrebbero lanciare prima di venerdì la temibile maledizione cabbalistica della Pulsa de Nura (la Scudisciata di Fuoco, in aramaico) contro gli organizzatori della Parade e contro le autorità che ne hanno reso possibile lo svolgimento, ha detto oggi il loro portavoce Shmuel Papenheim.
La Parade, organizzata dal'associazione Open House, si svolgerà nella zona dei ministeri lontano dai quartieri abitati dagli ultra-ortodossi in centro. Gli attesi 2-3.000 manifestanti saranno protetti da almeno 12.000 poliziotti. Si prevede che migliaia di zeloti cercheranno di opporsi al suo svolgimento.
Il Rabbinato capo di Israele ha invitato a una protesta pacifica e a "riunioni di preghiera contro questa abominevole marcia". Da giovedì mattina sedute di preghiera contro la Gay Pride si svolgeranno in particolare al Muro del Pianto.
"' scandaloso che, come avvenne a Roma nel 2000, anche in occasione del secondo World Pride, che si terrà tra pochi giorni a Gerusalemme, il Vaticano prema sulle istituzioni statali per un divieto". ' quanto afferma il presidente di Arcigay, Sergio lo Giudice.
"Il Vaticano – prosegue – conferma di essere la più grande organizzazione internazionale omofoba del pianeta. Preferiremmo che 'accordo fra le tre grandi religioni monoteiste si trovasse sul tema della pace nel mondo e non – conclude Lo Giudice – sulla lotta ai diritti umani delle persone omosessuali".