Luci ed ombre della società bresciana

  

Da "Il Brescia" del 3 novembre 2006
Luci ed ombre della società bresciana
di Luca Trentini, presidente di Arcigay Orlando

Lesbofobia a Mazzano

Lesbofobia a Mazzano

Due avvenimenti, di segno opposto, hanno caratterizzato la settimana appena trascorsa a Brescia.
'approvazione in Consiglio comunale di una mozione a sostegno di una legge sul Pacs è stata un segnale forte. Il mondo della politica ha finalmente fatto proprie le rivendicazioni di una categoria sociale discriminata ed ha affermato la piena cittadinanza, almeno a Brescia, dei valori e degli ideali del movimento omosessuale. Un risultato arrivato inaspettato, fra mille difficoltà, che lascia però aperte alcune perplessità, viste le inaccettabili argomentazioni utilizzate da alcuni consiglieri del'opposizione che hanno poi abbandonato (e ce ne rallegriamo) i loro “valori” pur di mettere in difficoltà la giunta. Lascia stupiti anche il voto contrario del Sindaco a cui è piaciuto definirci “fenomeni sociali”.

'aggressione ad una coppia lesbica a Mazzano ha invece aperto uno squarcio nella complessa realtà della nostra provincia, dove è difficile vivere con normalità la propria diversa condizione di vita. Ben due atti di violenza omofoba hanno segnato la tranquillità e la vita di questa coppia che si è vista prima devastata la casa e poi segnata la macchina. Il tutto firmato con delle svastiche. La politica ha fatto la sua parte: il 3 novembre è stata presentata un a firma degli onorevoli Grillini, Tolotti e Ferrari a cui speriamo si assoceranno molti altri parlamentari. Le istituzioni e gli amministratori hanno fatto sentire la loro presenza interpellando il Prefetto in merito. Manca la voce della società civile, di quel'umanità che popola la nostra provincia e che è capace di grandi slanci di solidarietà. 'è bisogno di gesti concreti, di calore umano e di voci amiche: abbiamo il dovere di non lasciarle da sole!


Da "Il manifesto" del 6 novembre 2006
BRESCIA. NAZI DEVASTANO CASA DI UNA LESBICA
In parlamento sono approdate due interrogazioni indirizzate al ministro del'Interno Giuliano Amato
di Paola Bonatelli

Brescia – La notizia del'ennesimo episodio di violenza omofoba arriva da Mazzano, paese di 10 mila anime a pochi chilometri da Brescia, e porta 'inquietante firma della svastica.

Disegnata al rovescio sul'interno della porta della casa di D.G., 27 anni, bresciana di famiglia bene, una "morosa" che la raggiunge nei fine-settimana e condivide la scelta di vivere fuori città in una casa col giardino "per i cani e i gatti". I cani, due bastardini, non hanno purtroppo impedito agli ignoti malintenzionati di devastare 'appartamento, buttando tutto al'aria e lasciando tracce organiche – urina, sperma e sangue, attualmente sotto i microscopi del Ris di Parma – sulle lenzuola: "Sono tornata dal cinema verso mezzanotte – racconta la ragazza – e ho capito subito che era successo qualcosa perché i cani, che avevo lasciato in casa, erano in garage. La porta-finestra della cucina era sfondata e dentro 'era un macello, i cassetti rovesciati, una scia di assorbenti aperti in bagno, la biancheria intima sparita, e poi quella svastica sulla porta, con una grande X fatta col pennarello indelebile a coprire 'adesivo "Gay a bordo". E sempre col pennarello qualcuno tre giorni fa ha disegnato u'altra svastica, stavolta diritta, sulla mia macchina parcheggiata fuori dal supermercato".

Se D.G. non si capacita di quanto le sta accadendo, "non ho mai ricevuto minacce e non sono particolarmente visibile", tanto da perdere il sonno, "in dieci giorni ho dormito otto ore", e gli investigatori brancolano nel buio, la vicenda ha assunto in pochi giorni precisi contorni politici. Innanzitutto perché D.G. ha deciso di non stare zitta, "ho taciuto per dieci anni, da quando me ne sono andata dalla casa di famiglia, e adesso voglio parlare", e ha denunciato anche il comportamento dei carabinieri di Mazzano "che ci hanno trattato senza rispetto, sottovalutando quanto ci stava accadendo e hanno tentato di incolpare i rom. Ma quando mai i rom disegnano svastiche e rubano la biancheria?". Poi perché 'è immediatamente mobilitato il mondo del'associazionismo gay e non solo – da Pianeta Viola e Orlando-Arcigay di Brescia, ai gruppi milanesi e veronesi – e il prefetto in persona è intervenuto lanciando un duro monito alla città e alle forze del'ordine, invitate ad "andare a fondo".

Infine perché il silenzio del sindaco di Mazzano, Luigi Elisetti (lista civica di centrosinistra) stava diventando assordante: "In realtà pare che non ne sapessero nulla – dice Arturo Squassina, consigliere regionale dei Ds, da subito a fianco delle ragazze – ho chiamato io 'assessora ai servizi sociali di Mazzano, che è andata a trovarle a casa, una cosa importante in un piccolo paese dove si conoscono tutti". Così in parlamento sono approdate due interrogazioni indirizzate al ministro del'Interno Giuliano Amato. Una a firma dei diessini Franco Grillini, Franco Tolotti e Pierangelo Ferrari, 'altra di Titti De Simone, Maurizio Zipponi e Vladimir Luxuria (Prc).


  •