Cosenza, università Sui Generis

  

Università della Calabria – Sportello per le pari opportunità

Sui Generis

Arcigay Eos Cosenza organizza presso ‘Università della Calabria un seminario che vuole essere un momento di apertura verso il mondo delle donne, per quel che concerne ‘individuazione di punti nevralgici nella battaglia per la conquista delle pari opportunità.

‘obiettivo che si intende raggiungere per mezzo della collaborazione con ‘Università, è quello di individuare delle sinergie e contribuire al cambiamento dei paradigmi interpretativi e visioni del mondo, forte del’idea che non le rivoluzioni, ma i cambiamenti culturali, costrituiscono gli strumenti idonei per garantire risultati duraturi nel tempo.

Ecco il programma completo:

  • 31 gennaio 2007 ore 15,30
    Seminario informativo sull’omosessualità (collocazione dell’omosessualità all’interno di una teoria di riferimento, individuazione dell’iter per raggiungere la consapevolezza di se, il coming out in famiglia e nella cerchia delle persone di riferimento)
  • 7 febbraio 2007 ore 15,30
    Seminario informativo sui rapporti tra omosessualità e problematiche ad essa connesse (PACS, adozioni, rapporti con la religione)
  • 15 febbraio 2007 ore 15,30
    Seminario informativo sul pregiudizio e la discriminazione legata ai generi
    Gli incontri saranno articolari sotto forma di dibattito, in quanto l’obiettivo che con detta azione si vuole raggiungere è quello di informare i partecipanti sugli aspetti rilevanti dell’omosessualità con l’intento di fornire una visione realistica delle questioni di genere.

INFO Arcigay Eos 347.7600480


Resoconto del primo seminario del 31 gennaio 2007
di Federico Cerminara, Segretario Arcigay Eos

Si è tenuto in data 31/01/2007 il primo seminario informativo sull’omosessualità realizzato di concerto con lo sportello pari opportunità, struttura facente parte dell’Università della Calabria.
L’idea di una collaborazione con lo sportello è nata dalla considerazione che l’Eos Arcigay Calabria vuole essere presente sul territorio in maniera capillare e lungi dal diventare un luogo di ghettizzazione ha previsto tutta una serie di iniziative che andranno a coinvolgere i più svariati stakeholders sociali presenti sul territorio regionale.

Il seminario in particolare è stato un importante momento di confronto ed ha visto la partecipazione interessata di un pubblico misto, mosso dalla curiosità e dall’interesse intellettuale di conoscere ed essere edotto su tematiche di cui si parla poco è male.

Il mio intervento è stato mirato innanzitutto a definire un quadro teorico concettuale nel quale inquadrare l’omosessualità e nello specifico il paradigma di riferimento validamente riconosciuto dagli studiosi di questioni di genere ma anche dalla comunità omosessuale nel suo complesso è quello che va sotto il nome di social-costruzionismo. In particolare secondo questa teoria l’omosessualità è frutto di una modalità con la quale l’Io si relazione con l’altro alla ricerca di una complementarietà, seguendo analoghe dinamiche del fenomeno in ambito eterosessuale, cambiando il solo oggetto di interesse.
In questa ottica la stessa omosessualità assume una connotazione poliedrica essendo non solo inquadrata nell’ambito della mera sessualità ma assurgendo il rango di relazione caratterizzata dai tratti dell’affettività ed emotività.

In quest’ottica si è aperta una parentesi sulla terminologia da utilizzare per definire il fenomeno con preferenza per i termini “omofilia” e “omoaffettività” , che rendono il giusto riconoscimento ad un legame sublime.
L’accento è stato posto in particolare sulla valenza di un cambiamento di natura culturale in termini di approccio rispetto alla diversità, in quanto il sottoscritto ritiene che la battaglia per la conquista dei diritti debba passare non dalla politica ma dalla cultura.
Non sono gli interessi delle classi al potere che possono fare da filtro alla battaglia per i diritti ma credo, e questo è emerso ampiamente nel dibattito, sia il substrato culturale e i luoghi comuni che debbono essere abbattuti e rideterminati in una logica di obiettività.

Lungi dal voler creare un immaginario collettivo di puritanesimi rispetto all’ambiente omosessuale, il tentativo di questo incontro è stato quello di superare tanti luoghi comuni e attribuzioni di caratteri ascritti che fanno del gay uno stereotipo da discriminare.
Questo tentativo è stato compiuto anche nella direzione di superare anche quelle forme di discriminazione in positivo che attribuisco al gay come categoria degli attributi di maggiore sensibilità ed estro creativo che di fatto rappresentano elementi che possono essere presenti nell’individuo in quanto tale e non in relazione al proprio orientamento sessuale.

E’ stato poi realizzato un ampio excursus giuridico sui fondamenti del riconoscimento dei diritti degli omosessuali sia come singoli sia come coppia, superando la visione imposta dalle gerarchie ecclesiastiche.

In ultimo l’asse dell’attenzione è stato spostato sull’analisi dei rapporti tra omosessualità e fascismo in Italia facendo emergere il diverso atteggiamento verso gli omosessuali italiani piuttosto che tedeschi. Da quest’analisi è emerso che l’omosessualità in Italia è stata sempre sottaciuta e spesso questo ha determinato una non piena coscienza della comunità omosessuale, almeno in ambito locale, che di frequente si è adagiata su situazioni di comodo, non percependo la gravità di un problema. In questa logica è stato proposto un invito alla mobilitazione e alla presa di coscienza di se, certi della considerazione che è importante vivere e non sopravvivere.

I lavori si sono conclusi con l’intervento della presidente Adriana Perulli, che ha tracciato, a mezzo delle proprie esperienze personali, il quadro di riferimento in cui si manifesta l’omosessualità al femminile.


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