“Siamo solidali con Bagnasco per la scritta ‘vergognati’ apparsa sulla cattedrale di Genova."
"Ancor più lo siamo con le vittime delle sue affermazioni dei giorni scorsi su pedofilia e famiglie di fatto, ben più offensive ed insultanti".
Bagnasco, a capo della CEI
Lo afferma il presidente nazionale di Arcigay, Sergio Lo Giudice, commentando le reazioni alla scritta, messa in relazione al dibattito pubblico di questi giorni sulle unioni civili.
“Non possiamo non notare — continua Lo Giudice – come la solidarietà dei politici italiani al presidente della Cei strida clamorosamente con il silenzio o 'atteggiamento giustificazionista che gli stessi politici riservano a parole ben più offensive, violente ed insultanti che regolarmente e pubblicamente vengono rivolte contro cittadine e cittadini omosessuali."
“Quasi quotidianamente esponenti di spicco delle istituzioni, come il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli della Lega Nord, insultano le persone omosessuali chiamandole ‘culattoni’, arrivando persino a scriverlo su carta intestata di un ministero, come nel caso dell’ex membro del governo Mirko Tremaglia di An, o incitando alla violenza razzista, come ha fatto nei giorni scorsi l’assessore ai giovani e allo sport della Regione Lombardia, Piergiorgio Prosperini di An, che ha invitato a ‘garrotare i gay’ ed è ancora lì al suo posto."
“Peccato che in queste occasioni, salvo rarissime eccezioni vescovi e politici di centrodestra non avvertano il minimo sentimento di solidarietà verso le persone omosessuali, né si sognino di intraprendere qualche iniziativa per promuoverne il rispetto."
“Vorremmo ricordare — conclude Lo Giudice – che tutti i cittadini italiani sono uguali, meritano la stessa attenzione, e andrebbero tutelati da intimidazioni e violenze. Tanto chi, come monsignor Bagnasco, si è messo a capo di un movimento politico teso a negare parità di diritti a cittadini italiani omosessuali ed eterosessuali conviventi, quanto chi, come le persone gay e lesbiche, vorrebbe solo vivere liberamente e serenamente nel proprio paese, senza nascondersi ed essere insultati dai vertici dello Stato”.