Il mese scorso è stato concesso lo status di rifugiato ai sensi dell’art. 1 della Convenzione di Ginevra ad un ragazzo 21-enne albanese, perché omosessuale e oggetto di pesanti minacce da parte del suo contesto sociale con effettivo pericolo per la sua incolumità fisica e psichica nel paese di origine. È il primo caso di questo genere in Italia, ma ci sono casi precedenti in altri paesi europei, come in Svezia, con la concessione dello status di rifugiato proprio sulla base del pericolo sociale a cui persone omosessuali sono esposte in Albania e non sulla base del quadro legale, che attualmente non criminalizza più le persone omosessuali adulte.
Il ragazzo era entrato legalmente in Italia ed aveva ottenuto un permesso di soggiorno. Durante il suo soggiorno ha dichiarato la sua omosessualità allontanandosi anche da suoi amici albanesi, che però sono venuti a conoscenza del suo orientamento sessuale. Successivamente anche la famiglia del ragazzo è stata informata (tramite gli amici che vivono in Italia) della sua omosessualità — forse già sospettata – e lui ha ricevuto pesanti minacce, anche di morte. In seguito a questo, quando è scaduto il suo permesso di soggiorno, non ha avuto il coraggio di ritornare in Albania ed è rimasto in Italia, con il permesso di soggiorno ormai scaduto. Solo con molto ritardo e vincendo le proprie paure e reticenze, si è rivolto ad Arcigay, che lo ha indirizzato al centro antidiscriminazione della Provincia di Pistoia. Purtroppo nel periodo di tempo che è servito per preparare la richiesta dello status di rifugiato è intervenuto anche un decreto di espulsione.
Vista la gravità della situazione che il ragazzo avrebbe trovato in Albania (già prima di venire in Italia aveva subito maltrattamenti sul solo sospetto della sua eventuale omosessualità), oltre ad Arcigay e al centro antidiscriminazione della Provincia di Pistoia, che ha curato tutti gli aspetti tecnici della pratica di richiesta di asilo, costruendo anche un dossier dettagliato sull’attuale situazione delle persone omosessuali in Albania, sono stati coinvolti alcuni Avvocati specializzati in materia (Simonetta Furlan che svolge consulenza legale volontaria per Arci-Toscana, Dario Belluccio, Andrea Ronchi). Un aiuto importante è stato fornito anche da parte di personaggi politici come Vladimir Luxuria, Mercedes Frias, Giampaolo Silvestri, Romana Sansa e Giovanni Russo Spena che hanno sostenuto il percorso fatto dal ragazzo mettendo a disposizione la loro esperienza e i loro consigli in merito. Infine, c’è stata la disponibilità di considerare il caso con molta attenzione sia da parte del Ministero degli Interni che da Giovanna Intorcia del Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR), e soprattutto da parte della Commissione Territoriale competente per il caso, che ha preso la sua decisione dopo una discussione attenta ed approfondita di tutti gli aspetti della vicenda umana e delle informazioni contenute nel dossier prodotto.
Bert d’Arragon
Presidente Arcigay Toscana
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COMUNICATO STAMPA
DEL CENTRO ANTIDISCRIMINAZIONE DI PISTOIA:
“UN PRECEDENTE IMPORTANTE. RISULTATO POSITIVO GRAZIE ALL’IMPEGNO DI UNA RETE”
L’Assessorato alle politiche sociali della Provincia di Pistoia esprime la propria soddisfazione per l’importante risultato raggiunto, anche tramite il proprio Centro Antidiscriminazione, per la concessione dello status di rifugiato ai sensi dell’art. 1 della Convenzione di Ginevra ad un giovane albanese, che era stato oggetto di pesanti minacce perché omosessuale, con effettivo pericolo per la sua incolumità fisica e psichica nel paese di origine. Primo caso del genere in Italia, la Provincia di Pistoia è fiera di aver potuto dare il suo aiuto affinché la situazione avesse una positiva soluzione. Un caso complesso, che rientra nell’attività del Centro, che quotidianamente si trova a contatto con le diverse e complicate sfaccettature della vita, e del loro rapporto con la dimensione amministrativa, degli stranieri in Italia.
Su segnalazione di Arcigay, il Centro ha seguito l’iter burocratico della richiesta di status di rifugiato ai sensi dell’art. 1 della Convenzione di Ginevra, realizzando sia un percorso che potrà essere utile per l’attività del Centro che un precedente importante per casi analoghi.
Era già accaduto al Centro di creare un precedente giurisprudenziale, nel caso di un medico albanese, privo di cittadinanza italiana, a cui è stato riconosciuto il diritto di partecipare a un concorso pubblico.
L’Assessorato provinciale inoltre sottolinea che, come ha sempre riscontrato anche nel suo lavoro, è stata essenziale la collaborazione e l’impegno di tutti i soggetti che gravitano attorno alla realtà dell’immigrazione. Una rete, istituzionale e di associazionismo, con cui il Centro opera quotidianamente.