La sera del 14 settembre si è svolta a Prato la fiaccolata indetta dal Comitato cittadino “I Lecci” per protestare contro il degrado e i presunti giri illeciti nella zona dell’Interporto. Le associazioni omosessuali avevano discusso una loro presenza, ma poi hanno deciso di non esserci per evitare inutili strumentalizzazioni.
“La manifestazione di ieri sera fortunatamente non ha visto gli eccessi omofobici che si temevano ancora alcuni giorni fa” dice Bert d’Arragon, Presidente di Arcigay Toscana, “perché ormai è stato capito, anche grazie all’ottimo lavoro svolto negli ultimi giorni dai giornalisti de “Il Tirreno”, che il problema di quella zona non sono i gay, ma l’assenza di una strategia e di una politica capace di risolvere i problemi di cittadine e cittadini.
La fiaccolata, a cui hanno partecipato oltre un centinaio di persone, era nata male e noi non l’abbiamo condivisa nella forma, come per esempio la presenza in prima fila di bambini che alla fine forse neanche sanno di che cosa si tratta. Ma la rabbia della gente è comunque comprensibile: se un sindaco brilla per assenza, non dialoga con le Associazioni della società civile del comune che dovrebbe governare e crede che i problemi sociali e del degrado urbano si possano arginare facendo delle recinzioni è chiaro che prima o poi i nodi vengono al pettine e che le situazioni sfuggano di mano.
Il sindaco ha dichiarato di voler costringere la proprietaria del terreno a recintare l’intera area, ma basta dedicare anche solo qualche ora a visitare la zona per capire che i problemi di un quartiere non si risolvono certo con la rete elettrosaldata. Ma hanno ragione gli abitanti: quello che manca sono azioni positive, una strategia di dialogo con la gente e un progetto capace di integrare le richieste e gli interessi legittimi di tutte le persone che vivono e frequentano questa zona, allontanando così le
eventuali dinamiche illegali o persino criminali e ridando spazio alle persone.”
“Abbiamo preso atto che i toni della discussione sono cambiati e che non viene più confusa l’omosessualità con reati abietti come la pedofilia e lo sfruttamento della prostituzione minorile. La piccola fiaccolata si è svolta in modo tranquillo e senza incidenti provocati da estremisti, anche grazie alla sensibile attenzione della Questura. Cercheremo di contattare le associazioni degli abitanti della zona per proporre insieme azioni costruttive che possono aiutare a restituire all’area una vivibilità e riconsegnarla in pieno alla cittadinanza, come è successo per esempio in via Zara a Viareggio – ovviamente senza discriminazioni e a prescindere dall’orientamento sessuale dei singoli!”
Bert d’Arragon
Presidente Arcigay Toscana