Registro simbolico ad Ancona

  

La giunta comunale di Ancona il 27 novembre ha votato l'istituzione del registro delle unioni civili, dando seguito al mandato conferitogli dal Consiglio comunale 11 mesi fa. Da parte dei nostri amministratori è stato senza dubbio un atto di coerenza e di responsabilità politica sia rispetto al programma di governo del centro-sinistra, sia nei confronti delle centinaia di persone che oggi non hanno alcun diritto di cittadinanza. Siano essi eterosessuali o omosessuali.

Purtroppo però, le stesse persone domani continueranno a vivere contando esclusivamente sulle proprie forze: dalle dichiarazioni pubblicate il 28 novembre sui quotidiani risulta infatti che l'iscrizione al registro avrà un valore meramente simbolico. Continueranno ad avere gli stessi problemi di oggi: la casa, le tasse comunali, le mense scolastiche, ecc. Il Comune può tranquillamente deliberare su questi temi senza attendere una normativa nazionale sulle coppie di fatto, perché sono di sua specifica competenza. Nessuna coppia da domani deciderà di iscriversi, perché un riconoscimento privo di argomenti concreti equivale al vuoto politico e sociale che avevamo fino a ieri.

Riconosciamo lo sforzo del Sindaco e del Consigliere comunale Andrea Nobili e li ringraziamo di aver sbloccato l'increscioso stallo degli ultimi mesi. Il lavoro non è però terminato e auspichiamo che ora tutto il Consiglio comunale lavori per studiare provvedimenti che diano sostanza al registro.
Da parte nostra attendiamo di leggere il testo integrale della delibera per approfondire la questione ed invitiamo il Sindaco a confrontarsi con noi per fugare dubbi e chiarire eventuali fraintendimenti.

Rispetto a chi paventa crisi familiari epocali o denuncia modelli diseducativi ci sentiamo di ricordare che rispettare la diversità altrui è tutt'altro che diseducativo. E il rispetto si insegna con i fatti, non con le parole. Ben vengano quindi atti formali come questo. In tempi di conflitti sociali, di omofobia palese, di aggressioni verbali sconsiderate come quelli che viviamo, l'accoglienza cristiana dovrebbe essere la regola per tutti.

La Presidente di Arcigay Caleido
Germana Sgalla


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