L’altro sesso. Comunicazione e differenza lesbica

  

In questo testo si cerca di delineare la figura della donna omosessuale, un soggetto che mette in crisi quel “modello unico” della vita sessuale e affettiva ribadito dalla religione e dallo Stato nell’istituzionalizzazione del matrimonio e della famiglia.

Non si tratta qui di affermare un modello “alternativo” a quello eterosessuale, ma di sottolineare l’importanza di una riflessione ancora necessaria sul riconoscimento di legittimità di un’altra figura della sessualità femminile.

In queste pagine si cerca di ricostruire la visione della donna lesbica nella società e le radici dell’identità lesbica, attraverso la storia, le teorie e la letteratura. Dunque, nella prima parte del libro viene svolto uno studio intorno alla genesi dell’identità lesbica, identità legata a definizioni prima religiose, poi giuridiche, poi mediche e, infine, il luogo di formulazioni teoriche, di richieste di riconoscimento e di diritti civili.

In seguito viene ripercorso il pensiero teorico che, partendo dalla definizione di sesso e di genere e dal rapporto che lega sessualità e potere, problematizza il modello eterosessuale come unico luogo di “naturalità” e afferma l’esistenza di un “soggetto eccentrico”, eccentrico rispetto all’ideologia del genere considerata come una delle macro-istituzioni dell’eterosessualità obbligatoria.

Dunque sono messe in risalto le teorie femministe che teorizzano una soggettività lesbica e che si pongono contro l’istituzionalizzazione dell’eterosessualità come modello unico, fino ad arrivare alle più recenti formulazioni della teoria queer.

Infine, ritenendo che la narrativa lesbica possa svolgere una funzione di educazione e di conoscenza sia per la lettrice omosessuale, che nel testo si può riconoscere, sia per il “lettore comune”, che può venire in contatto con la rappresentazione di una soggettività altra, viene approfondita la lettura di alcuni romanzi. Prendendo in esame le opere di tre scrittrici inserite in tre contesti storico-sociali diversi, che sono Djuna Barnes (autrice americana trapiantata a Parigi negli anni ’30), Violette Leduc (scrittrice francese degli anni ‘60) e Jeanette Winterson (scrittrice inglese dei nostri giorni), si cerca di rintracciare nel loro universo narrativo le diverse autorappresentazioni della donna lesbica, legate di volta in volta, in positivo o in negativo, alle rappresentazioni sociali del loro tempo.

Così, prendendo spunto dalle definizioni che di narrativa lesbica ne danno alcuni studiosi e alcuni scrittori, si cerca di creare una ipotesi di paradigma connotativo della specificità della letteratura lesbica che ruota intorno al “racconto della soggettività” e al “racconto del desiderio e della sessualità”. Il testo si conclude con una breve esposizione del caso italiano.


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