PESCARA. Ultimo consiglio comunale della legislatura D’Alfonso e importante approvazione: quella dell‘istituzione del registro delle coppie di fatto. Nella seduta di ieri anche la riduzione degli assessori da 14 a 10.
Hanno votato a favore dieci consiglieri: Gianni Melilla (Sinistra Europea), Carlo Sprecacenere (Sdi), Roberto Carulli (Pd), Angelo Tenaglia (Pd), Davide Pace (Sinistra Europea), Enzo Imbastaro (Pd), Glauco Torlontano (Pd), Fausto Di Nisio (Indipendente), Viola Arcuri e Maurizio Acerbo (Rifondazione).Quattro i contrari: Ciccarelli (Idv), Bozzolan (lista Teodoro), Cesarone (Pd), Zuccarini (Pd).
La delibera, da sempre molto contestata, è stata più volte rimpallata nel corso degli ultimi anni da un consiglio ad un altro e sempre bocciata da una maggioranza trasversale composta da tutto il centrodestra e dalle componenti centriste del centrosinistra.
Ma ieri sera c’è stato il colpo di scena.
Il sì della maggioranza è arrivato proprio nell’ ultima occasione utile prima della caduta di D’Alfonso e l’inizio della campagna elettorale.
Quella delle unioni civili era una battaglia portata avanti dalla sinistra estrema a cui ieri però, si è associato anche una piccolissima parte del Partito Democratico.
Un segnale che certo non può essere considerato il sintomo di un accordo tra PD e Rifondazione per correre insieme alle prossime elezioni.
La Sinistra Arcobaleno, infatti, deve ancora sciogliore le riserve e comunicare le proprie intenzioni e si è data tempo fino a martedì prossimo per chiarire la propria posizione.
La delibera «era stata ripresentata dopo la bocciatura», ha spiegato lo stesso Acerbo, «per riaffermare l’impegno della componente laica e di sinistra per il riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto e in particolare di quelle omosessuali e lesbiche».
Notoriamente il sindaco e parte consistente della maggioranza erano contrari all’istituzione del registro. E infatti si è assistito, ad un certo punto della seduta, ad un progressivo svuotarsi dell’aula.
«Purtroppo per loro», continua Acerbo, «l’esodo non è stato sufficiente, dal momento che il regolamento del consiglio prevede per l’approvazione di delibere non attinenti a regolamenti un numero legale di soli 14 votanti».
Entro trenta giorni, la Giunta dovrà quindi individuare un apposito Ufficio comunale in cui istituire il Registro delle unioni civili. Questo non avrà alcuna relazione o interferenza con i registri anagrafici e di stato civile.
«E’ una conquista importante per la crescita culturale e sociale della nostra città», ha commentato il presidente del Consiglio comunale Gianni Melilla al termine della votazione. «Riconoscere le unioni civili significa accettare e non sminuire il valore della famiglia e delle unioni religiose. Un passo in avanti nella storia di Pescara».
LA SODDISFAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE JONATHAN
L’Associazione Jonathan che si batte da anni per il riconoscimento, anche a livello locale, dei diritti delle persone Gay, Lesbiche, Transessuali ha espresso in serata l«a sua profonda soddisfazione per l’approvazione di una delibera che nel 2005 era stata invece bocciata dallo stesso Consiglio Comunale».
Questo passo avanti, hanno spiegato i responsabili dell’associazione «riveste, al di là della sua applicazione pratica, un forte messaggio simbolico per tutti coloro che ancora oggi si vedono discriminati a causa del loro orientamento sessuale.
La battaglia per il pieno riconoscimento delle coppie formate da individui dello stesso sesso continua, a livello nazionale, con la richiesta, sempre più forte e decisa, dell’istituto matrimoniale anche per le persone omosessuali».
COME FUNZIONERA’ IL REGISTRO
L’iscrizione potrà essere chiesta da due persone non legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela, ma da vincoli affettivi, coabitanti da almeno un anno ed aventi dimora abituale nel Comune di Pescara.
L’iscrizione potrà essere richiesta da due persone coabitanti da almeno un anno per motivi di reciproca assistenza morale e/o materiale ed aventi dimora abituale nel Comune di Pescara.
L’Italia non ha attualmente una legislazione effettiva per le unioni civili e al momento l’istituzione del registro è solo simbolica.
L’8 febbraio 2007 il governo italiano ha approvato un nuovo disegno di legge che prevede i riconoscimenti delle unioni di fatto, non sotto la denominazione comune di PACS, ma bensì di DICO. Tale disegno deve ancora essere sottoposto al voto parlamentare.