Arcigay e le elezioni del 13-14 aprile 2008

  

Arcigay si occupa delle elezioni politiche ed amministrative del 13 e 14 aprile perché incideranno profondamente nella vita concreta dei gay e delle lesbiche di questo paese.

Due anni di governo del centro sinistra hanno rappresentato per il popolo lgbt speranze e impegni profondamente delusi. Ne avevamo avuto un’anticipazione con l’approvazione del programma dell’Unione nel 2006: un fragile ed ipocrita compromesso, che non ha mancato di inquinare e paralizzare tutti i tentativi di concretizzazione di concetti ambigui e giuridicamente inefficaci.

Nonostante le discussioni e i confronti attorno alle insufficienti e pasticciate proposte di legge sul riconoscimento delle coppie di fatto e sulle norme antidiscriminatorie, abbiamo fatto emergere l’impegno di chi nel Governo e nel Parlamento si adoperava seriamente affinché fossero approvate, il nostro giudizio complessivo non può che essere risolutamente negativo.

In questo quadro, sottolineiamo con orgoglio il positivo ed infaticabile lavoro svolto dai nostri parlamentari: Franco Grillini e Gianpaolo Silvestri, che ringraziamo per aver saputo portare avanti, in una situazione difficile, iniziative e provvedimenti a favore delle e degli omosessuali e di aver impedito tentativi di approvazione di provvedimenti che portassero ulteriori possibili discriminazioni.

Già nell’ultimo Congresso nazionale, Arcigay aveva affermato la propria autonomia di posizionamento culturale e di azione sociale.

Ribadiamo in questa occasione la nostra distanza e distinzione dai partiti e la nostra vocazione ad essere soggetto politico e sociale di diretta rappresentanza delle istanze concrete del vasto popolo gay e lesbico italiano.

Questo non significa che siamo neutrali. Comprendiamo che queste elezioni politiche ed amministrative sono importanti e in un certo senso di forte mutamento del quadro politico. Però le composizioni e le scomposizioni dei vari partiti, non termineranno con le elezioni di aprile, quindi, la transizione politica proseguirà e in questo quadro la nostra azione dovrà essere più attenta a cogliere le novità e i possibili spiragli d’azione.

Ma la nostra affermazione teorica di essere noi stessi soggetto politico e sociale, trova sostegno dalla considerazione che, nei fatti, non esiste al momento una alleanza omogenea di partiti che abbia una possibilità reale di vincere le elezioni e che assuma come centrale la consapevolezza dello stretto intreccio tra diritti civili e diritti sociali.

Da come si sta prefigurando lo scontro elettorale, i vari soggetti in campo sono tutti tesi a semplificare e chiarire l’offerta partitica attraverso forzature volute o subite. Operazioni di tecnica partitica privilegiano sempre la ridefinizione delle classi dirigenti, tra resistenze di auto conservazione e superficiali immissioni di nuovi volti funzionali ai potenti di sempre.

E’ così che i drammatici problemi del paese sono messi in secondo piano, si evocano future fortune per la società italiana, ma in verità non si percepisce alcun reale cambiamento.
In questo clima, in cui la gerarchia cattolica e precisi poteri forti rappresentano i convitati di pietra, capaci di correggere, interdire, bloccare, qualsiasi idea di vera riforma, i nostri temi, le nostre rivendicazioni, sono percepite come marginali e fastidiose. Si tratta di una politica debole, mentre dal paese si chiede più politica, più assunzioni di chiare responsabilità.

Comunque i partiti non sono interlocutori privilegiati. La nostra è una mission chiara: siamo nella società, impegnati a rappresentare i bisogni concreti di gay e lesbiche ai quali vanno date risposte attraverso leggi nazionali, leggi regionali, provvedimenti amministrativi.

La nostra interlocuzione avviene, quindi, con le istituzioni, qualsiasi siano i partiti che le governano, cercando di ottenere risultati e non simboliche manifestazioni di vicinanza che non mutano la condizione di vita dei gay e delle lesbiche.

Guardiamo, quindi, in faccia l’attuale fase sociale e politica proponendo ai gay e alle lesbiche italiane di condividere una proposta articolata e chiara:

1 – La piattaforma rivendicativa di Arcigay è quella del movimento lgbt "Parità Dignità Laicità", approvata in occasione del Roma Pride 2007. Valutato che, nell’attuale scenario, nessuna forza politica è in grado di realizzare concretamente i contenuti di tale piattaforma, Arcigay non si allineerà e non darà indicazione di voto per nessun partito o coalizione.

2 – Arcigay indicherà esplicitamente di non votare le alleanze e i partiti che propongono modelli sociali che ignorano le istanze delle persone lgbt e non concedono dignità politica al consolidamento dei diritti civili in questo paese.

3 – Arcigay indicherà esplicitamente di non votare liste che candidino in posizione di eleggibilità coloro che, con dichiarazioni pubbliche ed atti formali, sostengono l’esclusione sociale delle persone lgbt, anche nel caso in cui in tali liste siano presenti esponenti del movimento lgbt.

4 – Arcigay, come lobby sociale, a livello territoriale, propone un patto con tutti quei candidati eleggibili che sottoscriveranno la piattaforma rivendicativa del RomaPride2007 e che decideranno di mantenere o di avere una relazione diretta con Arcigay. In particolare Arcigay sosterrà candidate e candidati lgbt che provengano dal movimento e con iniziative proprie, coloro che sono militanti dell’associazione.

5 – Arcigay non sosterrà candidature finalizzate solo ad intercettare i voti della comunità ed invita tutte le lesbiche e tutti i gay a non presentarsi ad operazioni di facciata o a inutili candidature di bandiera.

Per quanto riguarda le elezioni regionali e amministrative, Arcigay sosterrà le candidature a presidente di Regione, di Provincia e di Sindaco solo di chi sottoscriverà impegni precisi rispetto ad azioni contro l’omofobia, per l’inclusione sociale e di supporto alla comunità lgbt locale.


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