L’estate dei Diritti

  

Bologna è ancora capitale sociale e culturale della comunità LGBT italiana?

Bologna è storicamente un polo forte dell’azione politica del movimento LGBT. Da questa città hanno preso il via le prime comunità, i primi gruppi riconosciuti. A Bologna molti anni fa si iniziò a percorrere la strada dei diritti. Oggi questa città ha perso il suo primato. Il che di per sé non costituirebbe un problema, se quello scettro fosse andato a premiare altre eccellenze nel nostro Paese che con vanto ci avessero portato all’altezza dell’Europa.

Ma la realtà purtroppo è molto diversa: i muri ideologici in cui Bologna si è barricata sono l’espressione di un male diffuso, che in Italia non esclude nessuno. Le sue piazze non sono più la culla del pensiero riformista e progressista, i suoi palazzi si sono elevati, divenendo distinti e distratti. Sono lontani i tempi in cui il sindaco Renato Zangheri suggellava con un bacio ad un omosessuale la concessione dello storico Cassero. Lontano è pure il saluto del compianto Renzo Imbeni, che dai piedi del Nettuno dava il benvenuto ai manifestanti di tutta Italia. Lontani, ma non dimenticati. Bologna oggi vuole ricucire quella distanza, uscire dal torpore dei partiti e riportare per strada la più grande festa dell’orgoglio LGBT.

Qual è il ruolo giocato dal Cassero nella realizzazione della manifestazione?

Il Cassero è fondatore del Comitato Pride e condivide con le altre associazioni che vi aderiscono il percorso che sta portando alla messa in piedi di una grande manifestazione il 28 giugno. Il ruolo storico della nostra associazione in quest’occasione si è mosso nella direzione della cooperazione e del lavoro sinergico con tutte le altre realtà LGBT su Bologna e sul territorio nazionale.

Questo lavoro ha portato ottimi frutti, primo ed importantissimo – ed oserei dire epocale per il movimento – l’apertura di una Stagione dei Pride che vede l’intero movimento italiano unito e solidale. Le manifestazioni (Milano e Roma 7 giugno, Biella 14 giugno, manifestazione nazionale a Bologna 28 Giugno, Catania 5 luglio) toccheranno l’Italia da Nord a Sud con rivendicazioni condivise e comuni e di cui Bologna è ovviamente il maggior palcoscenico.

Sembra che in occasione del Pride si sia attivato un gruppo di ardimentosi volontari… qual è il loro peso nell’organizzazione dell’evento?

È probabilmente una delle cose più belle che l’organizzazione di questo pride ha portato. Da più di otto mesi i/le volontari/e del Pride Nazionale di Bologna, ragazzi lontani dagli ammiccamenti dei partiti, sfoderano l’idealismo e la lena che oramai davamo per estinti nelle aule politiche.

L’orgoglio ha animato menti e braccia, li vedrete all’opera nel dare assistenza in convegni e incontri, nel distribuire materiali, nell’assistere e dare informazioni. Ma non hanno fatto e non faranno solo questo: da mesi pensano e realizzano feste con lo scopo di raccogliere fondi per le iniziative targate pride. Ed è stato un grande successo! Un motivo in più insomma per noi del Cassero di sentirci orgogliosi. Brav* ragazz*!

Quale sarà il percorso della manifestazione?

Il 28 giugno il Pride allestirà un avamposto informativo in uno dei luoghi più rappresentativi della bolognesità: Piazza Ravegnana. Fin dalla mattinata sotto le torri sarà presente un info point, punto di visibilità e incontro con la città in pieno centro.

A partire dalle ore 14.30 dalla piazza partirà il serpentone dei manifestanti che, passando per Via Castiglione, raggiungeranno a piedi i carri che partiranno dai Giardini Margherita alle 15.30. Il percorso si muoverà lungo i viali della città attraversando alcuni luoghi simbolici della comunità: la prima sede italiana di un circolo omosessuale – la storica porta Saragozza -, il monumento alle vittime omosessuali del nazi-fascismo, il Cassero in via Don Minzoni. Il corteo si concluderà in Piazza VIII agosto con gli interventi delle associazioni LGBT e a seguire ci saranno gli Alcazar in concerto.


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