XVII International AIDS Conference Mexico City – 4

  

Carissimi,

Purtroppo oggi, per motivi personali, non ho potuto seguire tutto quello che avrei voluto. Tuttavia alcune conferenze molto importanti le ho seguite e ve ne do conto.

Forse la piu’ importante delle conferenze di oggi e’ stata senz’altro quella dal titolo: Looking to the future, che ha visto fra i relatori alcuni fra i principali ricercatori. La prima relazione l’ha tenuta il dott. Anthony Fauci, molto noto nell’ambiente, direttore del National Institute of Allergies and Infectious Diseases National Institutes of Health ovviamente negli USA.
La sua presentazione, per quanto concisa e’ stata molto precisa e rapida nonostante la complessita’ e la delicatezza dell’argomento.
25 anni dopo la scoperta del virus dell’HIV, il numero delle persone che vive con l’HIV continua a crescere. Nel 2007 si sono registrate 33 milioni di persone che vivono con l’HIV, ovviamente nel mondo, e 2,5 milioni di persone sono morte di AIDS sempre nel 2007.
Dall’inizio della pandemia sono 25 milioni le persone morte per AIDS.

Questo e’ stato l’incipit del professore americano. Un bel biglietto da visita.

Passi in avanti ne sono comunque stati fatti. I farmaci antiretrovirali hanno aumentato enormemente le speranze di coloro, pochi, che riescono ad avere accesso ai farmaci.
Usati nel trattamento delle infezioni croniche, per prevenire la trasmissione materno fetale e nella profilassi post esposizione sia occupazionale che non, i farmaci antiretrovirali vengono anche studiati nell’ambito degli studi sulla profilassi pre-esposizione per le persone a maggiore rischio di infezione.
Nei Paesi in via di sviluppo piu’ di 3 milioni di persone sono oggi in grado di ricevere i trattamenti necessari, circa il 31% del totale di coloro che ne avrebbero bisogno. Cio’ nonostante, i nuovi casi di sieroconversione che continuano a crescere rendono di difficile attuazione lo sviluppo dell’accesso ai trattamenti. Per ogni 2 persone che iniziano la terapia antiretrovirale in grado di prolungare la loro vita, ci sono 5 nuove infezioni. Le difficolta’ costringono la comunita’ scientifica a rimandare continuamente lo sviluppo di un vaccino efficace nel prevenire l’infezione. Ma la ricerca continua.

Nonostante i progressi, l’HIV continua ad essere una sfida mondiale anche nel prossimo futuro. Sara’ quindi essenziale un’analisi e una strategia per cercare di rispondere adeguatamente all’epidemia.
Per l’immediato futuro, il prof. Fauci ha delineato alcune aree strategiche di intervento:
la patogenesi del virus, come base per preparare nuovi interventi nella prevenzione e nei trattamenti; dovra’ comprendere studi biologici strutturatisui componente dell’HIV e sulla loro interazione con le cellule ospiti. Studi genetici in merito alle cellule ospitanti ed anche sugli effetti del virus su tessuti ed organi, soprattutto nelle persone che si sono scoperte positive tardi.
Dev’essere meglio compreso il ruolo della risposta immunitaria. Nel prossimo futuro sara’ essenziale completare gli studi sul genoma umano e soprattutto le molecole che ci governano. A quanto pare solo bassissima percentuale di molecole sono state studiate al momento.
Diagnosi e monitoraggio, traducendo le conoscenze molecolari in elementi di possibile cura; e’ necesario attrezzare i centri sanitari con strumenti di analisi molecolare e monitoraggio avanzati. Anche il prof. Fauci ha sottolineato la necessita’ di affiancare alle necessita’ diagnostiche tipiche dell’HIV anche strumenti diagnostici adeguati a rintracciare rápidamente la TBC con test rapidi per le resistenze ai farmaci antitubercolari. Essenziale sara’, come sempre, il monitoraggio della terapia antiretrovirale.
Terapia, che deve tendera verso la cura con o senza eradicazione del virus; passi in avanti ne sono stati fatti, abbiamo farmaci che rallentano la replicazione del virus in vari modi: inibitori dell’integrase, della transcriptasi inversa, della fusione, della protease, della maturazione, per un totale di oltre 20 specialita’ farmaceutiche in comercio (care ammazzate obviamente), incluse le piu’ recenti combinazioni di 2 o 3 farmaci in un’unica soluzione. Forse per tirarci su il morale, e’ stato mostrato nella presentazione un trafiletto di una rivista specializzata che ha calcolato che negli USA sono state salvati circa 3 milioni di anni di vita delle persone sieropositive. Il numero delle persone in trattamento antiretrovirale nei paesi del terzo mondo sta via via aumentando, ma, a dispetto di questi dati abastanza positivi, il professore ha posto l’accento sul fatto che, tranne in casi particolari, i medicinali non curano l’HIV.

Una cura, in effetti, e’ un trattamento finito il quale, il paziente non ha piu’ necessita’ di curarsi perche’ il “male” e’ stato eliminato. Questo oggi non e’ possibile, siamo nella fase in cui possiamo riuscire ad amministrare la replicazione virale o arrivare alla soppressione, ma non alla sua scomparsa. Un po’ come avviene per il diabete che si puo’ tenere sotto controllo con l’insulina, o l’artrite che puo’ essere soppressa con i farmaci anti-infiammatori, cosi’ l’HIV viene soppresso con gli antiretrovirali.
Soppresso per capirci fra noi mortali, vuol dire che i sintomi spariscono o calano e che, nel caso dell’HIV, il virus non e’ ritracciabile nel sangue. Ma il virus, il male, non e’ sparito e’ ancora li.
E’ essenziale quindi tendere verso la cura, la completa guarigione, perche’ l’HIV dura tutta la vita, perche’ i nuovi casi nel 2007 sono quasi 3 milioni, perche’ solo una percentuale scarsa di persone hanno acceso ai trattamenti, perche’ ci sono 2 o 3 nuove infezioni per ogni persona che entra in terapia e perche’ e’ decisamente difficile che si possa mai riuscire a reperire le risorse finanziarie per far entrare in terapia tutti coloro che ne hanno bisogno (soprattutto questo e’ il problema, aggiungo io, il costo oscenamente alto dei farmaci).
Gli ostacoli principali per la realizzazione di una cura dipendono dalle peculiarita’ del virus che e’ in grado di rendersi “invisibile” al sistema immunitario, che e’ in grado di formare una “reserva protetta”, un santuario al riparo dai farmaci e, in ogni caso, c’e’ sempre il problema della diagnosi precoce perche’ una reale possibilita’ di eradicazione del virus l’avranno solo le persone che vengono diagnostícate positive nei primi momenti dell’infezione.

Prevenzione, sia comportamentale che biologica; le linee strategiche in questo campo comprendono ancora ovviamente la prevenzione della trasmissione sessuale, da attivarsi attraverso programmi di modifica dei comportamenti, la promozione del preservativo e della circoncisione maschile (uhm!),; insistere con i programmi di scambio di siringe e con i programmi di prevenzione fra madre e figlio, cosi’ come deve essere posta particolare attenzione alla prevenzione delle altre MTS (ancora una volta compare la TBC). Sottolieata l’importanza della terapia antiretrovirale come prevenzione (nella trasmissione materno-fetale, nelle profilassi pre e post esposizione, nelle infezioni croniche) e ovviamente lo sviluppo di vaccini.

Il vaccino, definito nella presentazione “un formidabile ostacolo scientifico”. L’HIV in effetti si comporta in modo dissimile dagli altri virus perche’ cambia rápidamente, perche’ riceve una risposta immunitaria naturale inadeguata, perche’ sa nascondersi al sistema immunitario che e’, come sappiamo, il suo target di distruzione.
Negli ultimi anni diversi trial, studi, sono stati cancellati, hano fallito gli obiettivi, ma i ricercatori, ben lontani dall’arrendersi, hanno identificato alcune nuove aree di studio verso cui orientare la ricerca del vaccino. Tuttavia appare sempre piu’ probabile che un eventuale vaccino avra’ molto a che vedere con il profilo genético personale.
Naturalmente sia il prof. Fauci che gli altri interventi hanno posto nuovamente l’accento su tutti gli argomenti ed i problemi dei quali vi ho gia’ parlato: la fine della discriminazione, ricerca e monitoraggio mirato ai gruppi piu’ vulnerabili, accesso ai farmaci generalizzato,
ecc. ecc.

Da ultimo vorrei darvi conto di alcune manifestazioni che alcuni gruppi di attivisti di persone sieropositive hanno inscenato lungo i corridoi di questo enorme centro congressi. Act Up non poteva certamente starsene ferma e calma senza fare un minimo di casino, infatti puntuale e’ arrivata la manifestazione di protesta contro il Governo francese e la ministra della sanita’ francese in particolare, totalmente assente dalla conferenza. I ragazzi di Act Up Paris hanno distribuito foto della ministra della sanita’ con la scritta missing e scandito slogan contro la pochezza dell’impegno francese nella lotta contro l’AIDS.

Molto piu’ toccante sono state le manifestazioni inscenate sia da attivisti messicani che colombiani contro la casa farmaceutica Abbott, alla quale gli attivisti sollecitano il rilascio di una licenza aperta, per motivi di interesse pubblico, per il Kaletra,un farmaco antiretrovirale. I manifestanti avevano il volto coperto da maschere a forma di teschio e portavano una piccola bara nera con la scritta “morto per mancanza di Kaletra”. Nel volantino che davano agli altri delegati, e’ scritto che il prezzo del Kaletra e’ una barriera per l’accesso al farmaco per i governi del Messico e di Colombia. Laddove la patente e’ stata concessa, come nel Peru’, il prezzo del farmaco e’ sceso in modo impressionante. Per capirci la licenza chiedono si riferisce sostanzialmente alla possibilita’ di produre farmaci generici. La riduzione del prezzo ipotizzata consentirebbe di tratare 9.000 persone sieropositive in piu’. Ad oggi per loro in effetti l’alteranativa e’ quella portata a spalla dagli attivisti. Vi assicuro che vedere una bara portata a spalla da attivisti urlanti e incazzati ha fatto effetto e suscitato molto scalpore fra i 2.000
rappresentanti della stampa internazionale.

Ancora una volta, un esempio da seguire.

Baci, Sandro


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