Il «coming out» degli omosessuali in divisa si sposta da Bologna a Ferrara per un incontro che, gli organizzatori precisano, «sarà a porte chiuse e limitato ai soli membri del direttivo della nuova associazione Polis Aperta».
Un «trasloco» e una riservatezza che non sarebbero dettate da motivazioni ideologiche ma da semplici ragioni organizzative, oltre che dalla vasta eco delle notizie a mezzo stampa che hanno portato agli organizzatori molti contatti e anche qualche fraintendimento. «C´era chi ha pensato si trattasse di una festa – spiega Nicola Cicchitti, presidente di Polis Aperta – invece è un incontro tra i sette membri del direttivo».
Il progetto di tenere a Bologna la riunione della nuova associazione che riunisce poliziotti, carabinieri, membri della Guardia di Finanza, dell´esercito e dell´aeronautica gay e lesbiche è stato quindi accantonato a favore di una sede più tranquilla e fuori mano, dove c´era anche uno spazio libero a disposizione.
«Bologna è ancora la capitale morale del movimento omosessuale – commenta Franco Grillini – ma è chiaro che adesso ci sono molti più punti di aggregazione nel mondo Lgbt»
«Una volta – dice Grillini – succedeva tutto sotto le due torri perché la nostra era l´unica città dove c´era un interlocutore politico: la prima riunione di questo gruppo, Polis Aperta, si è svolta a casa mia a Bologna».
Sicuramente il gruppo di rappresentanti delle forze dell´ordine che ha scelto il 26 settembre come data «di fondazione», per darsi uno statuto e un programma di iniziative, è tra quelli che più hanno attirato l´attenzione dei media, perché si inserisce in un contesto che sembra intimamente connesso al machismo. L´associazione chiede anche il riconoscimento del Ministero della Difesa come associazione mista e senza finalità sindacali.
«Noi lottiamo contro le discriminazioni in genere – spiega il presidente, finanziere di Trieste – e lo facciamo a partire da un ambiente non immune da machismo, ma come molti altri ambienti di lavoro. Prima di tutto anche le donne devono affrontare il problema della discriminazione e poi non so se lavorare in fabbrica per un omosessuale sarebbe più facile». Alla fine la «culla» di questo nuovo gruppo del movimento Lgbt non sarà Bologna.
«Questa però è una delle conseguenze della direzione scelta dal movimento per crescere – spiega Grillini – cioè di creare delle specializzazioni per gruppi di interesse. Prima eravamo un movimento generalista, raccolto attorno all´unica città dove un´amministrazione comunale ci avesse concesso una sede pubblica per le nostre attività. Oggi siamo divisi in tante aree tematiche e ci sono anche città più importanti di Bologna per gli omosessuali». Milano, ad esempio, con la più forte comunità Lgbt in termini numerici e le attrattive connesse al mondo della moda e dell´editoria e Roma, dove c´è anche la maggiore piazza turistica. Insomma, non è momento di nostalgie: «Se ci fosse un gruppo di insegnanti gay sarebbe bellissimo – dice Grillini – non importa in quale sperduta provincia scelgano di fare la riunione di fondazione».
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