Rotondi scopra le sue carte

  

Arcigay: telefonata tra Rotondi e Mancuso
Il ministro ha chiamato il presidente nazionale Arcigay dopo il comunicato di oggi sulla regolamentazione delle convivenze


Aggiornamento ore 20.45

Il ministro Gianfranco Rotondi questa sera ha chiamato il presidente nazionale Arcigay Aurelio Mancuso per informarlo sullo stato del lavoro che insieme al ministro Renato Brunetta stanno svolgendo rispetto alla proposta di regolamentare le convivenze.

Il ministro ci ha tenuto a ringraziare Arcigay per il ruolo di difesa e di promozione delle concrete richieste della comunità omosessuale italiana e per l’interesse mostrato dall’associazione rispetto alla sua proposta.

Il ministro ha informato il presidente Arcigay che entro una decina di giorni dovrebbe essere pronto un testo base, che sarà immediatamente trasmesso all’associazione.

Aurelio Mancuso, nel ribadire le posizioni di Arcigay rispetto al pieno riconoscimento dei diritti e di doveri per le persone e le coppie lgbt, ha concordato con il ministro un incontro da svolgersi appena in possesso della proposta.

Comunicato Arcigay 15 settembre 2008 – ore 16.00

È davvero difficile capire di che tipo di provvedimento sulle unioni civili il ministro Gianfranco Rotondi stia parlando: ci piacerebbe poter commentare una proposta concreta e non una sequela di annunci su un riconoscimento per ora scritto sull’acqua.

Volendo tralasciare alcune colorite e incomprensibili affermazioni del ministro su una supposta ideologia omosessuale da cui avrebbero preso le distanze le stesse associazioni gay, apprezziamo lo sforzo di Rotondi di voler individuare un proposta che possa ragranellare una maggioranza parlamentare, magari trasversale, ma vogliamo dire immediatamente con chiarezza, che per quanto ci riguarda l’unica legge che avrà il nostro aperto sostegno è quella che riconosce la parità di diritti e di doveri alle coppie omosessuali.

Al di sotto di questo, si tratta di provvedimenti che si inseriscono nella logica di mediazioni tra i partiti e che tentano di non urtare la sensibilità delle gerarchie cattoliche. In barba al dovere del legislatore, di guardare in faccia i veri problemi del paese e le aspirazioni di milioni di cittadine e di cittadini.

Non ci sfugge che, nelle attuali condizioni, soprattutto dopo che il centrosinistra ha completamente fallito l’opportunità storica di approvare una legge che rappresentasse perlomeno un primo piccolo passo nella giusta direzione, la proposta di Brunetta e Rotondi ha il merito di aver riaperto la discussione.

Attenderemo, quindi, che la coppia di ministri scopra le carte e valuteremo articolo per articolo la reale portata e accessibilità di diritti e doveri, con la concretezza che ci contraddistingue, senza mai dimenticare che la dignità delle persone lgbt non può essere offesa né presa in giro, com’è già tristemente avvenuto nel passato, ad esempio con il progetto di legge sui DICO.

In ultimo, per quanto riguarda la preoccupazione di Rotondi nell’impedire qualsiasi tipo di cerimonia pubblica per le unioni tra persone gay e lesbiche, si metta il cuore in pace, perché a questo non rinunceremo mai, anche se la sua legge non lo prevederà, a meno che non intenda stabilire per decreto il divieto di festeggiamenti per gli amori omosessuali.

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E Brunetta lanciò i DiDoRe
Articolo del 17 settembre 2008 – Corriere


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