In questo week end appena finito – 15-16-17 maggio 2009 – si è svolto a RIga, capitale della Lettonia, il primo pride baltico. Organizzato dalle associazioni lituane, estoni e lettoni e con il supporto delle ambasciate danesi,svedesi,inglesi,americane,amnesty international e Ilga Europe. L’evento ha visto la partecipazione totale di circa 500 persone tra attivisti gay, volontari, curiosi e semplici partecipanti.
Ll’organizzazione dell’evento e’ stata ineccepibile:ogni partecipante veniva dotato di una mappa dettagliata degli eventi e sono stati organizzati diversi security meeting in cui ci veniva consigliato di dotarci di spray al pepe, chiamare i numeri telefonici da loro forniti in caso di emergenza, evitare di camminare a piedi nelle ore notturne.
Il secondo dei 4 gg di manifestazione, venerdi 15 maggio, abbiamo assistito alla proiezione di 4 documentari: queer sarajevo 2008 (reportage su quanto e’ avvenuto durante il primo gay film festival a sarajevo) beyond the pink curtain (documentario sulle differenze tra i movimenti gay dell’est e dell’ovest europa) the times of harvey milk (reportage da cui e’ stato tratto il film "Milk" con Sean Penn) e "Fig Trees" (documentario sulla condizione Lgbt in Canada). Durante la proiezione del primo documentario, ingenuamente mi chiedevo come mai le persone in prima fila applaudivano quando venivamo mostrate immagini di violenza contro persone con un diverso orientamento sessuale. Perche’ tutta questa esultanza, Perche’ questa allegria nervosa. Quando le luci si sono accese il motivo si e’ fatto chiaro: nelle prime file sedevano skinheads affiancati dalla polizia. Questi si sono alzati dai loro posti hanno urlato frasi offensive in russo e lettone, due di loro hanno cominciato anche a ruttare in faccia alle persone sedute , e hanno la lasciato la sala delle proiezioni. Nonostante fossimo in maggioranza, nessuno ha detto nulla. 150 persone che guardavano uno schermo vuoto come se ci fosse qualcosa di vitale da vedere. 150 persone pietrificate. Sono andato in bagno durante la seconda proiezione e ho pianto.
Il giorno dopo si è svolto il pride vero e’ proprio. Il punto di partenza previsto era un parco nel cuore di Riga. Inizialmente a molti non era chiaro perche’ era stato scelto proprio quel parco ,dalla struttura dispersiva e troppo grande per 500 persone. In seguito abbiamo compreso il perché: era l’unico dotato di inferriate. Animali in gabbia. Questo ci hanno urlato addosso e questo di fatto eravamo. 500 rinchiusi in un parco circondati dalla polizia e da circa 2500 persone che marciavano attorno al parco stesso urlando "no al PRide" o ancora "gay pride aids pride" o cose ben peggiori. Da una parte delle inferriate gente piena d’odio in difesa di valori che nessuno stava mettendo in discussione, skinheads che battevano i pugni sulle mani aperte, cattolici con tanto di bibbie foderate, bambini impauriti e giornalisti sciacalli. Dall’altra parte un gruppetto sparuto di punti interrogativi, dietro le sbarre tutti a guardare con le pupille dilatate, confusi, spaventati, sconvolti, tramortiti, mentre un rumore di foto scattate alle scimmie chiuse nel parco ci assordava.
Un’ora dopo abbiamo cominciato a marciare fuori dal parco. Siamo stati accolti da grida,fischi, e uova (fortuna che ci avevano fornito degli ombrelli arcobaleno che piu‘ che coreografici sono stati utili). Abbiamo marciato tenendo una bandiera arcobaleno lunga 30 metri, cercando di riderci sopra piu‘ che potevamo, protetti dalla polizia in tenuta anti sommossa, da barricate di metallo e dal buon senso di non avvicinarsi troppo alle inferriate, al mondo reale, alle persone reali. E‘ il mondo capovolto dove le bestie sono fuori dalle gabbie.
Ora mi sorge spontanea una domanda: il Baltic Pride doveva rappresentare 3 nazioni:la Lettonia, L‘Estonia e la Lituania. Popolazione totale: intorno ai 13 milioni. Eravamo 500. 500 non è neanche la meta‘ delle persone con un diverso orientamento sessuale nella citta‘ dove sono nato: Siracusa con i suoi + o – 200.000 abitanti. Dov‘erano tutti? La polizia aveva cosi tanto stretto i controlli che alla fine non era stato possibile partecipare al pride per nessuno apparte gli attivisti gay? La gente aveva confuso Riga con Stoccolma e 10000 persone ci stavano aspettando dall‘altra parte del Mar baltico?no. eravamo nessuno perche‘ semplicemente abbiamo preferitocontinuare a rimanere nessuno.
Mi fanno ridere i commenti che alcune persone che conosco hanno fatto in merito ai video e le foto del pride pubblicati su facebook: „ancora in questi paesi dell‘est hanno di questi problemi“ oppure“ non guarderò più il tuo profilo perché pubblichi cose tristi“. Tutto questo riflette un modo di vivere la propria vita che è malato. Il cerchio si stringe e l‘unica cosa che ci riesce davvero bene è SEMPLIFICARE, ci vengono tolti uno dopo l‘altro dei diritti e siamo abilissimi nell‘imparare a farne a meno. Poco importa se il cappio intorno al collo si stringe,l‘importante e‘ non morire soffocati. Ci accontentiamo di aderire a un modello comportamentale che deriva da una societa‘ che di fatto non ci vuole in modo da poter essere pubblicamente accettabili. L‘importante e‘ che nn si sappia in giro che froci siamo e con tutte le probabilita‘(almeno che alla fine Povia non aveva ragione) froci ci rimarremo per il resto della nostra vita. La cosa che conta e‘(dopo aver assimilato e fatto nostro lo stereotipo per cui l‘essere gay o lesbica o bisex e‘ un qualcosa che ha a che vedere solo ed esclusivamente con il sesso) riuscire a mantenere tutta una parte sostanziale della nostra vita dietro una porta chiusa.Tutto questo a Riga come in Italia, in Lituania come a Catania. Abbiamo tutti l‘animo compassionevole quando sgraniamo gli occhi di fronte alle 30 persone arrestate in russia sabato 16 maggio per una manifestazione lgbt pacifista ma quando siamo venuti a conoscenza delle diverse persone picchiate all‘uscita di un locale gay friendly a Milano siamo stati altrettanto bravissimi nell‘alzare le spalle e cambiare discorso con una velocita‘ che farebbe invidia a Brie di desperate housewife.
Nessuno ci obbliga a diventare attivisti gay,ognuno ha un proprio percorso che va rispettato e non deve essere messo in dubbio che per questioni personali e familiari ci sono moltissime persone in Lituania, a Catania, in Lettonia, in Italia che sono costrette a vivere una doppia vita. Ma l‘omofobia interiorizzata è qualcosa che è infinitamente piu‘ pericolosa di qualsiasi manifestazione anti-gay, di qualsiasi skinhead ignorante e frustrato. E‘ la convinzione che quello che ci capita, quello che ci tirano addosso, quello che usano contro di noi in un certo senso ce lo meritiamo.
Io tutto questo non me lo merito
Non lo meritano i miei amici
E non lo merita nessuno.
Se al gay pride baltico anziche 500 fossimo stati 500000, se a catania anziche 25 fossimo stati 1000 si sarebbero gettate le basi per un non sentirsi in colpa per un qualcosa che è naturale ed è bellissimo: La possibilita‘ che abbiamo di amare ed innamorarci, la possibilita‘ di non dover combattere per un qualcosa che dovrebbe essere scontato. La nostra vita stessa, in quanto essere lesbiche,trans, gay bisessuali e‘ qualcosa che paradossalmente ha a che vedere solo in minima parte con i gusti sessuali. E‘ tutta lo nostra vita. Non ci stanno togliendo una parte di noi stessi che puo essere nascosta. Ci stanno cancellando.
Andrea Nucifora
Arcigay Catania
***
Dal mio personale punto i vita è andato tutto bene perchè la polizia ha compiuto un buonissimo lavoro, isolando la zona e proteggendo i partecipanti alla parata dai contromanifestanti…
I contromanifestanti saranno stati sui 400 mentre noi da quello che ho sentito dire da Amnesty 350….
E’ stata comunque un abella esperienza nel veder con che opasione quei 5 o 6 veri attivisti di Mozaika hanno dedicato tutto il loro tempo ed energia per organizzare questo Pride…
mi ha fatto piacere vedere comunque qualche persona non legata a nessuna associazione partecipare, cosa che davo per scontato non avvenisse…
Unico momento di panico, durante il pomeriggio di sabato dove durante ua proiezione di documentari Lgbt in un cinema, prima della proiezione in sala si erano seduti una decina di nazi che con fischi e urla commentavano i video, ma poi sono stati portati via dalla polizia…
Probabilmente l’unica cosa negativa nell’organizzazione è stato il fatto che alla fine della sfilata, che comunque si è svolta dentro un parco e in una strada limitrofa, circondata completamente dalla polizia, le persone sono state lasciate a se stese cercando di farsi notare il meno possibile per non farsi riconoscere come partecipanti al pride, nelle strade della città…
la cosa pù assurda che ho visto, oltre i soliti manifestanti con slogan tipo "l omosessualità è una malattia" o "omosessulaità = AIDS" erano le donne che urlavano con la Bibbia in mano e addirittura 2 signoire che inspiegabilkmete sono riuscite ad entrare nel parco sono riuscite a fare una sort di performance buttandosi per terra con un enorme crocefisso, poi mi sono fatto spiegare che tutto ciò voleva signifare il gtrande dolore che una madre prova nell apprendere che il figlio è omosessuale…
Jonathan Mastellari
Arcigay Bologna
Guarda la gallery del Baltic Pride 2009 nella nostra sezione foto