Proprio nell’11° Giornata mondiale del Transgender Day of Remembrance, che dall’assassinio di Rita Hester a Boston nel 1998, ricorda come siano profondi e diffusi i pregiudizi e le discriminazioni nei confronti delle persone transgender, si apprende che Brenda, persona transgender coinvolta nell’affaire Marrazzo, è stata trovata morta.
Questa coincidenza dovrebbe far riflettere la politica, i mass media, l’opinione pubblica come siano state umiliate in questo periodo le persone transgender, che purtroppo sono costrette in molti casi, soprattutto se non italiane e senza permesso di soggiorno, a prostituirsi.
Tutta la vicenda si tinge ora dei colori scuri del dolore e della rabbia per chi, come le associazioni trans e omosessuali, tutti i giorni cerca di far comprendere che, con pochi e semplici provvedimenti legislativi e azioni sociali, migliaia di persone trans potrebbero non vivere più nell’emarginazione e in preda alle organizzazioni criminali.
Ci auguriamo che sia fatta presto luce su questa tragedia, che la Procura di Roma ha iscritto come omicidio volontario.
Rimane il fatto che Brenda è l’ulteriore vittima di un’irresponsabile spettacolarizzazione di realtà complesse, trattate come sempre dai media per soddisfare audience e vendite di copie, in cui non si rispettano dignità, difficoltà, storie personali contrassegnate da discriminazioni e violenze di tutti i tipi.
Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay