PAVIA. Prima le scritte omofobe sul banco, poi le telefonate anonime, ripetute. Le occhiate, i bisbigli, i pettegolezzi. E alla fine l’offesa ha alzato la voce, gridata all’uscita da scuola, contro due ragazzi gay. Non ne hanno parlato direttamente con gli insegnanti, per non uscire allo scoperto. Però si sono rivolti ad Arcigay che a sua volte chiederà alla scuola un incontro. «Possono venire a parlarne con me», dice il preside del liceo classico, Lorenzo Fergonzi.
«Quello che hanno raccontato i ragazzi mi stupisce e mi addolora – dice Walter Minella, docente di storia e filosofia al liceo classico – è una forma di inciviltà che mi sorprende. Esiste una componente di imbecillità che si manifesta in più forme. Io speravo che la percentuale fosse ridotta, se non annullata, avendo una formazione culturale». I ragazzi forse pensano che una battuta possa solo essere uno scherzo, ma spesso ferisce. «Parlando di filosofia, per esempio, si sa che Platone era omosessuale, sono cose ovvie che devono far parte del patrimonio culturale». Ma questo non basta, sembrano insegnamenti lontani. Anche per questo Arcigay chiede di portare il progetto scuole, finanziato dal ministero, al liceo classico e in tutti gli altri istituti superiori pavesi. «I progetti dell’Arcigay sono i benvenuti», sottolinea il docente di storia e filosofia.
Il prof: «Sono stupito e addolorato da questa forma di inciviltà»
Questo articolo è stato scritto il 26 aprile 2011.
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