Omofobia al liceo, Arcigay denuncia

  

di MARIANNA BRUSCHI
PAVIA. Scritte sui banchi contro due ragazzi omosessuali. Telefonate anonime, battute pesanti. Due studenti del liceo Foscolo hanno sopportato per mesi l’atteggiamento dei compagni, poi si sono rivolti all’Arcigay per chiedere un sostegno.
Uno dei due ragazzi ha scritto una lettera all’Arcigay. «Non ne hanno parlato con nessuno perché si sarebbero dichiarati – spiega Giuseppe Polizzi, tra i fondatori di Arcigay Pavia – c’è la paura di essere giudicati. Noi abbiamo messo a disposizione lo psicologo dell’associazione, perché i due ragazzi non sono dichiarati in casa». Hanno sopportato per diverso tempo, poi però non sono più riusciti a restare in silenzio su quanto stava avvenendo tra i banchi di scuola. Nella lettera raccontano «di ripetuti scherzi a tinte omofobe». «Inizialmente si trattava di scritte a matita sui banchi, che miravano ad offendere e stigmatizzare per un orientamento sessuale ritenuto sbagliato, deviato», scrive un ragazzo. Non ha mai detto a nessuno di essere gay, vorrebbe solo poter vivere la sua sessualità serenamente. Dopo le scritte sono arrivate le telefonate anonime. «Siamo di Arcigay Milano volevamo sapere se ti sei già tesserato», gli hanno detto al telefono. «Solo per fargli fare coming out», commenta Polizzi. Con l’Arcigay era stato organizzato un incontro al liceo classico, durante la cogestione, per parlare di bullismo omofobo. Chi vi ha partecipato è stato subito additato. «Alcuni erano venuti all’incontro solo per vedere chi c’era. Ci sono ragazzi che con malizia prendono in giro, messaggi mai troppo evidenti, telefonate anonime. Al Foscolo si parla di quelli sospettati di essere gay, sempre con giudizi negativi». Lo racconta una ragazza al secondo anno, della sua omosessualità ha parlato anche in famiglia e ora sta cercando di sensibilizzare i ragazzi delle altre scuole. Casi di omofobia e bullismo omofobo non ci sono solo al Foscolo. […]