Risultati amministrative 2011, aula rainbow a Bologna: eletti una lesbica e due gay

  

di Vincenzo Branà
A margine della clamorosa sconfitta che Mister B sta affrontando in queste ore per il responso delle urne delle amministrative, Bologna mette a segno un primato davvero singolare: ben tre degli eletti in Consiglio Comunale sono omosessuali dichiarati, una lesbica e due gay per l’esattezza, vero e proprio “record” nella storia repubblicana del nostro Paese. E – notizia nella notizia – tra questi, stando ai risultati, non dovrebbe esserci Franco Grillini, presidente onorario di Arcigay ed ex deputato, oggi consigliere regionale nella squadra dipietrista e capolista, sempre per l’Idv, in questa tornata elettorale.

Fra i tre eletti miss preferenze è una lesbica: si tratta di Cathy La Torre, un “volto noto” del movimento lgbt, portavoce di Sel in città e vicepresidente del Mit. Cathy è anche una brava avvocatessa, da anni attiva nello Sportello legale di Arcigay. Il suo successo lo festeggia all’interno della lista in cui confluivano le forze dei vendoliani e dei civici di Amelia Frascaroli, l’aspirante vicensindaco. La lista ha raggiunto il 10,24% dei consensi: per Cathy La Torre, in particolare, ben 810 preferenze.

Gli altri due eletti sono entrambi nella lista del Pd: il primo è Sergio Lo Giudice, anche lui – come Grillini – presidente onorario di Arcigay e già consigliere comunale nel precedente mandato: per lui 628 preferenze. L’altro è Benedetto Zacchiroli, un rappresentante della generazione 2.0 del Partito Democratico bolognese. Del quale, a un certo punto, restituì la tessera pur continuando in realtà a gravitare in quell’ambiente. Zacchiroli ha conquistato 495 preferenze, piazzandosi perciò al tredicesimo posto nella lista dei Democratici a sostegno del sindaco Virginio Merola. Posizione di “soglia”, in realtà, ma sufficientemente “alta” da garantire l’accesso all’aula.

Doccia fredda invece per Franco Grillini, al quale 352 preferenze non bastano ad aprire le porte dell’aula consiliare: la sua lista – l’Idv – ha infatti totalizzato soltanto il 3,7% dei voti, sufficienti all’elezione di un solo consigliere. Grillini, però, è arrivato terzo.


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