Brescia scende in piazza per il testamento biologico

  

INIZIATIVE. Coinvolti Sel, Rifondazione, Radicali, Socialisti, Italia dei Valori e associazioni («Coscioni» e Arcigay)
«Vogliamo costruire Brescia Laica, un tavolo di confronto attorno alla tematica del fine vita che sia inclusivo e si rivolga a tutti», sostengono

Testamento biologico: anche Brescia si mobilita, proprio nei giorni in cui la Camera ha approvato la proposta di legge in materia di fine vita. Un’ampia coalizione di realtà locali (da partiti politici come Sinistra Ecologia e Libertà, Rifondazione Comunista, Partiti Radicale e Socialista, Italia dei Valori) ad associazioni (come Luca Coscioni e Arcigay a movimenti come Libertà e Giustizia e Movimento per la Scelta) offre la possibilità di sottoscrivere il testamento biologico, fissando un appuntamento gratuito con un notaio: basta scrivere a [email protected] o presentarsi sabato mattina in Largo Formentone o nel pomeriggio in Corso Zanardelli ai banchetti informativi che le realtà hanno organizzato «ancor prima dell’approvazione della proposta di legge – precisa Cristiana Manenti di Sel – da tempo volevamo fare qualcosa in città, di fronte al rifiuto del Consiglio Comunale di istituire un registro dei biotestamenti».

Un’iniziativa che non «è solo un servizio bensì è politica- continua Manenti- perché si prefigge di fare pressione sul Parlamento e sul governo affinché venga affossata una proposta, come quella approvata dalla Camera, che nega la possibilità di scelta rispetto al fine vita».
ATTORNO a questo tema si sta mouvendo uno schieramento molto ampio, trasversale, «perché da anni i sondaggi su questo tema dimostrano che la stragrande maggioranza degli italiani è per una legge sul fine vita che sia ben diversa da questa», sottolinea Lorenzo Cinquepalmi di “Tempi Moderni”, che solleva anche il problema di una «mancanza di informazione adeguata e corretta in proposito». Sollecitazione ripresa da Anna Facchinetti, dell’associazione Luca Coscioni, che contesta in particolare «il potere assoluto che questa proposta di legge attribuisce ai medici, ma non è detto che i medici vogliano questa enorme responsabilità di dover agire per legge, magari anche contro le proprie convinzioni». Proprio ai medici Gisella Bottoli di Libertà e Giustizia lancia un preciso appello: «Spero che facciano obiezione di coscienza su questa materia, dato che sono così bravi a farla quando si tratta di interruzione di gravidanza. Obiettare a questa legge sul fine vita significa rispettare il proprio codice deontologico».
I promotori dell’iniziativa lanciano un appello anche ai notai, affinché si mettano a disposizione per l’autentica del testamento, che deve avvenire in modo rispettoso della privacy, quindi non in piazza: ai banchetti informativi di sabato sarà possibile prendere appuntamento, così come lo stesso è possibile via mail o per telefono, chiamando alla sede di Sel (0303375584) o al numero dell’associazione Luca Coscioni (3335739886). Una richiesta forte infine anche alla cittadinanza, affinché si informi e si mobiliti, e alle realtà politiche, per la costruzione di «Brescia laica», un tavolo di confronto e organizzazione attorno alla tematica del fine vita. Un tavolo «inclusivo, che si rivolge a tutti», precisa Cesare Giovanardi del Pd, nell’assicurare l’impegno del suo partito.
I radicali si dicono già pronti alla raccolta firme per un referendum, se la proposta di legge dovesse ricevere il sì definitivo: «Perché non possiamo più tollerare il modo subdolo con cui il blocco oscurantista presente in Parlamento cerca di riacquistare credibilità nel paese”, dichiarano gli esponenti locali del partito di Pannella. Al loro fianco anche l’Idv,

  •