Pavia. Omofobia al Foscolo, Roma chiama il provveditore

  

PAVIA Sul tavolo del provveditore è arrivato il fax dal ministero delle pari opportunità: chiedono una relazione sul caso omofobia al liceo classico Foscolo. L’Ufficio nazionale antidiscriminazione razziali (Unar) aveva aperto un fascicolo per indagare su quanto segnalato dall’Arci gay di Pavia, che aveva raccolto il disagio di due studenti omosessuali. Due ragazzi che hanno raccontato, e scritto, di una situazione sempre più difficile. Scritte sui banchi, telefonate anonime, battute pesanti, un clima che li ha portati a non poter più tenere tutto dentro. «Inizialmente si trattava di scritte a matita sui banchi, che miravano a offendere e stigmatizzare per un orientamento sessuale ritenuto sbagliato, deviato», le parole di uno dei due ragazzi che si sono quindi rivolti all’Arci gay. Non hanno ancora parlato della loro omosessualità in famiglia, e per questo hanno chiesto all’associazione un aiuto, per poter vivere serenamente la loro sessualità. Dall’Arci gay di Pavia il caso è arrivato al ministero. «Abbiamo aperto un’istruttoria per verificare quanto accaduto», aveva spiegato a fine maggio Massimiliano Monnanni, direttore dell’Unar. La scuola e l’Arcy gay sono già state contattate. Ora anche l’ufficio scolastico è chiamato a mandare una relazione. «Formalmente nessuno si è rivolto a noi – spiega Giuseppe Bonelli, dirigente dell’ufficio scolastico di Pavia – per questo ho chiesto ai miei uffici di sentire il dirigente della scuola, Lorenzo Fergonzi, e chiederò di relazionarmi su questo punto». Ora dal ministero delle pari opportunità a cui è legato l’ufficio antidisciminazioni voluto dal ministro Mara Carfagna è arrivata la richiesta di informazioni per portare avanti l’inchiesta. «Siamo in una fase istruttoria – sottolinea Bonelli – non è un’ispezione e non ci sono azioni disciplinari in atto. Bisogna capire meglio cosa è successo». Sul caso omofobia al Foscolo indaga anche la procura di Pavia. (ma.br.)


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