«Solidarietà e sostegno» alla coppia, e «assoluta condanna di un gesto incivile» arrivano dal presidente del comitato provinciale Arcigay, Andrea Scalmana, e dal segretario nazionale, Luca Trentini.
«UN’AGGRESSIONE verbale simile non ferisce meno della violenza fisica», spiega Scalmana sottolineando che a fare male sia «l’arroganza di una persona che erge il proprio giudizio a regola generale, che tratta un atto di tenerezza come una cosa volgare da fare nei boschi, violando i diritti delle persone, primo tra tutti quello di uguaglianza previsto dalla nostra Costituzione».
MA C’È un’altra cosa che proproprio non va giù a Scalmana, e cioè che «troppo spesso si usa la presenza dei bambini, estranei a pregiudizio o disgusto, per giustificare un atto di discriminazione fino all’aggressione» Per questo il segretario provinciale del comitato è certo che «se gli adulti si comportassero in maniera normale nei confronti di un comportamento altrettanto normale, altro non farebbero che il bene di quel bambino: davanti alla domanda di un bimbo che nota due ragazzi o due ragazze che si bacianio, basterebbe rispondere che si amano, si vogliono bene». Un approccio che, secondo Scalmana, eviterebbe alle future generazioni di soffrire come le precedenti, e di scandalizzarsi davanti ad amici omosesuali.
Ferma restando la libertà di educare i propri figli, «una persona non ha comunque il diritto di sputare odio o impedire a due ragazzi di restare in un luogo pubblico, nel pieno rispetto della legge».
PARLA di un problema «non indifferente, complesso e ben radicato, ma difficilmente monitorabile» anche Luca Trentini, che sottolinea come non esistano statistiche certe su simili episodi di dicriminazione proprio perchè «non è previsto dalla legge un reato specifico: il bullismo nelle scuole ai bambini per esempio più effeminarti, il licenziamento per giusta causa sì, ma senza che si preveda un’aggravante ad hoc, la violenza, fisica o verbale, ma generica».
Secondo Trentini, insomma, invece di fare passi avanti l’Italia torna indietro, vedi la bociatura in Parlamento della legge contro l’omofobia, «dichiarata incostituzionale per favoritismo – spieg Trentini -: la legge fa cultura, del resto, e se gli omosessuali non riescono a vivere la normalità a causa della loro identità, allora è giusto che lo Stato intervenga per tutelarli così come succede per le minoranze etniche e religiose».
Così il presidente nazionale Arcigay sgombra il campo dall’eventuale rischio di «autoghettizzazione», consapevole che, «certo, nel mondo perfetto non dovrebbe accadere, ma è così. E l’orientamento del Parlamento va ad incidere sulla società e sulla sua linea culturale».
ANCHE BRESCIA non è una piazza facile, anzi, «il fenomeno è difficilmente analizzabile perchè le differenze tendono a essere marginalizzate: il problema prima di tutto è culturale», ribadisce, certo che in molti non denuncino «per autocensura, per vergogna, o perchè ritengono sia inutile farlo. Non possiamo pretendere coraggio da tutti: dobbiamo considerare che alle spalle delle persone spesso ci sono storie personali complicate o percorsi delicati, ma è necessario continuare l’attività di sensibilizzazione e di condanna verso episodi come quelli capitati in Maddalena».
Omofobia. Trentini: «Il problema è culturale»
Questo articolo è stato scritto il 18 agosto 2011.
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