Sull’outing e i gay il pallone si divide

  

Il presidente dell’Aic, Tommasi: «Non dichiaratevi, può creare imbarazzi». L’Arcigay: «Idee bizzarre»
PADOVA Tante reazioni, e non poteva essere diversamente, dopo l’uscita di Damiano Tommasi, presidente dell’Assocalciatori. Intervistato da Klaus Davi su Youtube, Tommasi ha affermato di «sconsigliare l’outing ai giocatori eventualmente omosessuali. Potrebbe creare imbarazzi perché la convivenza professionale fra calciatori è diversa da quella fra giornalisti, impiegati o qualsiasi altro mestiere». Nel mondo del pallone c’è chi ci tiene a sottolineare totale apertura mentale su un argomento evientemente ancora piuttosto scottante. C’è chi parla di calcio ancora alla preistoria come il tecnico Renzo Ulivieri e chi, invece, si schiera con Tommasi come il bomber del Vicenza, Elvis Abbruscato. Tutti dicono di rispettare la posizione del numero uno dell’Aic ma nessuno, in realtà, parla volentieri dell’argomento. Tra i protagonisti del mondo del pallone, insomma, c’è un certo imbarazzo a commentare l’argomento, quasi ci fosse il timore di dire qualcosa fuori posto. «In effetti riflette Renzo Ulivieri, ex allenatore di Padova e Vicenza, nonché presidente dell’Assoallenatori il mondo del calcio sembra aperto e invece sono convinto che siamo ancora nella preistoria, per alcune cose. Da allenatore non ho mai conosciuto calciatori omosessuali, o almeno non direttamente. Mi porrei il problema se non me l’avessero detto per paura della mia reazione, significherebbe che qualcosa non va in me. Credo, però, che talvolta si tenda a interpretare il luogo comune di “calciatore uguale macho” nel senso stretto del termine. Una volta ricorda Ulivieri sbagliando, a Bologna dissi che avevo una squadra di femmine e suscitai la reazione sdegnata di alcune associazioni. Credo che Tommasi abbia espresso un’opinione e che, come tale, vada rispettata. Resto convinto che ognuno debba comportarsi come ritiene giusto. Il mondo del calcio dovrebbe finalmente aprirsi al “diverso” anche in questo senso». E tra i calciatori? I pareri sono abbastanza univoci. «Personalmente sottolinea il portiere del Chievo, Stefano Sorrentino non mi è capitato di avere compagni omosessuali, ma se anche me lo dicessero, per me non cambierebbe nulla. Rispetto senza alcun problema l’orientamento sessuale di ognuno: il rispetto reciproco vale in qualsiasi settore e ovviamente pure in questo. Tommasi ha la sua posizione, credo che ognuno possa decidere come crede, se fa outing a me non fa né caldo né freddo». Di poche parole l’attaccante del Padova Dejan Lazarevic: «Siamo nel 2011 spiega credo che su questo argomento ognuno, anche un calciatore, dovrebbe sentirsi libero di esprimere le proprie preferenze e anche se farlo o meno. Rispetto l’opinione di chiunque e quindi anche quella di Tommasi». Elvis Abbruscato, invece, appoggia il presidente dell’Aic: «Penso che abbia ragione spiega il bomber del Vicenza non ci vedo nulla di male in questa presa di posizione, non è che Tommasi abbia mancato di rispetto a qualcuno. Conoscendo il mondo del calcio, concordo con Ulivieri nel definirlo un pò “indietro” su certi argomenti. Alla fine è meglio così, se uno poi vuole fare outing che lo faccia». Il giro d’orizzonte si completa con Filippo Maniero, ex attaccante di Milan, Parma, Venezia, Torino, Padova e Verona e ora allenatore, che spiega: «Per quanto mi riguarda, ognuno è libero di comportarsi come crede e di fare ciò che ritiene più opportuno. Non sento tantissimo l’argomento, anche perché non mi è mai capitato di incontrare un compagno di squadra omosessuale. Se dovesse capitarmi, non ci sarebbe alcun problema, non cambierebbe minimamente l’opinione che ho di quella persona, in un senso o nell’altro». Il mondo gay, invece, attacca il presidente Aic. «Davvero Tommasi ha detto certe cose? Si tratta di dichiarazioni quantomeno bizzarre dice Alessandro Zan, presidente regionale di Arcigay e assessore comunale a Padova le ritengo stupidaggini. Non so bene a cosa si riferisca con i paragoni che ha fatto, ma gli consiglio di rivedere le sue posizioni. Se il problema sono le docce, non è che un calciatore omosessuale sarebbe lì pronto a saltare addosso a un compagno…». «Dalle parole del presidente dell’ Aic nell’intervista rilasciata a Klaus Condicio scrive il circolo Pink di Verona riusciamo ad isolare un’unica verità: l’omosessualità nel calcio è, e rimane, un grosso tabù». Dimitri Canello


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